Risultati da 1 a 4 di 4
  1. #1
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    Li dove ho inalzato mura solide a difesa dell'agressore Socialista. Li dove la strada ha il mio nome. Li dove ho costruito una torre bene armata in difesa della Libertà. Li dove sono Sovrano e i messi dello Stato non sono i benvenuti.
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    Carlo Cattaneo, Repubblicano, Federalista, Liberista, Minarchico....

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    Carlo Cattaneo, Repubblicano, Federalista, Liberista, Minarchico.







    Carlo Cattaneo (15 giugno 1801 Milano o forse Villastanza di Parabiago - 6 febbraio 1869 Castagnola), patriota, politico federalista, filosofo e scrittore lombardo.


    Vita
    Amico di Luciano Manara.
    Pare che nacque a Villastanza, frazione di Parabiago (MI), nella villa di un amico di famiglia, durante un soggiorno estivo dei genitori. Difatti Don Marco Ceriani, uomo di chiesa e storico parabiaghese, nel suo libro "Storia di Parabiago, vicende e sviluppi dalle origini ad oggi" (1948 - edito da Unione Tipografica di Milano), cita la nascita del Cattaneo, come evento realmente accaduto nella frazione: egli essendo un religioso, aveva libero accesso agli atti redatti e conservati negli archivi delle parrocchie parabiaghesi, un tempo unica fonte documentale, poiché la chiesa rappresentava la massima istituzione in paesi e borghi.
    Nel 1848 a Milano Cattaneo ottenne alcune concessioni dal vicegovernatore austriaco, subito annullate dal generale austriaco Josef Radetzky.
    Cattaneo e i suoi insorsero, iniziando le cinque giornate di Milano.
    Dopo una serie di moti popolari, il 9 febbraio 1849 viene proclamata la Repubblica Romana, guidata da un triumvirato costituito da Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini.
    In seguito ai moti del 1848-49 il Cattaneo riparò in Svizzera e tenne dimora a Castagnola, presso Lugano. Qui ebbe modo di stringere maggiormente la sua amicizia con Stefano Franscini, potente politico ticinese, e a partecipare alla vita politica del Cantone e della città.
    Qui fu uno dei fondatori del Liceo di Lugano che volle fortemente per creare un'istruzione laica libera dal giogo della Chiesa, al fine di formare quella classe borghese liberale e laica che erano alla base dello sviluppo economico del resto della Svizzera.
    Morí sempre a Lugano, e pur essendo più volte eletto in Italia come deputato del Parlamento dell'Italia unificata, rifiutò sempre di andarci per non giurare fedeltà ai Savoia.

    Pensiero politico federalista

    Il Cattaneo viene ricordato per le sue idee federaliste improntate su un forte liberalismo e laicismo. All'alba dell'Unificazione italiana, il Cattaneo era fautore di un sistema politico basato su una confederazione di stati italiani sullo stile della Svizzera. Egli, infatti, avendo stretto amicizia di vecchia data con politici ticinesi come Stefano Franscini, aveva ammirato nei suoi viaggi l'organizzazione e lo sviluppo economico della Svizzera interna che imputava proprio a questa forma di governo. E’ più pragmatico di Mazzini, è un figlio dell’illuminismo, in lui è forte la fede nella ragione che si mette al servizio di una vasta opera di rinnovamento della società. Per Cattaneo scienza e giustizia devono guidare il progresso della società, tramite esse l’uomo ha compreso l’assoluto valore della libertà di pensiero; il progresso umano non deve essere individuale ma collettivo, attraverso un continuo confronto con gli altri. La partecipazione alla vita della società è un fattore fondamentale nella formazione dell’individuo: il progresso può avvenire solo attraverso il confronto collettivo. Il progresso non deve avvenire per forza, se avviene, avverrà compatibilmente con i tempi: sono gli uomini che scandiscono le tappe del progresso. C. nega l’idea di contratto sociale, gli uomini si sono associati istintualmente: “la società è un fatto naturale, primitivo, necessario, permanente, universale…”; è sempre esistito un “federalismo delle intelligenze umane”: è sorto perché è un elemento necessario delle menti individuali. C. riconosce il valore della singola intelligenza, afferma però, che più scambio e confronto ci sono, più la singola intelligenza diventa tollerante; in questo modo anche la società sarà più tollerante: i sistemi cognitivi dell’individuo devono essere sempre aperti, bisogna essere sempre pronti da analizzare nuove verità. Così come le menti si devono federare, lo stesso devono fare gli stati europei che hanno interessi di fondo comuni; attraverso il federalismo i popoli possono gestire meglio la loro partecipazione alla cosa pubblica: “il popolo deve tenere le mani sulla propria liberta”, il popolo non deve delegare la propria libertà ad un popolo lontano dalle proprie esigenze. La libertà economica è fondamentale per C., è la prosecuzione della libertà di fare: “la libertà è una pianta dalle molte radici”, nessuna di queste radici va tagliata sennò la pianta muore. La libertà economica necessità di uguaglianza di condizioni, le disparità ci saranno ma solo dopo che tutti avranno avuto la possibilità di confrontarsi. Cattaneo è repubblicano e una volta eletto rinuncia ad entrare in parlamento perché rifiuta di giurare dinnanzi al re.
    Ancora oggi il Cattaneo viene visto come l'iniziatore della corrente di pensiero federalista in Italia.

    Opere
    Voci correlate

    Nel 1971 Norberto Bobbio ha pubblicato Una filosofia militante: studi su Carlo Cattaneo.
    Università Carlo Cattaneo, (ex Libero istituto universitario "Carlo Cattaneo" - LIUC) (sito) - Castellanza

  2. #2
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    CARLO CATTANEO
    1801- 1869


    Carlo Cattaneo pensava che un partito federalista non avrebbe dato il federalismo dall'Italia. Il federalismo non poteva essere il programma di un solo partito politico, ma avrebbe dovuto essere il comune sentire della gente. Il federalismo sarebbe dovuto partire dal basso, da un patto de popolo.
    Ognuno deve essere convinto che l'unica soluzione per avere sia la liberta' sia l'indipendenza e' il federalismo.
    Il federalismo di Cattaneo non e' un federalismo economico, o almeno non prima di tutto: il fatto di tenersi i propri soldi e' piu' che altro una conseguenza del federalismo cattaneano, che e' soprattutto federalismo di diritto.
    Il Comune e' un fatto naturale, cosi' come la famiglia, quindi viene naturale pensare che la cellula fondamentale di governo, la' dove il singolo individuo puo' esprimere liberamente il proprio essere e' il Comune ed ivi e' dunque giusto che tutto venga deciso e fatto.
    Il pensiero di Cattaneo si eleva a livelli difficili da comprendere pienamente per il cittadino italiano del giorno d'oggi, cosi' come per i suoi contemporanei. Il discorso di Cattaneo e' molto difficile da capire, perche' molto complesso, ed e' difficile da commentare senza fare errori. Cattaneo e' uomo dal pensiero lineare, scientifico. Uno scritto di Cattaneo cosi' come un teorema matematico va letto senza saltare passaggi: ogni frase e' parte del teorema ed e' necessaria per capire cio' che intende Cattaneo. Egli non ha mai avuto eccessi incongruenze nel suo pensiero.
    Cattaneo pensava che l'istruzione fosse una delle tante cose fondamentali che mancavano nel suo tempo e mancano tutt'ora soprattutto fra i nostri politici.
    Il Suo non e' un pensiero ideologico. Cattaneo e' convinto che tutto possa essere discusso e risolto scientificamente attraverso il lume della ragione.
    Secondo me bisogna imparare a pensare limpidamente e razionalmente come Cattaneo, e per farlo l'unico modo e' leggere Cattaneo.
    Per chi si appresta ad una lettura di Cattaneo restera' sconvolto dalla quantita' di articoli, riviste e libri che scrisse. Manca un'opera generale che contenga tutto il pensiero di Cattaneo, ma secondo me e' meglio sia cosi': l'importante e' il modo di pensare, non bisogna leggerlo come un testo filosofico, Cattaneo non scriveva verita' rivelate, ma usava come mezzo la ragione, che e' proprio cio' che dovremmo imparare ad utilizzare anche noi leggendo dai suoi scritti.
    Egli dice che il principio della filosofia si deve basare sul dato reale. La realta' va interpretata dalla ragione ed i problemi vanno risolti in un certo modo non perche' lo dice il Cattaneo, ma proprio perche' quella della ragione e' la soluzione corretta per raggiungere sia la liberta' sia l'indipendenza.

  3. #3
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    AUTONOMISMO & STATALISMO


    Autonomismo e Statalismo: da dove vengono queste parole? Se le e' inventate qualche partito politico, oppure risalgono ad uno scontro più vivace precedente all'unificazione italiana?

    L'unità è stata operata sotto una delle dittature più antiquate e meno illuminate d'Europa: quella di casa Savoia. I regnanti sabaudi non avevano mai avuto a cuore le sorti dell'Italia e questo lo dimostrarono più volte ad iniziare dalla restituzione di Milano all'Impero Austro Ungarico dopo la vittoria popolare delle Cinque Giornate. Ai Savoia interessava solamente acquisire un posto di rilievo fra le altre nazioni europee, ed il prestigio, un tempo, era dato dalla grandezza del regno. I regnanti non ebbero rimorsi di coscienza a scambiare la loro piccola Savoia, terra d'origine in cui erano sepolti i loro padri, con la più grande Padania, in un patto scellerato coi francesi.

    Tra gli uomini di cultura padani del tempo serpeggiavano due fondamentali idee contrapposte l'una all'altra. Semplificando: statalismo e federalismo: Mazzini e Cattaneo.

    Mazzini pensava che l'unità fosse la cosa fondamentale, le altre cose sarebbero giunte in seguito. Mazzini era pronto a fare patti col diavolo pur di ottenere l'unità italiana e la cacciata degli stranieri dal suolo patrio. Mazzini pensava che in Italia, così come nelle più grandi nazioni Europee l'unità fosse il passo principale per ottenere in seguito e gradatamente la democrazia e infine la scelta della forma di governo.

    Cattaneo uomo pragmatico aveva intuito chi fossero realmente i Savoia: solo un potere oppressore straniero agli italiani che si sarebbe sostituito agli stranieri d'oltralpe per governare sull'Italia soffocando gli aneliti di democrazia e libertà.

    Cattaneo era stato a capo del Governo provvisorio di Milano durante le Cinque Giornate, aveva già assaporato il tradimento dei nobili milanesi prima, e dei Savoia in seguito.

    Cattaneo era un illuminista che stimava il buon governo, ma soprattutto la democrazia. Era conscio che gli Stati italiani erano molto diversi l'uno dall'altro sia per cultura (scientifica e politica) sia per lingua. L'unica maniera - sosteneva Cattaneo - affinché l'Italia potesse unificarsi era il rispetto delle autonomie. Il Cattaneo anteponeva all'unificazione la democrazia. Pensava che l'unificazione fosse possibile solo attraverso la libera federazione degli stati preunitari, una volta pronti al grande passo. Secondo Cattaneo questo sarebbe stato l'unico modo perché l'Italia progredisse sulla strada delle grandi nazioni Europee in un regime di piena libertà e democrazia, e soprattutto nel rispetto dell'autonomia dei diversi popoli che avrebbero composto gli Stati uniti d'Italia.

    Come è abbastanza ovvio Cattaneo e Mazzini litigavano spesso riguardo a queste tematiche e, si dice, che spesso finissero alle mani.

    Non è cambiato nulla da allora: Cattaneo finì i suoi giorni nel Canton Ticino nella Confederazione Elvetica nel 1869, un anno prima dell'unificazione e, pur essendo stato eletto parlamentare dello stato italiano non volle mai partecipare a nessuna seduta per non dover riconoscere nemmeno indirettamente il nuovo stato creato su un regime dittatoriale e poco illuminato come quello Sabaudo.

    I Savoia, disgrazia d'Italia, misero subito mano al loro progetto criminale ed antidemocratico: in sprezzo all'Autonomia e alla Democrazia misero in piedi uno stato centralizzato che come unico scopo non aveva il bene dell'Italia e dei popoli italiani, bensì l'affermazione della loro casata regia sul territorio italiano. Ricordiamoci che per ambire al Regno d'Italia i monarchi si sarebbero dovuti far incoronare a Monza con la Corona Ferrea, come era sempre accaduto nel Medioevo con gli altri conquistatori. I monarchi Sabaudi invece vennero scomunicati e non vennero mai incoronati a Monza. Per questi motivi, e non solo per questi, dovettero reinventarsi tutto un apparato cerimoniale ed una serie di favole antistoriche che si rifacevano al mito di Roma e dell'Impero.

    Il Cattaneo criticava già al tempo tutta questa messinscena che aveva solo come unico scopo la legittimazione della casa reale.

    Altri pensatori, stile Mazzini, vedevano probabilmente in tutto questo una cosa di poco conto: l'importante era aver unito l'Italia, al resto si sarebbe pensato a tempo debito.

    Con la morte di Cattaneo nel 1869 la parte federalista subì un forte contraccolpo che è durato un secolo: in Italia la lotta politica si spostò su altri temi e l'Italia ne piange ancora le conseguenze.

  4. #4
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    Un'Interpretazione del modello di aggregazione Federale di cattaneo esteso a tutto il mondo
    Come forse non tutti sanno, prima delle 5 giornate di Milan, Cattaneo sosteneva l'idea di una Federazione della Lombardia con gli altri stati dell'Austria, perche' il concetto di unita' d'Italia era per lui e per molti un'idea utopica,impossibile da attuare: era molto più concreto parlare di federazione all'interno dell'Impero Asburgico. Cattaneo in seguito ebbe modo di modificare la propria idea, sostenendo una federazione del lombardo veneto, a cui poi si sarebbero potuti aggregare anche tutte le diverse nazioni italiane una volta che fossero pronte per farlo. Non e' un mistero che Cattaneo sostenesse il primato della Lombardia e del Veneto sia sul piano tecnico-scientifico sia su quello culturale. Milano aveva conosciuto l'illuminismo, mentre il Piemonte era ancora legato alle sottane dei preti, immerso nell'oscurantismo despotico di un sovrano che divenne, in seguito alle 5 giornate, il peggior traditore del popolo milanese, come sostenne Cattaneo.
    Cattaneo era stato un grande estimatore del modello federale elvetico, e non ne faceva certo segreto. La Svizzera non nacque come nazione, ma come aggregazione graduale di diversi cantoni. Gli svizzeri rappresentano la loro Confederazione con un'allegoria: una pianta dai molti rami sul cui tronco ci sono i tre cantoni fondatori e sui cui rami invece seguono via via tutti i simboli degli altri cantoni, fino a quelli di recente aggregazione, che appaiono sulle fronde piu' elevate della pianta. Cosi' come era avvenuto per i cantoni Elvetici, dove la Confederazione era partita dal basso, cosi' Cattaneo voleva che succedesse in Italia. Prova ne e' l'aspra critica contro il Piemonte e la sua occupazione della Lombardia (1). Il re spogliò il popolo milanese delle sue armi e lo consegnò allo straniero. Una terra che si era liberata da sola, dovette essere ceduta, una volta che al popolo erano state tolte le armi con cui difendeva le proprie liberta'. E' di Cattaneo la frase: militi tutti, soldato nessuno (2). Soldato per Cattaneo era il mercenario che combatteva per un re e non per difendere giustamente la propria terra e i propri averi.
    La Federazione italiana che propugnava Cattaneo si sarebbe allargata gradualmente (3). Tutte le nazioni italiane avrebbero potuto partecipare alla Federazione una volta che fossero pronte per farlo, ovvero quando avessero raggiunto il livello culturale del Lombardo Veneto. E' molto interessante che Cattaneo non parli di parametri economici, ma solo di parametri culturali, seppure lui si sia interessato molto a fondo di statistica e di economia. Si puo' pensare, a mio parere che per Cattaneo il raggiungimento di un livello culturale adeguato è sinonimo anche di ricchezza materiale.
    I parametri per aderire alla Federazione non sono solo culturali, quindi, ma anche sociali:
    Educazione = condizioni di vita migliori.
    Ma non solo: un'educazione sana, quale la voleva Cattaneo, avrebbe portato alla consapevolezza politica dell'individuo, cioe' alla capacita' della persona di prendere le proprie decisioni attraverso il lume della ragione.
    Educazione = essere capace di ragionare = avere responsabilità di prendere le proprie decisioni.
    L'educazione insieme all'uso delle armi per difendere la propria liberta', erano le condizioni essenziali per Cattaneo, affinche' l'individuo potesse essere capace di partecipare alla vita politica.
    Ecco dove si vede l'illuminista Cattaneo, convinto che una volta individuato l'obiettivo, la ragione indichi una sola strada per raggiungerlo, o per dirla in una metafora: un gruppo di alpinisti puo' discutere a lungo sulla strada da compiere per raggiungere la cima di una vetta, ma la strada e' unica: o la si trova o non la si trova.
    La Federazione di Cattaneo e' uno stato aperto, che chiunque sia dotato di ragione puo' raggiungere. La scienza per Cattaneo e' il vertice della cultura occidentale, ma non solo: la scienza trascende la cultura occidentale, perche' e' la cultura della ragione, e quindi mondiale, verso cui tutti i popoli dovrebbero tendere. Solo l'occidente ha saputo proporre la scienza, al contrario della China (riferimento che Cattaneo spesso utilizza in contrapposizione con lo sviluppo del mondo occidentale federale: l'America). E' naturale per Cattaneo che la scienza si leghi alla liberta' e al federalismo, ed infatti molte volte le loda tutte assieme, come fossero una nuova trinita' della ragione da contrapporre all'oscurantismo della Chiesa e degli stati nazionali del tempo.
    La Federazione e' tale che si puo' allargare gradatamente a tutta Europa e a tutto il mondo, volendo. Non c'e' confine immutabile, non c'e' chiusura nazionalista: non c'e' nemmeno il concetto di nazionalismo. Questo e' un argomento molto attuale, che solo pochi commentatori del pensiero di Cattaneo sottolineano. Cattaneo era l'unico pensatore del suo tempo cosi' avanti da capire che i concetti di nazione sono fasulli, perche' strumento dei potenti per acquisire maggior potere. Il potere per Cattaneo doveva essere il piu' decentrato possibile: sparso, in modo che non ricadesse nelle mani di pochi, nemmeno di un unico parlamento, che sarebbe potuto essere comperato facilmente dai poteri forti del tempo. Il potere doveva stare il piu' possibile nelle mani del popolo, e questo doveva difenderlo con le armi e con l'istruzione (4). Se la gente avesse capito Cattaneo, se il suo pensiero fosse stato maggiromente diffuso in Europa, molto difficilmente ci sarebbero state due guerre mondiali scatenate dal nazionalismo piu' sfrenato.
    Cattaneo tra l'altro riguardo all'allargamento della Federazione, fa un ragionamento molto saggio: i popoli che vogliono aderire alla Federazione devono raggiungere per conto proprio i parametri culturali-sociali della nostra federazione (5). E' necessario che avvenga cosi', altrimenti si ricade nel colonialismo e nell'imposizione della nostra cultura a gente che non e' in grado di recepirla. Per ritornare al nostro esempio della vetta: non tutti percorrono lo stesso sentiero per avvicinarsi alla montagna da scalare, ma alla fine il sentiero finale per arrivare alla vetta e' unico, perche' secondo il Cattaneo esiste una sola ragione, dato che l'uomo per Cattaneo e' razionale.
    Oggi piu'che mai il pensiero di Cattaneo e' moderno e attuale.

 

 

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