dal quotidiano LIBERO di oggi, 20 agosto 2005:
" La sinistra chiede visti d'ingresso per i filo- Osama
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TRA I PROMOTORI DEL MEETING IL GIORNALISTA GIORGIO BOCCA, IL FILOSOFO GIANNI VATTIMO, IL " TEOLOGO DELLA LIBERAZIONE" GIULIO GIRARDI E DIVERSI ESPONENTI DI RIFONDAZIONE COMUNISTA
ROMA Avevano fatto le cose per bene. Avevano organizzato tutto nei minimi dettagli, prenotato quello che c'era da prenotare, stilato il calendario dei lavori e stabilito l'ordine degli interventi. Alla fine hanno mandato gli inviti. E qui è arrivato il guaio. Degli oratori convocati a parlare al convegno " Sosteniamo la legittima resistenza del popolo iracheno" - organizzato dagli infaticabili leader del Campo anti imperialista - sette hanno dovuto rispondere picche. Non per divergenza di vedute, ci mancherebbe, ma per un altro, più banale motivo: i loro nomi sono sulla lista nera Usa dei fiancheggiatori del terrorismo e, pertanto, la Farnesina ha ritenuto opportuno non concedere loro il visto d'ingresso nel nostro Paese. Gli anti imperialisti, però, non si sono rassegnati, hanno preso carta e penna ed hanno scritto al ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, per chiedergli di ritornare sui propri passi e di spalancare le nostre frontiere agli amici dei terroristi. Primo firmatario della missiva, il giornalista Giorgio Bocca, che non più tardi di ieri invitava, parlando di « risorgimento islamico » , ad « andare via dall'Afghanistan e dall'Iraq per non creare altri nemici » . Bocca è in ottima compagnia: subito sotto il suo DURO E PURO Moreno Pasquinelli, leader del campo anti imperialista ( Ansa) nome compare quello di Gianni Vattimo, filosofo recentemente passato nelle fila dei Comunisti italiani che definì Abu Mussab Al Zarqawi, il luogotenente di Al Qaeda in Iraq « un partigiano » . Tra i firmatari dell'appello, in cui a Fini si chiedono lumi sulla « gravissima ingerenza » e sull' « indebita pressione » esercitate dal governo americano su Palazzo Chigi, ci sono anche Hamza Piccardo, leader dell'Ucoii, il " teologo della liberazione" Giulio Girardi, l'ex presidente della commissione Difesa della Camera Falco Accame ed una ventina di altri progressisti doc, molti dei quali iscritti a Rifondazione. Chi pensasse che la loro protesta sia motivata può subito ricredersi: Usa e Farnesina hanno ottimi motivi per non fidarsi degli oratori invitati dagli anti imperialisti. Di Ahmed Al Baghdadi, ad esempio, c'è da fidarsi pochissimo: influente religioso sciita, buon amico di Khomeini ed estensore di fatwe tra i più seguiti, Al Baghdadi ebbe a dire che era un bene uccidere chi avesse partecipato alle elezioni irachene dello scorso gennaio perché « parte del progetto sionista di occupazione dell'Iraq » . Sostiene anche, Al Baghdadi, che « Al Zarqawi è un'invenzione della stampa al soldo degli americani e degli ebrei » e che « Chalabi ed Allawi ( presidente e premier del " nuovo" Iraq, ndr) sono idolatri venduti all'invasore » . Né va meglio con un altro ospite, Salah Al Mukhtar: già ambasciatore di Saddam in India e Viet Nam, Mukhtar lavora dal suo esilio in Yemen per ristabilire la dittatura baathista a Bagdad: « Abbiamo cinquanta milioni di armi » , afferma, « e ci basteranno per combattere gli invasori da qui a dieci anni » . « Certo » , ammette, « la tecnologia americana è superiore, ma grazie a Dio noi abbiamo le azioni suicide che riescono a riequilibrare questa superiorità » . La carrellata continua con l'ayatollah Jawad al Khalesi, un altro che diceva che « bisogna boicottare le elezioni irachene, non andare a votare come dice quell'infedele di Sistani » , con Mohamad Faris, esponente di spicco del partito comunista patriottico iracheno e, soprattutto con Ibrahim al Kubaysi. Quest'ultimo, fratello del più celebre Abd Al Yabbar ( il capo estremista dell'Alleanza patriottica irachena arrestato dagli americani nel settembre 2004), è una specie di Pier Scolari della " resistenza". Da quando il fratello è stato « rapito dagli invasori » , Ibrahim è diventato uno dei più richiesti agit- prop della guerriglia: è circa un anno che gira il mondo per raccontare a platee osannanti le nefandezze e le infedeltà di Stati Uniti, Israele ed Occidente in genere. Eccoli, gli oratori anti imperialisti che l'America, non senza qualche ragione, guarda con sospetto. E che Giorgio Bocca e soci non vedono l'ora di accogliere a braccia aperte qui da noi. Marco Gorra "
Shalom