Venezia: Unione dilaniata.

[yurj]

Non c'e' nessuna differenza a stare in coalizione o no ( a meno che non si sia collegati col sindaco vincente, ma in proporzione i rapporti sono gli stessi) in termini di consiglieri ottenuti, perche' si vota il partito e il sindaco.

non penso che un leghista arrivi nel segtgio e voti il candidato sindaco ma non la lista della lega..

Detto questo, non capisco perche' si debbo offendere pensiero, ha solo espresso la sua opinione.

Il suo ragionamento era corretto per i piccoli comuni, ma li' la coalizione e' necessaria per il sistema elettorale se non si vuol rischiare troppo.

[L'Uomo Tigre]

da Il Gazzettino di oggi

La Cdl unita resta un miraggio
Galan: «Venezia mi fa disperare». Solo Campa sta con Bondi ed è disposto a fare marcia indietro

Mestre

Si lascia scappare un commento: «Povera Venezia». Dopodiché precisa: «Di Venezia non parlo». Ma come, il governatore (uscente e ricandidato) della Regione Veneto non dice una parola delle elezioni comunali di Venezia? Non ha nulla da dire sulla spaccatura della sinistra e sulla frantumazione della destra - quattro candidati in corsa, cinque se si considera anche Crovato? Neanche un commento sulla proposta del portavoce di Forza Italia, Sandro Bondi, di trovare un accordo tra gli alleati-concorrenti per far fare a tutti un passo indietro e sostenere il «favorito»? Galan concede uno dei suoi consueti ironici sorrisi: «Condivido la proposta di Bondi». Il sorriso si accentua: «Forse l'accordo si doveva trovare prima». Galan capita a Porto Marghera a mezzogiorno, unico politico invitato a inaugurare il complesso restaurato e riconvertito dai privati dell'ex Vidal. Ventiquattr'ore prima, a Mestre, Bondi aveva lanciato la proposta: verificare chi, tra Campa e Speranzon è il più favorito ber battere la sinistra. Ma al Candiani, Giancarlo Galan non c'era: «Ero ad alta quota». Quindi? «Dico solo che quando penso a Venezia mi vien da piangere - dice il governatore azzurro - Perché ha tante potenzialità e quelle potenzialità non vengono sfruttate». Scusi presidente, ma anche la Casa delle libertà non ha sfruttato le potenzialità visto che si presenta divisa? «Certo, la mia è una critica rivolta a tutti. Comunque io non ho la residenza a Venezia ed è un bene, mi verrebbe il nervoso a mille...».

Galan di più non dice, ma è notorio che lui al proprio partito aveva proposto, fino all'ultimo, di rinunciare alla candidatura di bandiera (Campa) per far convergere tutta la coalizione - o almeno tre quarti della coalizione stante il no della Lega - su un esterno (Crovato). E ora che Bondi ha annunciato di affidarsi ai sondaggi e alle inchieste scientifiche per un tentativo in extremis di unione, Galan si limita a sottolineare che il tentativo «andava fatto prima». Prima, cioè, che le candidature fossero perfezionate. Perché anche se si trovasse l'intesa, comunque sulle schede, quelle che il 3 e il 4 aprile saranno consegnate agli elettori per il voto, ci saranno tutti i candidati.

Tra l'altro, la proposta di "trovare il più favorito" ha dato adito a svariate interpretazioni. Dopo il comizio, sabato in piazza Ferretto, di Ignazio La Russa - il primo a dire che forse era il caso di trovare un accordo - in casa An a Venezia tutti avevano pensato che l'unico a ritirarsi dovesse essere Cesare Campa. In casa azzurra, ovviamente, specie dopo l'intervento di Bondi, si è pensato il contrario, con la motivazione che per arrivare al ballottaggio, sarebbe meglio puntare su un candidato di centro, moderato.Tra i diretti interessati, l'unico che si dichiara disposto (almeno a parole) a fare un passo indietro, è il candidato Cesare Campa (Forza Italia e Udc). «Mi sembra - afferma - una proposta seria e costruttiva. D'altronde, se non presentarci compatti allora è stato un peccato veniale considerando la situazione di qualche settimana fa, oggi, con il mutamento di scenario, sarebbe invece un peccato mortale. Si è aperto uno spiraglio, l'importante è che il criterio di scelta sia obiettivo. In questo caso io farò non uno, ma sette passi indietro». Sono attestati su ben altre posizioni i "rivali" Raffaele Speranzon e Alberto Mazzonetto. «Io sono un po' come Cacciari ma a destra - sostiene l'esponente di Alleanza Nazionale - e sono l'unico oggi a poter raccogliere sia i voti tradizionali sia quelli personali. Recenti sondaggi effettuati parlano chiaro: Campa è stata una scelta suicida e ha fatto perdere alla coalizione una buona percentuale, Mazzonetto non ha idee né programmi. Lo dico sinceramente: se dovessi rinunciare, non sarei in grado di dirottare i miei voti sugli altri perché chi mi darà la sua preferenza ha in mente anche un rinnovamento profondo nella Casa delle Libertà. Se appoggiassi Campa il consenso del mio partito scenderebbe al minimo storico e per la coalizione sarebbe una scelta devastante».

«È meglio che gente come Ignazio La Russa e Sandro Bondi se ne stiano a Roma - tuona il candidato leghista Mazzonetto - ma non si sono accorti che la Lega andrà al ballottaggio? Non possiamo di certo rinunciare, se ci danno matematicamente per vincenti. Piuttosto lanciamo un appello con molta cortesia agli alleati del Polo: rinunciate a correre per conto vostro e unitevi a voi con il nostro candidato sindaco. Ormai è troppo tardi per questi giochi». E intanto il senatore Udc Ugo Bergamo parla di «grande senso di responsabilità dimostrato da tutti» augurandosi che si possa arrivare entro Pasqua ad una soluzione concreta.

Alda Vanzan


Il titolo di questa discussione diviene ogni giorno sempre più appropriato!

[L'Uomo Tigre]

Ma Gianfranco è sparito?