Si prospettano due anni neri per i conti pubblici italiani. Vincenzo Guzzo, economista di Morgan Stanley, ha calcolato che sia nel 2005 sia nel 2006, il rapporto deficit/Pil italiano sfonderà (e anche di un bel po’) il target del 3% fissato dal Patto di Stabilità. In base alle ultime proiezioni dell’economista si passerà da un 3,7% stimato per quest’anno al 5% o anche di più nel prossimo.
Oltre all’andamento debole dell’economia (Morgan Stanley stima che quest’anno il Pil italiano non andrà oltre lo 0,8%) ci sono altri due fattori che remano contro il raggiungimento degli obiettivi di Maastricht. Primo fra tutti, la maggiore flessibilità del Patto di Stabilità varato recentemente dall’Ecofin. Secondo Guzzo, è infatti talmente lunga la lista dei cosiddetti ‘fattori rilevanti’ che possono giustificare uno sforamento del 3%, che in futuro sarà difficile trovarsi di fronte ad un Paese dell’eurozona con un deficit eccessivo.
Detto questo, c’è poi un altro fattore squisitamente italiano che spinge nella direzione di un peggioramento della situazione, ovvero la perdita di consensi del centro-destra al governo durante le ultime elezioni regionali. Ad un anno dalle elezioni politiche - sottolinea Guzzo – la coalizione al governo sfodererà tutte le armi a disposizione per riacquistare terreno. In questa direzione, risulta dunque sempre più probabile che il governo vari un piano più aggressivo di taglio del tasse, come già annunciato, con inevitabili ripercussioni negative sul fronte delle finanze pubbliche,
Ma veniamo alle stime. Per Guzzo, senza mettere in conto manovre fiscali a sorpresa, ma solo considerando il tasso di crescita del Pil (+0,8%, 1,3 punti percentuali sotto le stime del governo) quest’anno l’economia italiana avrebbe bisogno di una manovra correttiva di 10 miliardi di euro per centrare i target di Maastricht.
Peggio andranno le cose il prossimo anno. Sebbene la crescita del Pil dovrebbe mostrare maggiore vivacità (+1,9%), per compensare l’annunciato taglio delle tasse per 12 miliardi di euro e le una tantum in programma, per rientrare nei limiti del 3% il governo – conclude Guzzo – sono necessarie misure correttive per 25 miliardi di euro. In caso contrario, l’ipotesi di un rapporto deficit/Pil al 5% sarebbe quella più rosea.