Interessante articolo di Giovanni Belardelli sul Corsera dell' 8 settembre 2006 (Terza pagina, p. 55):
Titoli:
"Miti politici
Gli intelletttuali del ventennio e l'Ottantanove in un saggio di De Francesco
Robespierre in camicia nera, tentazione fascista
La sinistra del regime criticò la Rivoluzione Francese, salvando il Terrore"
Trafiletto:
"Maranini: coi giacobini c'è stato il primo tentativo di reagire al dominio di classe apena instaurato"
"Eredità. A Mussolini spettava il mandato ci completare la rivolta"
La tesi vuole ribaltare la concezione tradizionale secondo cui (cfr. Togliatti e il Fascismo come "regime reazionario di massa") il regime fascista si sarebbe collocato tra le forze che sul solco di De Maistre avversavano la Rivoluzione Francese e i suoi principii.
Una disamina più accurata degli scritti degli intellettuali del regime mostra invece come molte critiche all'89 si collocassero "da sinistra": l'89 cioè come rivoluzione della Borghesia, che aveva subito escluso i ceti popolari dalla libertà e dall'eguaglianza appena conquistate.
La tesi, espressa in un sagggio da Antonio De Francesco ("Mito e storiografia della 'Grande Rivoluzione'", Guida, pp. 375, eur. 26,80), documenta come nel Ventennio non solo era ben radicata la critica al'89 come rivoluzione borghese e quindi incompleta, ma che si guardava invece positivamente al '93, cioè al Terrrore giacobino, in quanto tentativo di forzare i limiti borghesi ddella rivoluzione. Ovviamente la 'ricetta' proposta dai fascisti non era quella dello scontro di classe, ma del corporativismo. Insomma, l'erede di Robespierre non sarebe stato Lenin, ma Mussolini. L'autore cita casi che dimostrerebbero come la tesi non sarebbe stata esposta solo in pamphlettistica di terz'ordine, ma anche presentata da intellettuali di rango come il politologo Giuseppe Maranini. Tant'è vero ciò, che un libro di quest'ultimo ("Classe e Stato nella rivoluzione francese", 1935, pubbl. in una collana della Facoltà fascista di scienze politiche di Perugia) sarebbe stato ripubblicato - purgato della sola dedica al Duce - immutato nel 1952 e nel 1964!