Lega e azzurri, intesa con il Sud di Lombardo
IL CAVALIERE, ROMANO E L’IRONIA SULLA SEDIA
Al patto elettorale tra Lega e Mpa
Calderoli: così saremo presenti dal Trentino a Lampedusa
Ipotesi di Sgarbi capolista, che però tratta pure con l’Unione
La Lega Nord di Umberto Bossi e il siciliano Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo correranno insieme alle prossime elezioni. Un patto siglato dopo qualche dubbio dell’ultima ora nel Carroccio e fortemente voluto da Silvio Berlusconi.
L’INTESA - «Sarà un aiuto importante per la vittoria finale», dice il premier, che benedice l’alleanza e ricorda che i piccoli partiti valgono pochi punti percentuali, ma «possono essere determinanti». Il Cavaliere scherza: finalmente ci sarà «un vero Lombardo in Sicilia», poi spiega che questo «è un patto politico non elettorale». Il ministro Calderoli annuncia altri accordi che «potranno andare dal Trentino a Lampedusa e che porteranno a parlare dal tedesco, al siciliano, dal sardo al francese». Del resto, aggiunge, «fintanto che la questione meridionale non sarà risolta, esisterà anche una questione settentrionale». Lombardo, a quanto pare, avrebbe ricevuto garanzie di posti da Berlusconi. E tra i candidati che potrebbero scendere in campo ci sono il cardiochirurgo Carlo Marcelletti e Salvatore Lauro.
TRATTATIVE - Tra i colloqui in fase avanzata c’è anche quello con il Movimento dei diritti civili di Franco Corbelli, che potrebbe portare a candidare come capolista in alcune regioni il presidente onorario Vittorio Sgarbi. Non a caso il critico d’arte, che ha raccontato di essere stato l’artefice del primo incontro tra Lombardo e Calderoli, ieri era presente. Ma l’intesa ancora non c’è e Sgarbi, nel dubbio, tratta anche con il centrosinistra.
Nella nuova lista Lega-Lombardo, Bossi dovrebbe essere capolista fino alle Marche. Al Sud subentreranno esponenti non leghisti, da Lombardo a Sgarbi. Sul simbolo si tratta ancora: nelle prime bozze l’Alberto da Giussano occupa due terzi del logo, mentre nella restante parte, appannaggio dell’Mpa, su richiesta di Bossi è scomparsa la parola «Sud». Si rifà sentire anche Angela Maraventano, storica pasionaria leghista di Lampedusa: «Sono pronta a candidarmi. E se sarò eletta, chiederò l’intervento delle navi militari contro i clandestini».
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LA STRATEGIA
Caccia alle alleanze: patti in vista con neoborbonici e antiracket
MILANO - Il nonno di Calderoli, all’atto di fondazione del partito autonomista bergamasco, ideò uno slogan d’impatto: «Bergamo nazione, tutto il resto è Meridione». Altri tempi. Ora il nipote è diventato ministro della Repubblica, la Lega si è infilata una marsina governativa e ha mandato in soffitta, rispolverandolo ogni tanto, il vecchio armamentario anti «terroni». I nuovi lumbard si concentrano più volentieri su devolution, difesa delle tradizioni e della cristianità, con qualche esuberanza su «culattoni» e qualche affondo nostalgico contro Roma ladrona. A sorpresa - ma solo per chi si era distratto - anche il Sud sta cambiando e l’antica ostilità contro i «polentoni» leghisti si è stemperata. L’intesa con il siciliano Lombardo è solo l’inizio. Sono in corso trattative avanzate, condotte dal presidente della Lega Angelo Alessandri con una ventina di associazioni. Il terreno è fertile: al Sud si contano 244 movimenti autonomisti. Tra i filoleghisti ci sono anche gli imprenditori tessili pugliesi, come il barlettano di origine veneta Flavio Chiereghin : «La Lega? E con chi altro dovrei stare, con Prodi che chiede porti più grandi per accogliere i cinesi?». Meglio il Carroccio «e il bravo commissario per la lotta alla Contraffazione, Roberto Cota, che ci aiuta a fermare i falsi». E l’antimeridionalismo? «Ma no, qui la gente comincia a capire che la Lega difende le piccole imprese, le tradizioni. Le stesse cose che vogliamo noi». La devolution non fa più paura. Alfonso Luigi Venosi , ex missino e presidente dell’ Unione federalista meridionale , vorrebbe «tre Stati confederati»: «A noi non interessa più il vecchio meridionalismo, né tantomeno i Borboni». Però il Carroccio è in contatto proprio con i Neoborbonici . «Roba da matti», dice Gianfranco Vestuto , della Lega Sud Ausonia , che ricorda quando i dirigenti leghisti parlavano di «Calabria saudita»: «Anche noi ci eravamo alleati con il Carroccio - spiega - ma non c’è una volontà reale di dare spazio al Sud».
Da non sottovalutare la tradizionale questione delle poltrone, che entrano a pieno titolo nelle trattative. L’accordo è già fatto con Mezzogiorno europeo , con la lista civica Il Trifoglio e con il Movimento meridionalista europeo . Si tratta con i movimenti cilentani e marsicani , con i sardisti fuoriusciti dal Partito d’azione sardo, con l’avellinese Nuova Italia dell’ex Udc Gerardo Grippo».
«Gruppuscoli costruiti ad arte» contesta Giuseppe Quaranta, già nella pivettiana Italia federale, ora nel Movimento unitario duosiciliano: «Quelli della Lega sono tutti chiacchiere e distintivo. Del Sud non gliene frega niente». Per nulla d’accordo Silvana Gatto , combattiva presidente dell’ Antiracket agrigentino, presente tra i Giovani Padani, a Varese: «Mi sono rotta dei politici siciliani. Sono dei traditori: preferisco dare la mano a nemici che possono diventare amici. E poi l’Antiracket non è solo Tano Grasso. Ho incontrato Castelli, Alessandri, Borghezio: mi sono sembrate persone vere e splendide. Anche Borghezio, nel suo stile».
Alessandro Trocino
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