Originariamente Scritto da
giovannipresbit
caro lucaromano(forse franco-carolingio o al massimo normanno-golpista)
Nella reciproca carità ma anche con chiarezza presento la mia riflessione ,la riflessione di un presbitero ortodosso dell'Ecumencio Patriarcato di Costantinopoli ,una riflessione senza se e senza ma e senza censure e senza prudenze ,sul tema che ormai è centrale anche se -e lo dico ai miei fratelli di fede-
noi cristiani ortodossi dovremmo cominciare o continuare tutti quanti a riflettere e a riflettere a prescindere dalla vostra esistenza (ovviamente non come singoli) ma come realtà comunionale e a prescindere dalla vostra egemonia reale e concreta dovunque e comunque
Questa la riflessione
Ed OVVIAMENTE ESSI RESTANO TUTTI NEO-NESTORIANI e sotto certi aspetti, questa loro identità è irreformabile,sciascianamente irreformabile all'interno della loro stessa iniziativa teologica e all'interno della loro autoriflessione.Anzi sempre di più la deriva è stato in avanzato in ogni segmento del loro arcipelago compresi non solo i loro sinistri (come sembrerebbe scontato)ma anche i loro destri. Non sono oggettivamente protestanti radicali i cattolici tradizionalisti e i sedevacantisti? In fondo lo stesso "principio papale " non è il protestantesimo in forma pura? (dal libero esame di tutti al libero esame di uno solo. ex se non ex consensu ecclesiae)
Sotto questo aspetto e lo ricnonfermo apertis verbis se i cristiani romano-cattolici tutti nessuno escluso vogliono esssere coerenti fino in fondo con le loro premesse e la loro professione di fede
devono tutti accettare la riforma protestante nelle due versioni quella radicale calvinista-battista e quella moderata diciamo così luterana-canterburiana o al massimo riconoscersi nella Comunione di Utrecht.Non hanno scampo all'interno delle loro premesse.
Se poi ovviamente rompono queste premesse(come noi abbiamo fatto) e li rompono per scelta profonda esistenziale abbandonandosi allo Spirito e alle sue monizioni allora
il discorso diventa altro e diventa magnifico
Padre Giovanni Festa
Senza insulto alcuno ma con chiarezza