Originariamente Scritto da
tolomeo
La volpe e l’Iva
Sarko alza l’imposta indiretta, taglia il cuneo e ottiene “meno tasse per tutti”
I socialisti francesi sono fuori dai gangheri. Nicolas Sarkozy vuole applicare “l’Iva sociale” per rilanciare la competitività delle imprese e fermare le delocalizzazioni, e loro sono costretti a chiedere il voto contro quello che hanno sempre voluto: l’aumento delle tasse. L’Iva al 24,6 per cento – cinque punti in più – potrebbe far paura per gli effetti inflazionistici e i consumi. Ma gli economisti rassicurano: l’operazione è economicamente a costo zero. I 40 miliardi di euro ricavati vanno a finanziare la riduzione di cinque punti del costo del lavoro per le imprese, con conseguente aumento della competitività e sensibile crescita dell’occupazione, che limitano un eventuale calo dei consumi. Ma, in concorrenza, se l’imprenditore è razionale e furbo, abbasserà il prezzo di vendita dei prodotti Iva esclusa della stessa proporzione in cui diminuiscono i costi di produzione. Insomma, i prezzi Iva inclusa non si muovono, l’inflazione è ferma, l’occupazione cresce e i consumi aumentano. Senza che lo stato abbia sborsato un solo euro.
Inventato dai danesi, il cuneo fiscale sarkozista è già collaudato con successo da Angela Merkel. Sei mesi dopo l’aumento di 3 punti dell’Iva in Germania, tutti gli indicatori sono positivi: la disoccupazione scende, i conti pubblici sono in equilibrio e le esportazioni corrono. Perché l’Iva sociale ha un vantaggio per le economie irreggimentate dalla zona euro: effetti analoghi alla svalutazione della moneta. Le esportazioni sono più competitive, il prezzo dei prodotti importati aumenta del 5 per cento e le delocalizzazioni rallentano. “Non è uno scandalo se le magliette cinesi servono un po’ a finanziare la nostra protezione sociale”, ha spiegato il primo ministro, François Fillon. Per compensare inghippi, c’è il resto del pacchetto fiscale: detassazione degli straordinari, scudo sull’imposizione al 50 per cento del reddito, deducibilità degli interessi sul mutuo – 7.500 euro di potere d’acquisto in più a famiglia – e abolizione della tassa di successione per il coniuge. La rivoluzione economica di Sarkozy è meno tasse per tutti e, semmai, indirette.