Myrddin
Merlino, sei quello con il cappello?
Ti facevo più vecchio...
eh eh
Bella foto tra l'altro
Goodbye Lenin, a Berlino apre l'albergo per i nostalgici della DDR
I proprietari: «Pronti ad aprirne altri»
FRANCESCO MOSCATELLI
Goodbye Lenin. No, bentornato. Non è un film, ma nemmeno il miracoloso risveglio dal coma di un polacco vittima di un incidente stradale alla guida della sua Trabant. A Berlino ha aperto “Ostel” un albergo per nostalgici della DDR, dal portone d’ingresso alle camere da letto. Un viaggio nel passato, “all inclusive”: 9 euro per una semplice visita, 38 euro per la stanza più economica. A pochi metri dalla East Side Gallery, il tratto più lungo del Muro di Berlino ancora in piedi.
Gli orologi appesi dietro il bancone della reception non mostrano l’ora digitale delle capitali della globalizzazione, ma le lancette, rigorosamente nere su quadrante bianco, del mondo comunista: Mosca, Berlino, L’Havana e Pechino. Non c’è traccia di New York, tantomeno di Dubai. Dentro l’albergo è il tempo stesso che sembra essersi fermato: alle pareti i ritratti di Mao, Fidel e Stalin, nei corridoi pezzi d’antiquariato rimediati nelle soffitte e nei mercatini dai due titolari, Daniel Helbig e Guido Sand. Ma anche molte chicche per veri cultori del genere, come la carta da parati più diffusa al di là della cortina di ferro negli anni Settanta. O le fotografie di Honecker e Sindermann che sovrastano i letti, dando ai clienti la sensazione di essere perennemente sotto osservazione. Incubi a base di spie, documenti segreti e comitati centrali sono compresi nel prezzo. La chiamano “Ostalgia”, una forma di fascino per tutto che ciò che era “Ost”, dell’est. Pare contagi operai in pensione così come giovani studenti, tedeschi ed europei orientali ma anche americani e giapponesi. Non è indispensabile essere vissuti sotto i regimi di Tito o nell’Urss di Breznev per esserne affetti.
“Siamo pronti ad aprire altre filiali in Polonia e negli altri paesi che aderivano al Patto di Varsavia” confermano i proprietari. Il mercato è in piena espansione. “Proviamo a creare un sentimento comune – spiega una giovanissima impiegata dell’Ostel – In contrasto con il mondo mordi e fuggi di oggi”. Sarà. Ma sembra proprio che il comunismo stia diventando un business. Scritto in inglese, con buona pace di Cruscev e Andropov
http://www.lastampa.it/redazione/cms...3026girata.asp
Myrddin