Splendida figura di fanatico fascista, Goffredo Coppola, filologo classico di profondi studi, primo della lista dei fucilati di Dongo, nel gennaio 1945, mentre un modo crollava, inviò al Duce la propria traduzione dal greco de "I caratteri di Teofrasto".
Coppola comprese che, se una guerra circostanziata stava esaurendosi con la sconfitta della miglior parte, un'altra guerra sarebbe continuata, nel suo corso ininterrotto. La guerra del ricordo, della memoria, del sapere, del custodire, della luce contro le tenebre, per cui oggi conviene dire:
"Non avventarti contro le tenebre ma tieni accesa la lucerna".