Ricevo e volentieri pubblico:

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ALBA INCERTA
di Yurii Colombo

E' molto probabile che Silvio Berlusconi stia per fare le valigie. Il settimanale conservatore britannico Economist titola in prima pagina, nell'edizione europea di questa settimana, che "è tempo di licenziarlo". Ciò significa solo che i sondaggi che non possono essere pubblicati in Italia, sono ben noti all'estero. Le performances di Silvio degli ultimi giorni lo mostrano come un uomo sull'orlo di una crisi di nervi. Bocca ha esagerato a dipingerlo come il Mussolini che affonda nell'Atlantide di Salò, ma poco ci manca.
Dunque rivedremo Prodi all'opera. L'Unione è una coalizione anti-Berlusconi. Cosa faranno la Bonino, Mastella e Bertinotti nello stesso governo non è dato a sapere.
Prodi ha cercato di proporre l'immagine kennediana di una "grande frontiera", della "speranza". Verrebbe da dire: peccato che la nostra California si chiama Lampedusa. Il riassetto delle finanze e la riduzione del cuneo fiscale per far ripartire l'economia esige un programma di lacrime e sangue con una riduzione drastica della spesa pubblica. Prodi non poteva dirlo apertamente per ragioni propagandistiche.La strada è irta perchè sarà quasi impossibile agire sulla leva fiscale, soprattutto quella diretta come si fece nel 1996 con l'euro-tax. E in Italia, a parte le chiacchiere dei talk-show, nessuna persona seria crede che si possano ricavare degli intrioti significativi dalla lotta all'evasione. Si continuerà a tagliare la spesa pubblica. Per questa politica c'è bisogno del patto sociale, di una nuova concertazione, di un patto padroni-sindacato. E per questo nella prima parte della legislatura ci sarà bisogno della copertura politica di tutta la sinistra massimalista che pur di entrare al governo ha rinunciato a tutti i punti del suo già modesto programma: politica estera e legge 30 compresi.
Tremonti ha ragione: non c'è più (se c'è mai stato) primato della politica; i governi nazionali non decidono la politica economica. Se l'economia europea resterà stagnante lo resterà anche l'Italia. In teoria Bertinotti dovrebbe apprezzare il cuore del programma keynesiano di Tremonti: dilatazione della spesa pubblica e protezionismo (deficit-spending). Dal punto di vista politico però ciò significherebbe far saltare in aria definitivamente l'Unione Europea.
In politica estera il governo ha qualche potere e quindi probabilmente vedremo un'Italia più in sintonia con l'asse Parigi-Berlino che con Washington.
So bene che il "popolo della sinistra" andrà massicciamente a votare. Lo farà senza illusioni, più contro qualcuno che a favore di qualcosa.Del resto per il "popolo di sinistra" il governo Prodi fu così deludente che dopo 2 anni Bertinotti fu costretto, pena la liquefazione del suo partito, a mandarlo a casa. Oggi il suo partito è già liquefatto per cui il problema non si pone.
Siamo dunque lontani ben 30 anni dai sogni, seppur riformistici, del 20 giugno 1976.In Francia il governo della gauche degli anni Novanta ha prodotto il più grande partito d'estrema destra del mondo. Se c'è qualcuno che pensa ancora che il voto delle urne valga più del voto dei mercati internazionali, siamo curiosi di conoscerlo.
Capisco la soddisfazione di chi vuol vedere Berlusconi lunedì in ginocchio. Tuttavia le elezioni, malgrado quasi tutti le interpretino come tali, non sono una partita di champions league (l'importante è vincere anche giocando male); la "vittoria elettorale" resta qualcosa di simile al mito platonico della caverna.
Ecco perchè, freddamente, non essendoci nessun partito che dica, fosse solo a parole, di fottersene degli interessi nazionali e di guardare solo a quelli degli oppressi, per quanto mi riguarda personalmente, resterò lontano domenica dai seggi elettorali.
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Per quanto mi riguarda, invece, andrò al seggio, ma annullerò le schede.

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OGGETTO: l'istituzione di un sistema di società basato sulla proprietà comune e il controllo democratico dei mezzi e degli strumenti per la produzione e la distribuzione delle ricchezze da parte e nell'interesse della società nel complesso. Il Movimento Socialista Mondiale (http://www.worldsocialism.org) sostiene solamente l'immediata sostituzione del capitale e dei salari/stipendi con la produzione universale per l'uso; esso è organizzato in partiti fratelli in Africa, Australia, Canada, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, USA e altrove (http://worldsocialism.blog.excite.it).