Con l’argomento di oggi vengo meno ad una promessa che ho fatto molto tempo fa: non avrei mai più parlato di lega nel bene o nel male (Pontida ’93).
Vi leggo e vi osservo, giovani amareggiat: siete sui carboni ardenti per una trasferta sul pratone, pronti ad urlare tutto il vostro disprezzo alla nomenklatura del movimento.
Fatelo, ma state attenti.
Umberto è un “animale politico”, la sua arena è la piazza, la sua arma è la sua verbosità comiziale.
Una volta che fosse di fronte ad un’anacenosi di dimensioni ragguardevoli sarebbe un fiume in piena: e chi lo potrebbe fermare il “rettore popolare” capace di infiammare i cuori duri e puri?
Vi invito a riflettere (soprattutto voi, figli della Serenissima): saranno le vostre urla ed i vostri fischi più alti della sua voce, ora che ritorna a parlare di secessione? Pensateci.
E pensate pure ad Umberto come ad una batteria che si ricarica grazie alla vostra energia.
Su un pratone desolatamente vuoto umberto (volutamente minuscolo) tornerebbe a casa con le pive nel sacco e stavolta avrebbe la netta conferma che tutti coloro che credevano in lui l’hanno definitivamente abbandonato.
Pensateci.
Gioann Bagoss.