Costi quel che costi, bisogna essere giusti e riconoscere che la linea di politica estera del governo Prodi, sintetizzabile nel concetto “pur deplorando questo deploro di più quello”, si è rivelata generosa, originale e di alto profilo. Confidiamo che non subisca modifiche. Anche il resto della coalizione sta muovendosi su un terreno non del tutto condivisibile, forse, ma di indiscutibile valore ideale. Non vorremmo che vi fosse sfuggita, in proposito, l’assemblea autoconvocata “Contro la guerra senza se e senza ma, via dall’Iraq, via dall’Afghanistan” che si sta tenendo proprio in queste ore a Roma. Vi interverrà, in collegamento telefonico da Kabul, il dottor Gino Strada. E poi da Bocca a Chiesa, da Fo a Minà, dalla Hack a Cento, a Grillo, alla Guzzanti, a Salvi, Agnoletto, Del Boca e Cremaschi. Non violenza purissima. Il cui altissimo significato simbolico è rappresentato dalle adesioni della “Banda Bassotti”, di “Radici nel cemento”, dei “La Gang” e da quella degli “Assalti frontali”. Attesa da un momento all’altro anche la mite adesione dei “Maledetti, vi ficcheremo un palo nel culo”.

andrea's Version.
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