Un interessante articolo da "La Padania Online"

<<PARLIAMO DI EURO NON DEL GALATEO

gianluigi paragone

Come volevasi dimostrare, tra tutti i problemi veri che l’Italia ha, il più grave è la Lega. Quella Lega maleducata, rozza, incivile, antidemocratica, cretina (come ha scritto ieri Avvenire), quella Lega che ieri l’altro ha teso un agguato - per dirla con il Corriere della Sera - al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Prime pagine garantite, titoloni d’apertura come sempre accade quando la Lega deve essere messa alla berlina. Dal federalismo ai dazi, è sempre così: prima gli attacchi poi l’usurpazione delle idee. Ma nei commenti di ieri, finalmente è venuta a galla un’altra lettura, un’altra questione di fondo e cioè quanto deve durare ancora il fenomeno Lega, quanto dobbiamo ancora sorbirci le provocazioni del Carroccio? Risposta molto semplice: fino a quando democraticamente i cittadini padani voteranno per gli uomini di Bossi nei comuni, nelle province, nelle regioni, nel parlamento nazionale e in quello europeo. Lo so che per gente allergica al voto può apparire una seccatura, ma finché ci saranno dei matti o dei disperati che metteranno una croce sul simbolo della Lega perché vogliono cambiare le cose in questo Paese, la Lega vivrà e farà politica. Aggiungo che, con buona pace di molti critici, non mancherà molto a quando anche il Sud si aggregherà alla protesta del Nord contro l’euro, contro l’Europa, contro l’immigrazione clandestina, contro lo strapotere dei cinesi sui nostri mercati... Arriverà il tempo in cui anche dal Sud partirà la spinta autonomista.
Perché questo è il punto. Non tanto il bon ton, che è una bellissima abitudine o regola ma non una condizione necessaria e assoluta per fare politica: infatti lo stesso Ciampi è stato il primo a ridurre alla normalità la reazione dei leghisti. Il punto fondamentale non è neanche la “laica sacralità” verso il capo dello Stato, il quale è intoccabile se è la Lega che contesta ed è invece da rinchiudere al manicomio se al Quirinale abita Kossiga... (vero Occhetto? Vero D’Alema? Vero Fassino, Veltroni e compagni dell’allora Pds?)
No, il problema fondamentale riguarda il merito della protesta, una protesta che ieri l’altro si è consumata (in forma inopportuna, l’ho detto e lo confermo: è stato un brutto fallo di reazione) in una sede politico-istituzionale: il parlamento europeo. Di contro c’era il capo dello Stato, il quale, giustamente da parte sua, ha difeso quell’euro per cui s’è battuto per una vita intera.
Ma per quanto nobile e alto possa essere il suo pulpito, non può anche godere dell’infallibilità o dell’inopinabilità. Perché altrimenti, come dicevo ieri, la politica deve andare in stand by quando a parlare è il capo dello Stato. Così non è, né è giusto che sia se crediamo nel primato della politica.
Questo è il punto, non se è stato rispettato o meno il galateo. La questione sollevata dalla Lega è una questione politica pesante che non può essere ovattata dalla bambagia del politically correct, etichetta di un vino annacquato se non addirittura al metanolo. L’Europa così com’è è destinata a cadere in frantumi; inutile illudersi. Lo sanno bene Prodi e compagni che si fanno scudo del Colle per difendere se stessi, e che non a caso negano la possibilità agli italiani di votare sull’Europa al pari della Francia che ha avuto il coraggio di modificare la Costituzione per aprire al referendum. Lo sanno bene Prodi, Amato, gli italianieuropei di D’Alema che l’eurosbornia è finita e che oggi c’è solo l’eurorabbia.
Come in Olanda, in Gran Bretagna, in Irlanda, in Polonia, in Danimarca, in Repubblica Ceca. È di oggi la notizia che la Finlandia vuole uscire dall’Europa. Ieri, sul Foglio, in un commento era scritto: «In Germania autorevoli economisti chiedono di tornare al marco, il governo francese ha appena ricordato che è possibile e legittimo uscire da Eurolandia. L’euro è uno strumento, non un dogma quindi si può discuterne l’efficacia».
Di questo si dovrebbe discutere e invece per una settimana balleremo sulle punte, faremo esercizi di galateo e dovremo pure subirci le lezioni di bon ton dal Pds-Ds, cioè da coloro che dissero a un presidente della Repubblica in carica: «È matto da legare». E infatti ne chiesero l’impeachment...

[Data pubblicazione: 07/07/2005]

laPadania © tutti i diritti riservati>>

Mi sembra chiaro come i kom e gli akkatto-kom intendano demonizzare costantemente la Lega...