Bye bye Max

L’America è sorpresa dalla politica estera dell’Italia e non vuole più inganni. Soprattutto sull’Iran

Roma. “Il caso in Italia è il primo al mondo in cui un funzionario del governo sta per essere condannato essenzialmente per aver cooperato con gli Stati Uniti per violare le leggi del suo stesso governo”. Il caso di cui si parla è quello noto di Niccolò Pollari, capo del Sismi, e la frase è di Ian Fisher ed Elisabetta Povoledo che, sul New York Times, hanno ricostruito – con accenti di incredulità – l’eccezione italiana nel panorama europeo di un caso di “rendition” che ha finito per tagliare la testa ai servizi segreti. Quando è scoppiato lo “scandalo” delle prigioni segrete della Cia (di cui tutti i governi erano a conoscenza) si sono aperte inchieste in ogni paese coinvolto e, nonostante le grida d’allarme sull’ingerenza americana, si sono chiuse senza troppi spasmi. In Italia no. E anzi questo dossier contribuisce a disseminare sospetti nelle relazioni tra gli Stati Uniti e il governo di Romano Prodi.
Insieme con quella tattica dei fastidi che porta l’Italia ad astenersi sul voto del seggio latinoamericano al Consiglio di sicurezza dell’Onu, nonostante tutta l’Europa (nonché Washington) si sia opposta alla candidatura del Venezuela di Hugo Chávez. Insieme con la richiesta agli Stati Uniti – rifiutata – dell’estradizione del soldato che ha sparato a Nicola Calipari. Insieme con l’incontro sciagurato di Prodi con il presidente iraniano negazionista, Mahmoud Ahmadinejad, che ha compromesso la posizione italiana sul tavolo del nucleare di Teheran. Insieme con l’asse creato ad hoc con Varsavia e Mosca per salvare il regime bielorusso di Aleksander Lukashenka dalle sanzioni dell’Europa. Insieme con l’indulto a Silvia Baraldini – condannata in America, nel 1983, a 43 anni per associazione sovversiva, estradata in Italia nel 1999 e ora libera – accolto con gelo da Washington.
Il dipartimento di stato americano sapeva che con il nuovo esecutivo ci sarebbero stati assestamenti in perfetta linea con la tradizione italiana. Ma fonti ufficiali americane dicono al Foglio che ci sono state alcune sorprese negli ultimi mesi. Sul voto per il Consiglio di sicurezza dell’Onu la posizione dell’Italia non era quella che poi si è rivelata, o almeno così era stato detto agli Stati Uniti, i quali si sono sentiti ingannati.