Non esistono sacramenti, non ci sono tabù, dogmi e sacerdoti, ognuno è sacerdote di se stesso. Vi sono dei capi religiosi, delle guide spirituali chiamati imam (coloro che sono davanti). Nelle moschee essi pregano davanti ai fedeli i quali ripetono le loro parole ed i loro gesti. Gli ulemà sono esperti conoscitori del Corano e della legge islamica. Molti ulemà ed imam hanno frequentato delle università teologiche (mederse) tra le quali la più famosa è quella di Al-Azhar al Cairo. Essi esercitano grande influenza e possono sposarsi come i rabbini ebraici.
Quando un bambino nasce, il padre recita dei versetti del Corano (azan) nell'orecchio destro del neonato e l'eqamah, poche frasi nell'orecchio sinistro. La circoncisione si fa di regola sette giorni dopo la nascita del fanciullo. Chi vuole essere in regola con la tradizione può circoncidersi anche da ragazzo e da adulto. Da tempi remoti questa pratica è considerata l'offerta parziale alla divinità di ciò che di più sacro possiede un essere umano (le donne non hanno anima). Fu praticata da egiziani, fenici, abissini, arabi ed ebrei.
Il matrimonio può essere celebrato in casa senza recarsi alla moschea. I genitori dello sposo chiedono il consenso alla prescelta e, se lei accetta, gli sposi, presentati da due testimoni maschi considerati giusti davanti ad Allah, vengono uniti in matrimonio da un'esponente dell'autorità locale.
Nell'Islam non c'è l'estrema unzione. Per morire in pace al Musulmano è sufficiente che qualcuno reciti un versetto del Corano e gli faccia mormorare «Non c'è altro Dio all'infuori di Allah e Maometto è il suo profeta». La salma dovrà essere sepolta con la testa rivolta verso la Mecca.