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Discussione: LOL

  1. #1
    Becero Reazionario
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  2. #2
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    Predefinito Rif: LOL

    La campagna rivolta ai teenager
    «Picchiala»: in Danimarca gioco choc contro la violenza sulle donne
    L'utente è invitato a colpire una ragazza. Poi il messaggio finale: «Sei un idiota». Ma è polemica

    MILANO - Un ceffone, un secondo, poi un altro. Con tutta la forza. Quattro, cinque, sei... In totale: tredici schiaffoni in faccia. Fino a farla sanguinare. Ecco, siete al cento percento «gangsta», ovvero: dei veri duri. Ma anche: 100 per cento stupidi. Si chiama «Hit the bitch», letteralmente «colpisci la sgualdrina», l'inquietante campagna sociale contro la violenza domestica e sulle donne lanciata nel web in Danimarca. E le polemiche non mancano.

    DURO AL 100 PERCENTO - Il gioco interattivo è semplice, quanto provocatorio: si accede al portale www.hitthebitch.dk; dalla sinistra del teleschermo sopraggiunge una piacevole ragazza bruna. In sottofondo si sente rumore da discoteca. La giovane si rivolge al suo interlocutore, che in questo è l'utente davanti allo schermo del pc e dice: «Non sta a te decidere se io ballo con le persone o no»; «Voglio ballare con chi mi pare e piace». L'utente a questo punto può scegliere se usare il mouse o la webcam per simulare lo schiaffo con una grossa mano virtuale. In alto c'è una scala: si parte da «100 per cento pussy» (femminuccia) per arrivare al «100 per cento gangsta», a seconda del numero di manrovesci che la giovane deve supplire. Finito il gioco straziante, la ragazza si accascia a terra in lacrime, con la faccia gonfia e piena di lividi. Una voce fuoricampo afferma: «Cosa stai facendo? Non puoi nemmeno controllare la tua femmina. Un paio di schiaffi possono aiutare...». Il messaggio finale è eloquente: «Non è stato da duri colpirla. Hai perso il gioco quando hai alzato le mani la prima volta. Non ci sono scuse. Nessuna!». Visto il clamore suscitato in queste ore e i tantissimi accessi al sito, il gioco - al momento - è attivo solo per gli utenti danesi.

    LOST IN TRANSLATION - Una campagna rivolta ai teenager che colpisce al cuore ed allo stomaco. Ma se le intenzioni appaiono nobili, le critiche - soprattutto nei blog e nei forum di discussione - sono numerose. «Si è arrivati ad un livello preoccupante», annota il portale americano Newser. Quasi all'unisono il commento sulla testata liberal-progressista Alternet.org: «Hanno sbagliato». La confusione che lo spot genera nell'utente-giocatore è tale che la gravità del problema non sembra venir colta: «Probabilmente vi sentite in colpa - come quando uno abusa di una donna nella vita reale - mentre andate avanti a colpirla solo per vedere cosa accadrà dopo? Chissà. Forse qualcosa è andato perso nella traduzione dal danese», scrive Adweek, settimanale americano specializzato in pubblicità. Ciononostante, nel primo giorno della pubblicazione quasi 72mila utenti in patria hanno visitato la pagina con il gioco-choc.

    DALLA PARTE DEI BAMBINI E DEI TEENAGER - La campagna vuole sensibilizzare in qualche modo su un problema crescente nel Paese: «In Danimarca una ragazza su tre subisce abusi nella relazione», fa sapere l'organizzazione danese «Born og Unge I Voldsramte familier», che si batte contro la violenza domestica e sui bambini. Fondata nel 2002 da Kirsten Raffel Hermanse, oltre all'aiuto ai più piccoli costretti a crescere in famiglie dove la violenza tra le mura di casa è all'ordine del giorno, l'ente non governativo si rivolge anche ai ragazzi e alle ragazze in giovane età. E' specializzato soprattutto nelle campagne di informazione e sensibilizzazione. La prima, che suscitò un certo clamore, era raccolta in un libro per bambini dal titolo: «Fa male quando papà picchia mamma», nel frattempo giunto alla quinta ristampa e distribuito in molti centri di aiuto psicologico, ambulatori, ospedali, residenze per l'infanzia e istituti scolastici in tutto il Paese.

    Elmar Burchia
    19 novembre 2009

    «Picchiala»: in Danimarca gioco choc contro la violenza sulle donne - Corriere della Sera

  3. #3
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    Predefinito Rif: LOL

    In totale: tredici schiaffoni in faccia.
    Ma se l'ho buttata giù con 5?

    very gangsta hu hu hu hu

    :gluglu:

  4. #4
    .
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    Predefinito Rif: LOL

    che troiata repapelle:

  5. #5
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    Predefinito Rif: LOL

    Ma che ideona.

    Quasi al livello del videogioco che simula lo stupro.


    Anche se pure la campagna italiana fa discretamente cader le braccia.




    Un'intensità espressiva che pare più che abbian rotto un tacco, che non l'avere subìto violenza.
    Se non sai di che morte morire, scegli me.

  6. #6
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    Predefinito Rif: LOL

    Accidenti, sembrava si potesse prendere a sberle la hunziker.

  7. #7
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    Predefinito Rif: LOL

    Citazione Originariamente Scritto da _crazy diamond_ Visualizza Messaggio
    Ma che ideona.

    Quasi al livello del videogioco che simula lo stupro.

    ...
    wow, dov'è??? :mmm:

  8. #8
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    Predefinito Rif: LOL

    Citazione Originariamente Scritto da codino Visualizza Messaggio
    wow, dov'è??? :mmm:



    Nel gioco vince chi stupra di più
    Il gioco nato in Giappone sbarca in Europa. Per vincere bisogna molestare, adescare e violentare le vittime.





    Roma, 18-05-2009

    Chi più stupra, vince. E' questo lo scopo del gioco in "RapeLay", il videogame giapponese che mostra come molestare, perseguitare, adescare e violentare le proprie vittime. Il gioco, creato nel 2006, dalla Illusion, una società di Yokohama, ora è arrivato anche in Europa, dove è venduto già in diversi Paesi. La distribuzione avviene attraverso Amazon, il sito internet per acquisti, e una rete di negozi affiliati che lo mettono in vendita.

    Il nome del videogioco è già un programma: "RapeLay" significa, letteralmente, "disposto allo stupro", e gioca sulla somiglianza delle parole inglesi "rape", che significa "stupro", e "replay", che vuol dire "ripetere". Dunque, uno "stupro ripetuto" che è al centro del gioco elettronico.

    Protestano le associazioni di genitori e psicologi. Stati Uniti e Gran Bretagna sono riusciti a metterlo al bando dai siti web. Polemiche furiose anche in Spagna, Germania e Irlanda. In Italia, pur essendo unanime la condanna, ancora non è stata intrapresa una forte azione di contrasto del fenomeno.


    Ma Rapelay è solo uno dei tanti videogiochi diseducativi che impazzano fra gli adolescenti e non solo.
    Una delle serie di giochi più vendute al mondo (nel marzo del 2009 il produttore ha annunciato di aver venduto 13 milioni di copie del gioco) si chiama "Grand Theft Auto", meglio noto come "GTA". Si tratta di una serie di videogiochi per diverse consolle, catalogabile come "simulazione della vita criminale", distribuita da Rockstar Games. Questi prodotti vengono sempre maggiomente perfezionati con una grafica 3D che permette al giocatore una visuale in terza persona. La realtà virtuale diviene sempre più reale, tanto da invadere la vita e modificarla nel concreto.

    Gli psicologi lanciano l'allarme: rischia di arrivare anche da noi un disturbo del comportamento già molto diffuso in Giappone, l'"hikikomori". Letteralmente questa parola significa che "isolarsi", "rannicchiarsi in se stessi", "stare in disparte". Si tratta di un fenomeno comportamentale piuttosto inquietante, che induce giovani e adolescenti (prevalentemente di sesso maschile) a rifiutare la vita pubblica e le relazioni interpersonali, per rifugiarsi tra le quattro mura domestiche. Unico contatto con il mondo esterno è l'utilizzo di dispositivi elettronici (tv, cellulare, computer, videogiochi...), che filtrano una realtà solo virtuale.

    Gli adolescenti, e non solo, colpiti da questa "sindrome" cercano così di evadere dalla realtà, a causa di fallimenti scolastici o lavorativi, delusioni sentimentali e, più in generale, eventi che causano, nei soggetti in questione, senso di inadeguatezza e difficoltà nelle relazioni sociali. Si arriva ad abbandonare la scuola, il lavoro, la vita sociale, e si vive davanti ad uno schermo. Una dipendenza in senso stretto, dunque. Dipendenza e asocialità, ma anche assimilazione di modelli comportamentali sbagliati sono i principali rischi a livello psicologico.

    La protesta contro "RapeLay" è giâ su Facebook, dove è nato il gruppo "Mobilitiamoci contro RapeLay, il gioco dello stupratore", 10mila iscritti, con lo scopo di chiedere una più chiara regolamentazione ed un più attento monitoraggio.



    Rainews24.it



    Per questo non ho parole.
    Se non la proposta che se ne faccia anche uno dove vince chi conficca più tacchi nelle parti basse maschili.
    Se non sai di che morte morire, scegli me.

  9. #9
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    Predefinito Rif: LOL

    Citazione Originariamente Scritto da _crazy diamond_ Visualizza Messaggio
    ...



    Per questo non ho parole.
    Se non la proposta che se ne faccia anche uno dove vince chi conficca più tacchi nelle parti basse maschili.
    sei troppo severa, senza lo stupro non esisterebbe l'umanità!

    i tacchi nelle palle, invece, non hanno alcuna utilità!

  10. #10
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    Predefinito Rif: LOL

    Dopo una solo partita mi sento già dannatamente meglio.

 

 
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