....all'italiana
Il professor Guido Rossi ha spiegato la sua teoria dell’economia competitiva
“darwiniana” in un’intervista al Corriere della Sera in cui se la prende con la nuova legge sul fallimento, in discussione in Parlamento, perché, a suo parere, non abbastanza spietata con i debitori.
Infatti essa consente un concordato preventivo, con una trattativa con le banche, in cui l’imprenditore potrebbe patteggiare degli sconti sui propri debiti e poi “ripartire”.
Secondo Guido Rossi questo sistema non è abbastanza liberista in quanto
“tutto torma agli istituti di credito senza che sia tutelato l’interesse pubblico”.
Che invece sarebbe tutelato se ci fosse lo “spauracchio del tribunale”.
Al contrario è il professor Rossi che non è abbastanza liberista o, come a lui piace chiamarsi, darwiniano, perché vuole fare intervenire un non meglio definito interesse pubblico, rappresentato dal tribunale (penale) in una questione privata fra creditori e debitori, che si può risolvere con la loro contrattazione, cioè col mercato.
Per il professor Rossi questo sarebbe un capitalismo senza rischio d’impresa.
Ma omette d’aggiungere che il rischio che lui invoca è la tipica soluzione italiana di questi anni per cui il rischio d’impresa è trasferito ai tribunali penali.
La sua idea dirigista e giustizialista del capitalismo emerge in pieno con la sua tesi per cui “bisogna fermare l’avanzata degli immobiliaristi”.
Secondo il professor Rossi, in Italia, la rendita immobiliare “andava combattuta per tempo”. Essa sarebbe cresciuta in quanto gli immobiliaristi hanno “sistemato il patrimonio degli istituti di credito”: non già per ragioni di mercato come il basso tasso di interesse e la diffidenza del pubblico per la Borsa dopo gli scandali internazionali e italiani.
Nel darwinismo economico, su cui il Guido Rossi vuole dare lezioni, gli operatori immobiliari non sono considerati come una razza nefasta, lo sono la teoria marxista per cui l’intermediazione è un servizio improduttivo e la rendita edilizia è, perciò, un furto alla comunità.
Nel darwinismo economico il giudice di gara è il mercato, non il giudice penale, che emette avvisi di garanzia, che si trasformano in condanne grazie a operazioni mediatiche.
Ferrara su il Foglio
saluti