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Dragonball
Sullo sfondo il tema del federalismo fiscale. Galan: bisogna sbrigarsi
a rischio le istituzioni democratiche. Il sindaco: solo ragioni storiche
Cortina vuole la secessione, è polemica
Referendum per passare all'Alto Adige
Unanimità in Consiglio comunale. Voto a ottobre. Bolzano pronta ad accogliere i "secessionisti"
Marzotto: "Ingrati". Barilla: "Forzature inutili e destabilizzanti". Riello: "Con la fuga non si risolve"
di NICOLA PELLICANI
CORTINA D'AMPEZZO - Il vento secessionista adesso soffia forte anche a Cortina. La voglia di lasciare il Veneto non riguarda più solamente i piccoli Comuni di confine dimenticati da tutti e da tutto, ma anche la "regina delle Dolomiti".
Il Consiglio comunale l'altra sera ha detto sì all'unanimità al referendum per cambiare regione. Toccherà ora ai cittadini decidere cosa fare, con ogni probabilità già il prossimo ottobre. È stato l'ultimo atto del Consiglio comunale prima dello scioglimento in vista delle elezioni amministrative del 27 maggio.
Cortina punta dritto verso il Trentino Alto Adige, ma la spinta secessionista verso le regioni a statuto speciale nel Veneto è un pentolone in continua ebollizione. I Comuni del Veneto orientale, in provincia di Venezia spingono per saltare dall'altra parte del Tagliamento, in Friuli. Mentre nel Bellunese si allarga ogni giorno la schiera di quelli pronti a tutto per entrare a far parte della famiglia dell'Alto Adige.
Sullo sfondo c'è il tema del federalismo, soprattutto fiscale, affrontato anche la scorsa settimana dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in visita a Venezia. "Io lancio messaggi nella bottiglia - aveva detto Napolitano - senza certezza che vengano raccolti. Mi hanno però assicurato che il disegno di legge delega sul federalismo fiscale è imminente". Ma quanto imminente? Per il governatore del Veneto Giancarlo Galan "non c'è un minuto da perdere, sono a rischio le stesse istituzioni democratiche del Veneto". Un grido d'allarme per richiamare le Camere a ripianare quegli svantaggi economici cui sono vittime in particolare le comunità di confine. Ma Luis Durnwalder presidente della provincia di Bolzano si dichiara favorevole ad accogliere i "secessionisti".
Il sindaco di Cortina Giacomo Giacobbi giura però che l'iniziativa non è partita per ragioni di soldi, bensì storiche. Perciò non snocciola cifre, ma date storiche: "Siamo stati per cinquecento anni sotto l'Austria, poi nel 1918 siamo diventati italiani, e con la suddivisione territoriale seguita alla seconda guerra mondiale Cortina, Livinallongo e Colle Santa Lucia sono rimaste nel Bellunese, mentre le altre comunità ladine sono state incluse nella nuova regione a statuto speciale". I tre comuni adesso intendono riunificarsi con l'universo ladino. Tutto qui?
La ragione è nobile, ma una chi conosce bene i cortinesi come Marta Marzotto, scoppia a ridere: "I ladini? La guerra l'hanno persa, mica vinta. Faccio fatica a pensare che i cortinesi non siano mossi da questioni economiche. I cortinesi confermano che sono solo degli ingrati. E sapete perché? Per il semplice motivo che tutto quello che hanno lo devono agli italiani, in particolare ai veneti, non certo agli altoatesini e tantomeno agli austriaci. È da 50 anni che veniamo a Cortina pagando prezzi folli. Far la spesa in cooperativa in Corso Italia costa più che far lo shopping da Bulgari. Alla base c'è quindi solo una questione di soldi. Detto questo, volete dargli torto. Sbagliano a chiedere di avere le stesse opportunità dell'Alto Adige?".
La domanda risuona nella valle ampezzana dove sono già arrivati per trascorrere le vacanze pasquali, Andrea Riello e Paolo Barilla, altri due fedelissimi di Cortina. Il primo, presidente degli industriali veneti, conosce bene il tema e non condivide la scelta: "Non è cercando di fuggire dove ci sono condizioni migliori che si risolve il problema. Cortina sente ovviamente, più di altre realtà, il divario di trattamento fiscale e il diverso sostegno negli investimenti da parte della pubblica amministrazione. La questione è all'ordine del giorno". Non è affatto convinto che Cortina abbia imboccato la strada giusta anche Barilla: "Il buon senso mi fa dire che non è così che si fa. Sono forzature inutili e destabilizzanti, bisogna ridiscutere la riorganizzazione dei territori di confine in un'ottica di sviluppo che coinvolga l'intero Paese".
(7 aprile 2007)
Notate come molti comuni del Veneto confinanti col Trentino e con il ST stiano facendo le valigie,segno evidente che alle chiacchere di Galan, ai bla-bla dei sinistri presunti federalisti, e alle sparate dei leghisti non crede + nessuno.
I cortinesi (si dice così?) l'hanno capito molto bene: altro che federalismo fiscale!Qui il Nord paga sempre + di prima nonostante le chiacchere di Nabbulitano & C...e loro giustamente sene vanno in Sud Tirolo.
Bravi e pragmatici!