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  1. #11
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    Citazione Originariamente Scritto da Sandinista Visualizza Messaggio
    Scusa ma che senso avrebbe toglierla per poi rimetterla anche se molto tempo dopo? Nel momento in cui rigeneri un processo ricominciano le reazioni (in senso fisico) allo stesso.
    Se fai un discorso di questo genere allora vuol dire che implicitamente anche tu pensi sia possibile una rivoluzione culturale.

    A luta continua
    Si infatti mi sono scordato di precisare una cosa. Come ho scritto prima nn credo che la rivoluzione culturale possa essere l'inizio, ma è ovvio che debba esserci per forza. Ma come ho già detto per me viene dopo, dopo che lo Stato è stato in grado di riprendersi tutto quello che gli compete. Quindi la sovranità. Poi quale, come e che stato non è oggetto di questa discussione.

    ciao

  2. #12
    Redwolf_
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    Sostituzione della Proprietà Privata sui mezzi di produzione (ad ogni livello: micro/macro) con l'autogestione. D'accordo con Sandinista, oggi è necessaria una rivoluzione culturale che smantelli lo stato d'animo borghese poichè tutti, anche gli operai possono essere dei borghesi. Tutti portatori di un'etica negativa: egoismo, opportunismo, sete di potere e di guadagno, conformismo e ipocrisia. Senza un cambiamento a 36o° dello stile di vita e/o del modo di percepire la vita, nulla potrà mai emergere. Il capitalismo è riuscito a integrare il proletario principalmente attraverso il consumismo e viceversa con "l'etica del consumatore consapevole", entrambe facce della stessa medaglia. Uomo - non più consumatore, Persona - non individuo, comunità vs società.

  3. #13
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    e di grazia, come la fate la rivoluzione culturale prima di togliere la proprietà??

  4. #14
    Redwolf_
    Ospite

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    Citazione Originariamente Scritto da Combat1982 Visualizza Messaggio
    e di grazia, come la fate la rivoluzione culturale prima di togliere la proprietà??
    Semplicemente il socialismo reale ha mostrato l'impossibilità di poter realizzare quanto tu sostieni.

  5. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da Combat1982 Visualizza Messaggio
    e di grazia, come la fate la rivoluzione culturale prima di togliere la proprietà??
    Le rivoluzioni culturali si fanno con la diffusione costante delle idee anche attraverso le lotte e le proteste continue. redwolf alla fine del suo intervento ha detto una cosa fondamentale a mio parere: comunità contro società. La questione della rivoluzione culturale è questione strettamente filosofica ancora più che politica. Si tratta di abbattere quella filosofia incancrenita da "fine della storia". Si tratta di demolire la peggior morale postmoderna, si tratta di opporre al pensiero debole una nuova etica delle comunità.
    Non siamo i primi da questo punto di vista ad opporci alla fine della storia post moderna.
    Guarda ad esempio il seguito e l'importanza che hanno oggi nella filosofia occidentale Habermas ed Apel.
    Questo significa che le possibilità di una nuova rivoluzione culturale ci sono e deve essere una rivoluzione culturale che viene dal basso. Su questa cosa i marxisti-leninisti-maoisti hanno assolutamente ragione.
    Tra l'altro le critiche di irrealizzabilità mi fanno sorridere con un pò di bonarietà se dette da chi è convinto di poter realizzare l'Imperium euroasiatico (anche dal punto di vista culturale tra l'altro!).

    A luta continua

  6. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da Redwolf_ Visualizza Messaggio
    Semplicemente il socialismo reale ha mostrato l'impossibilità di poter realizzare quanto tu sostieni.

    Assolutamente daccordo. Ed infatti si sono visti gli effetti nell'Unione Sovietica post leninista. Burocratizzazione della società, capitalismo di stato, imperialismo economico (tramite il Comecon), militare (tramite il patto di Varsavia) e politico (con le teorie della nazione guida e la presa di potere assoluta da parte dell'Urss nella Terza Internazionale con tutte le teorie connesse di sudditanza dei pc internazionali a Mosca e la "coesistenza pacifica).


    Il fatto è che a Combat sotto sotto quel modello piace assieme ad una spruzzata di nazionalismo revanscista alla Dughin. Almeno secondo me.

    A luta continua

  7. #17
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    Allora...
    Provo a porre il problema da un altro punto di vista perché secondo me tutti i post finora si sono imbattuti in un vizio di forma che è classico del comunismo.
    Faccio prima un distinguo tra proprietà e possesso: se io vivo in una casa o dipingo un quadro, quegli oggetti hanno un valore d'uso mio che non è mercificabile, ergo sono inviolabili. Gli oggetti che esulano dall'utilizzo (possesso) personale diventano merca proprietaria che serve solo ad accumulare capitale (che poi è semplicemente la forma di conteggio condivisa del valore merceologico degli oggetti).
    Se è giusto togliere ai grossi proprietari di case la loro proprietà (in quanto speculativa), è stupido togliere la casa a chi ne fa uso.
    Questa era una piccola premessa tautologica che però non fa mai male.

    Allora, tornando al main topic, secondo me la domanda è impostata male. Provo a spiegarmi perché in realtà i concetti che esprimo li ho capiti io da non troppo tempo (grazie sempre al solito genio di Preve, ma a ben vedere si capivano bene se si leggeva attentamente Marx).
    Allora, i comunisti sono contro la proprietà non per uno scrupolo etico personale, ma perché il comunismo è un movimento reale che sovverte lo stato di cose presente.
    La proprietà alla fine è una disposizione giuridica che suggella un determinato diritto. Ora, come insegna Marx più che bene, il diritto è una sovrastruttura del rapporto primigeneo di produzione.
    Infatti, il diritto alla proprietà privata inalienabile è un diritto acquisito da non tantissimo tempo nella storia dell'uomo ed è un riflesso del metodo di produzione capitalista ora e mercantile prima. I greci avevano disposizioni molto differenti sui diritti alla proprietà. Le comunità balinesi studiate da bateson (sia sempre benedetto il suo libro) pure.
    La proprietà privata non va abolita manu militari o con una rivoluzione culturale, ma è un elemento sovrastrutturale che dovrebbe dissolversi con il passaggio ad un nuovo tipo di produzione comunista.
    Quindi in termini di consecutio temporale si ha il modificarsi della metodologia produttiva tramite la formazione del lavoratore cooperativo associato (cito testualmente Marx) a cui fa seguito spontaneo l'estinguersi di forme coercitive di controllo della produzione, di gestione delle risorse e del plus valore, e di norme giuridiche che tutelano una forma di diritto difatto anacronistica.
    Quindi io non sono né a favore né contro la proprietà privata, perché essa è il riflesso del compimento di una rivoluzione dei rapporti di produzione.

  8. #18
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    Si potrebbe essere in accordo con Palvesario, soprattutto quando ci ricorda la distinzione fra proprietà e possesso. Il problema anche qui, come ha notato lui stesso, è il passaggio, il cambiamento, la rivoluzione culturale. Come si capisce da quello che dice, ed è quello che temevo negli altri post, il problema è quello che da 100 anni affligge i comunisti: "che facciamo aspettiamo che passa la rivoluzione oppure andiamo a piedi?". Questa impostazione finirà per far scegliere di aspettare la rivoluzione, così come l'aspettano in molte anche nei partiti più grandi (tipo DS).

    Per la critica al socialismo reale, è fuori moda difenderlo, ma vi ricordo che è stato pressoche l'unico esempio reale di antagonista del sistema atlantico e che è vissuto per tutta la sua esistenza circondato da nemici ed in guerra. E' comunque l'unico esempio puro che abbiamo e se fossi in voi nn ci sputerei sopra come avrebbe fatto un marx.

  9. #19
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    Citazione Originariamente Scritto da Combat1982 Visualizza Messaggio
    Si potrebbe essere in accordo con Palvesario, soprattutto quando ci ricorda la distinzione fra proprietà e possesso. Il problema anche qui, come ha notato lui stesso, è il passaggio, il cambiamento, la rivoluzione culturale. Come si capisce da quello che dice, ed è quello che temevo negli altri post, il problema è quello che da 100 anni affligge i comunisti: "che facciamo aspettiamo che passa la rivoluzione oppure andiamo a piedi?". Questa impostazione finirà per far scegliere di aspettare la rivoluzione, così come l'aspettano in molte anche nei partiti più grandi (tipo DS).

    Per la critica al socialismo reale, è fuori moda difenderlo, ma vi ricordo che è stato pressoche l'unico esempio reale di antagonista del sistema atlantico e che è vissuto per tutta la sua esistenza circondato da nemici ed in guerra. E' comunque l'unico esempio puro che abbiamo e se fossi in voi nn ci sputerei sopra come avrebbe fatto un marx.
    Il comunismo è una teoria che si fa prassi, è ovvio che le interpretazioni poi sono profondamente diverse. Io sono uno che crede nella diversità di idee l'importante è che siano in relazione dialettica e non schemi chiusi. Ci sono ampi filoni più o meno attendisti, diciamo che io personalmente ora come ora credo sia necessario costruire *l'ambiente* su cui operare la spallata finale rivoluzionaria. D'altronde non esistono rivoluzioni senza contesto.
    Inoltre credo che se non si mettono giù almeno le basi del nuovo modello produttivo si ricadrebbe in un infantile e giovanilistico ribellismo inconcludente.

    Sul socialismo reale (forte, ma non unica esperienza socialista visto che abbiamo l'Ucraina di Makhno, la Spagna del '36 e la Comune di Parigi del 1848 per citare qualche esempio) non lo appoggio né lo denigro, semplicemente lo storicizzo cercando di intravederne lati positivi ed errori da non ripetere.
    Il passato è il regno dei morti, un regno a cui non si può accedere per cambiarlo ma lo si può al limite consultare per consiglio.
    A me interessa l'oggi (e ancor di più il domani).

  10. #20
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    Sono favorevole all'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione che vada sostituita con la proprietà Statale e la gestione degli stessi data ai lavoratori, in un'ottica di demercificazione dei prodotti, altrimenti non ha senso abolire la proprietà privata se rimaniamo in un'ottica capitalista e cioè di vendita e non di mero consumo.
    Sono quindi per la nazionalizzazione del sistema bancario con la conseguente proprietà statale e quindi popolare della moneta.

    Sono a favore della proprietà privata della casa e dei beni di consumo.
    i beni di estremo lusso vanno aboliti grazie alla socializzazione integrale della società in cui la redistribuzine della ricchezza sia omogenea, favorevole anche al reddito di cittadinanza; ogni uomo in quanto tale deve avere la possibilità di vivere dignitosamente solo per il fatto che è nato.

 

 
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