Biografia

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La difficile presa di potere

Alla morte di suo padre (714), Carlo, che ha già 26 anni, ha tutte le carte in regola per assumere la carica di Maggiordomo di Palazzo che aveva già avuto il defunto, visto che i suoi due fratelli Drogone e Grimoaldo erano anch'essi morti. Ma Carlo era un figlio illegittimo, e Plectrude, la moglie di Pipino fece di tutto per allontanarlo dal potere e proteggere l'avvenire del nipotino Teodobaldo — figlio di Grimoaldo, di appena sei anni — in qualità di legittimo erede. Ella fece dunque imprigionare Carlo.
Ma tutto ciò non teneva conto dell'opinione delle diverse province del regno, che non accettarono di vedere una donna dirigere il reame. Le rivolte cominciarono allora a scoppiare, dapprima in Neustria nel 715, quandoe Rainfroi — Maggiordomo di Palazzo di Neustrie — sconfisse Teodobaldo nella foresta di Cuise e condusse le sue truppe fino alle sponde della Mosa. Fu poi la volta delle popolazioni del Nord dell'Italia che si sollevarono e si unirono alla Neustria. Poi fu il turno dei Sassoni e degli abitanti d'Austrasia...
È a quel momento che Carlo riesce a evadere (715) e a prendere la testa dei rivoltosi d'Austrasia. Deve dapprima affrontare i Neustriani: dopo due battaglie vittoriose (Amblève - 716, Vincy - 21 marzo 717) egli li respinse fino a Parigi. Poi si diresse verso Colonia, che Plectrude aveva scelto per residenza insieme a suo nipote. A costei non restò altro che riconoscere la sconfitta e lasciar libera la carica di Maggiordomo d'Austrasia a Carlo.
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Pacificazione del regno franco

Appena insediato, Carlo mise ordine intorno a sé, ponendo sul trono Clotario IV al posto di Chilperico II, estromettendo il vescovo di Reims Rigoberto, favorevole a Plectrude. Poi, poco per volta, riprese il controllo di tutto il regno franco, vincendo dapprima Rainfroi, Maggiordomo di Palazzo di Neustria, poi il duca d'Aquitania, Eudes. Per iunificare il grande reame franco egli dovrà affrontare di nuovo la Neustria che si sottometterà definitivamente dopo la sua sconfitta nella battaglia di Soissons. Carlo s'impegnò ugualmente nel tenere lontani i pericoli provenienti dalla frontiera orientale del regno: dal 720 al 738 conquistò anche l'Austria e il sud della Germania.
Fu così che il regno franco fu ristabilito nei confini che aveva all'epoca di Pipino di Herstal.
Alla morte di Clotario IV, Carlo sarà nondimeno obbligato a mettere nuovamente sul trono Chilperico III. Questi tuttavia muore nel 721 e Carlo va allora a cercare nel monastero di Chelles il figlio di Dagoberto III, Teodorico IV, et l'insediò sul trono.
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Arresto dell'invasione araba

Nel 732 egli dovette affrontare gli eserciti musulmani del governatore di al-Andalus 'Abd al-Rahmān al-Ghāfiqī. In effetti, dal 711, gli Arabi (e i loro ausiliari berberi) avevano occupato la Penisola iberica e avevano continuato lentamente ad avanzare verso il Nord, al di là dei Pirenei, malgrado nel 725 essi avessero già conquistato la Languedoc e una gran parte della Borgogna attuale e stessero per penetrare nel cuore del territorio franco. Grazie all'intervento di Eudes, duca d'Aquitania, essi furono bloccati una prima volta a Tolosa nel 721, e, forte della sua vittoria, il duca d'Aquitania volle prevenire il ritorno dei musulmani di Spagna alleandosi al governatore berbero di Settimania. Questi, chiamato Munuza, benché di religione musulmana, era in rivolta contro i suoi correligionari di Spagna. Eudes gli dette sua figlia in sposa ma Munuza fu ucciso affrontando il governatore di Spagna 'Abd al-Rahmān al-Ghāfiqī e quest'ultimo, sullo slancio, mandò una spedizione punitiva contro gli Aquitani. Avviò dunque nel 732 un'importante offensiva attraverso la frontiera franca allo scopo, fra gli altri, d'andare a saccheggiare il santuario di San Martino di Tours.
In questa occasione il duca Eudes non poté bloccarlo da solo e chiese a Carlo di venire in suo aiuto. Nell'ottobre gli eserciti di Carlo e del duca furono riuniti per fronteggiare la razzia che avvenne il 19 ottobre 732 a Moussais, nell'attuale comune di Vouneuil-sur-Vienne, fra Tours e Poitiers. Carlo fece di tutto per evitare lo scontro e limitare il saccheggio ai dintorni. Ciò ebbe il duplice effetto di riempire di bottino i musulmani, rendendoli meno mobili e smaniosi. Al termine di sei giorni di saccheggio la battaglia fu abbastanza breve: Carlo uccise il loro capo 'Abd al-Rahmān al-Ghāfiqī e questo fece decidere le truppe spagnole a riprendere le vie del ritorno.
Secondo alcuni autori, fu a seguito di questa vittoria che Carlo fu soprannominato Martello, dal momento che aveva violentemente colpito le truppe musulmane a mo' di martello (il martello era all'epoca anche un'arma da combattimento). Secondo altri studiosi, approfittando della debolezza del duca Eudes, egli s'impadronì dei vescovadi della Loira, quindi discese nel Midi che saccheggiò coscenziosamente e da cui cacciò i capi musulmani che vi si erano insediati qualche anno prima. È solamente allora che egli avrebbe guadagnato il soprannome di Martello, senza dubbio non nel senso positivo del termine che s'è voluto far credere (almeno per le popolazioni). Comunque sia, è certo che questo soprannome ha «colpito» soprattutto gli animi: cosa che contribuì alla creazione del mito di Carlo Martello, mito ripreso e amplificato da numerosi storici non troppo «nazionalisti».

Le truppe arabo-musulmane non furono peraltro sconfitte su tutti i fronti. Esse presero Avignone e Arles nel 735, attaccarono la Borgogna e numerosi signori borgognoni «patteggiarono» alora con gli Arabi. Carlo Martello li respinse nella valle del Rodano nel 736. Nel 737 egli riconquistò Avignone con suo fratello Childebrando ma non riuscì a riprendere Narbonne. S'alleò ai Longobardi per riconquistare la Provenza. Tutti coloro che avevano collaborato con gli Arabi furono puniti e i loro beni donati ai guerrieri franchi. Gli Arabi rimasero in possesso solo di Narbonne ed è certo che tutte queste battaglie contribuirono grandemente a unificare il regno franco attorno a Carlo Martello.
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Creazione della linea carolingia

Alla morte del re Teodorico IV (737), Carlo, forte del suo enorme potere, decise di non scegliergli un successore, tanto insignificante era diventato il ruolo assolto dai monarchi merovingi. Assunse quindi realmente il potere regio franco e regnò in tal modo in tutta illegalità fino alla sua morte.
Alla sua morte, il suo potere fu diviso fra i suoi due figli:
Il suo corpo fu inumato a Saint-Denis.
Malgrado non avesse mai ottenuto il titolo di re, egli ebbe maggior potere di tutti i sovrani franchi dell'epoca, visto che la dinastia merovingia era già a quel momento in piena decadenza. Il suo potere marca i primi passi della linea carolingia, confermata dall'investitura di Pipino il Breve il 28 luglio 754.
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Bibliografia