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  1. #1
    TRUCIDO
    Ospite

    Predefinito Schio: Lettera a Veltroni

    Schio: Lettera a Veltroni L’On. Alessandra Mussolini, segretario nazionale di Azione Sociale ed europarlamentare di Alternativa Sociale, invia la seguente lettera aperta a Valter Veltroni sull’anniversario dell’eccidio di Schio:
    “Sindaco Veltroni,
    tramite il responsabile vicentino di Continuità Ideale, Alex Cioni, sono venuta a conoscenza che la senatrice comunista Tiziana Valpiana si rallegra del fatto che quest’anno non sarà concesso l’uso del Sacrario Militare di Schio per la commemorazione dei 54 italiani assassinati da un commando di partigiani durante la notte del 6/7 luglio del 1945.
    Da qualche anno a Schio le organizzazioni d’Arma che racchiudono i combattenti reduci della Repubblica Sociale Italiana, congiuntamente al Movimento culturale Continuità Ideale, si ritrovano nella città del Pasubio per ricordare le vittime di questa strage e con loro tutti i Caduti, militari e civili, disconosciuti per oltre sessant’anni da questa Repubblica nata (dicono loro) dalla Resistenza.
    Contrariamente dalla propaganda messa in atto ogni anno da tutta la sinistra locale, si tratta di una cerimonia sobria che si è sempre caratterizzata da una Messa, da un corteo silenzioso lungo le vie della città e dalla deposizione di un mazzo di fiori sul luogo dove è stato compiuto il massacro.
    Nel 2005 ho avuto modo di parteciparvi anche io e posso garantire che le quasi 2500 persone convenute hanno mantenuto un comportamento ineccepibile e disciplinato nonostante le continue provocazioni dei soliti pacifisti a senso unico culminate in una pesante aggressione ad un militante di destra.
    Mio malgrado devo prendere atto che la senatrice comunista, invece di occuparsi dei tanti problemi che affliggono gli italiani, anche a causa del malgoverno che sostiene, spende il suo tempo prezioso di parlamentare per svolgere il ruolo di sceriffo, volto a ledere i più elementari diritti di libertà garantiti dalla Costituzione italiana.
    Per la verità non mi sorprende più di tanto che i comunisti si attivino per impedire che una semplice funzione religiosa si svolga regolarmente, come non mi sorprende che gli stessi abbiano sempre fatto di tutto per impedire che a Schio si svolga una libera manifestazione di pensiero allo scopo di fare uscire dall’oblio una parte importante della storia d’Italia.
    Non è cosa nuova che la sinistra, cui Lei anche appartiene, si sia sempre ritenuta moralmente un gradino superiore a tutti gli altri, perché a suo dire detentrice della verità assoluta.
    Tuttavia, che la sinistra - post o neo comunista - usi la clava dell’antifascismo militante per giustificare quella che in realtà è solo ed esclusivamente una grave violazione dei più elementari diritti civili senza che nessuno alzi un dito, considero un fatto politicamente molto grave il fatto che ad avallare simili e censurabili atteggiamenti ci sia, per esempio, anche il sindaco democristiano di Schio (futuro esponente del Partito Democratico) e la sua giunta di “bacia-banchi”.
    L’ecumenico discorso della settimana scorsa al Lingotto di Torino, con il quale Lei si è proposto come candidato segretario del Partito Democratico, mi pone nella condizione di porLe una domanda in merito alle vicende che sopra ho cercato di esporre molto brevemente.
    Caro Veltroni, cosa ne pensa del comportamento palesemente illiberale e antidemocratico messo in atto dai Suoi alleati comunisti e, in particolare, dai Suoi futuri colleghi del Partito Democratico?
    Glielo chiedo perché nel Suo lungo discorso ha voluto far passare l’idea che Lei sarà il capo di un partito nuovo, che guarderà ad un Italia proiettata al futuro, rispettosa di tutte le sue componenti e peculiarità, che non si farà imbrigliare da dicotomie vecchie e superate dai tempi.
    Siccome tra il dire e il fare ci sta sempre di mezzo qualcosa, mi limito a prendere atto che l’Italia di oggi, vale a dire quella governata da Prodi, è la nazione in cui è assicurata, per esempio, la libertà di manifestazione a coloro che inneggiano al terrorismo o ai brigatisti rossi, come è successo recentemente a Padova e a l’Aquila, mentre impone ordinanze di divieto per delle semplici celebrazioni religiose.
    Proprio non capisco come si riesca ad essere così ipocriti ed in malafede, ma andiamo avanti.
    Inoltre, mi piacerebbe sapere se Lei condivide il parere del centro sinistra vicentino (i democratici a corrente alternata), che ha definito le centinaia di italiani che ogni anno si ritrovano a Schio per ricordare i propri morti, come dei “figuri fuori dalla civiltà”.
    Nell’attesa di una Sua risposta, che mi auguro possa arrivare, io invece sostengo che da una parte c’è chi onora le 54 vittime dell’eccidio e lo fa pacificamente attraverso una Messa e un mazzo di fiori deposto sul luogo della “mattanza”, mentre dall’altra ci sono i soliti pacifisti, amici della Valpiana, che sfasciano, bruciano, devastano ogni cosa. Vogliamo forse negarlo?
    E’ mai possibile che dopo oltre 60 anni gli italiani che vogliono onorare i cosiddetti “vinti” non abbiano diritti neanche fossero gli ultimi clandestini sbarcati sulle coste di Lampedusa?
    Con la scusa che in Italia tutto è concesso - dai cortei dei gay e delle lesbiche, oppure i pedofili, anche loro orgogliosi d’essere pervertiti, fino alle prostitute (quest’ultime, tra l’altro, e lo dico senza fare della facile ironia, meritano maggior rispetto di molti politici seduti tra i banchi del Parlamento), in una indecorosa gazzarra di volgarità e oscenità - si vuole far credere al mondo che siamo una nazione civile e avanzata. Ma è questo che intendete, cari signori della sinistra, per civiltà?
    I “Repubblichini”, come voi li definite, non fanno più paura, lo so; in realtà sono proprio quei Morti che turbano le coscienze di chi persevera nella discriminazione più insensata. Ma se c’è chi vieta una Messa perché non credente, c’è chi crede nella giustizia Divina che non tarderà a venire.
    Concludo, anche se avrei molte altre cose da chiederLe ancora in merito, invitando i promotori di Continuità Ideale ad andare avanti e di non cedere alle prepotenze di una sinistra sempre più alla sfascio e incapace non solo di guardare avanti ma di parlare al paese reale.
    Nonostante tutto, e chiudo veramente, a Lei voglio lanciare questo mio ultimo messaggio: non condivido le Sue idee ma farò di tutto per far si che Lei le possa sostenere.
    Farà altrettanto, caro Veltroni?”
    Roma, 4 luglio 2007

  2. #2
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    Schio: Lettera a Veltroni L’On. Alessandra Mussolini, segretario nazionale di Azione Sociale ed europarlamentare di Alternativa Sociale, invia la seguente lettera aperta a Valter Veltroni sull’anniversario dell’eccidio di Schio:
    “Sindaco Veltroni,
    tramite il responsabile vicentino di Continuità Ideale, Alex Cioni, sono venuta a conoscenza che la senatrice comunista Tiziana Valpiana si rallegra del fatto che quest’anno non sarà concesso l’uso del Sacrario Militare di Schio per la commemorazione dei 54 italiani assassinati da un commando di partigiani durante la notte del 6/7 luglio del 1945.
    Da qualche anno a Schio le organizzazioni d’Arma che racchiudono i combattenti reduci della Repubblica Sociale Italiana, congiuntamente al Movimento culturale Continuità Ideale, si ritrovano nella città del Pasubio per ricordare le vittime di questa strage e con loro tutti i Caduti, militari e civili, disconosciuti per oltre sessant’anni da questa Repubblica nata (dicono loro) dalla Resistenza.
    Contrariamente dalla propaganda messa in atto ogni anno da tutta la sinistra locale, si tratta di una cerimonia sobria che si è sempre caratterizzata da una Messa, da un corteo silenzioso lungo le vie della città e dalla deposizione di un mazzo di fiori sul luogo dove è stato compiuto il massacro.
    Nel 2005 ho avuto modo di parteciparvi anche io e posso garantire che le quasi 2500 persone convenute hanno mantenuto un comportamento ineccepibile e disciplinato nonostante le continue provocazioni dei soliti pacifisti a senso unico culminate in una pesante aggressione ad un militante di destra.
    Mio malgrado devo prendere atto che la senatrice comunista, invece di occuparsi dei tanti problemi che affliggono gli italiani, anche a causa del malgoverno che sostiene, spende il suo tempo prezioso di parlamentare per svolgere il ruolo di sceriffo, volto a ledere i più elementari diritti di libertà garantiti dalla Costituzione italiana.
    Per la verità non mi sorprende più di tanto che i comunisti si attivino per impedire che una semplice funzione religiosa si svolga regolarmente, come non mi sorprende che gli stessi abbiano sempre fatto di tutto per impedire che a Schio si svolga una libera manifestazione di pensiero allo scopo di fare uscire dall’oblio una parte importante della storia d’Italia.
    Non è cosa nuova che la sinistra, cui Lei anche appartiene, si sia sempre ritenuta moralmente un gradino superiore a tutti gli altri, perché a suo dire detentrice della verità assoluta.
    Tuttavia, che la sinistra - post o neo comunista - usi la clava dell’antifascismo militante per giustificare quella che in realtà è solo ed esclusivamente una grave violazione dei più elementari diritti civili senza che nessuno alzi un dito, considero un fatto politicamente molto grave il fatto che ad avallare simili e censurabili atteggiamenti ci sia, per esempio, anche il sindaco democristiano di Schio (futuro esponente del Partito Democratico) e la sua giunta di “bacia-banchi”.
    L’ecumenico discorso della settimana scorsa al Lingotto di Torino, con il quale Lei si è proposto come candidato segretario del Partito Democratico, mi pone nella condizione di porLe una domanda in merito alle vicende che sopra ho cercato di esporre molto brevemente.
    Caro Veltroni, cosa ne pensa del comportamento palesemente illiberale e antidemocratico messo in atto dai Suoi alleati comunisti e, in particolare, dai Suoi futuri colleghi del Partito Democratico?
    Glielo chiedo perché nel Suo lungo discorso ha voluto far passare l’idea che Lei sarà il capo di un partito nuovo, che guarderà ad un Italia proiettata al futuro, rispettosa di tutte le sue componenti e peculiarità, che non si farà imbrigliare da dicotomie vecchie e superate dai tempi.
    Siccome tra il dire e il fare ci sta sempre di mezzo qualcosa, mi limito a prendere atto che l’Italia di oggi, vale a dire quella governata da Prodi, è la nazione in cui è assicurata, per esempio, la libertà di manifestazione a coloro che inneggiano al terrorismo o ai brigatisti rossi, come è successo recentemente a Padova e a l’Aquila, mentre impone ordinanze di divieto per delle semplici celebrazioni religiose.
    Proprio non capisco come si riesca ad essere così ipocriti ed in malafede, ma andiamo avanti.
    Inoltre, mi piacerebbe sapere se Lei condivide il parere del centro sinistra vicentino (i democratici a corrente alternata), che ha definito le centinaia di italiani che ogni anno si ritrovano a Schio per ricordare i propri morti, come dei “figuri fuori dalla civiltà”.
    Nell’attesa di una Sua risposta, che mi auguro possa arrivare, io invece sostengo che da una parte c’è chi onora le 54 vittime dell’eccidio e lo fa pacificamente attraverso una Messa e un mazzo di fiori deposto sul luogo della “mattanza”, mentre dall’altra ci sono i soliti pacifisti, amici della Valpiana, che sfasciano, bruciano, devastano ogni cosa. Vogliamo forse negarlo?
    E’ mai possibile che dopo oltre 60 anni gli italiani che vogliono onorare i cosiddetti “vinti” non abbiano diritti neanche fossero gli ultimi clandestini sbarcati sulle coste di Lampedusa?
    Con la scusa che in Italia tutto è concesso - dai cortei dei gay e delle lesbiche, oppure i pedofili, anche loro orgogliosi d’essere pervertiti, fino alle prostitute (quest’ultime, tra l’altro, e lo dico senza fare della facile ironia, meritano maggior rispetto di molti politici seduti tra i banchi del Parlamento), in una indecorosa gazzarra di volgarità e oscenità - si vuole far credere al mondo che siamo una nazione civile e avanzata. Ma è questo che intendete, cari signori della sinistra, per civiltà?
    I “Repubblichini”, come voi li definite, non fanno più paura, lo so; in realtà sono proprio quei Morti che turbano le coscienze di chi persevera nella discriminazione più insensata. Ma se c’è chi vieta una Messa perché non credente, c’è chi crede nella giustizia Divina che non tarderà a venire.
    Concludo, anche se avrei molte altre cose da chiederLe ancora in merito, invitando i promotori di Continuità Ideale ad andare avanti e di non cedere alle prepotenze di una sinistra sempre più alla sfascio e incapace non solo di guardare avanti ma di parlare al paese reale.
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    Roma, 4 luglio 2007
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  3. #3
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    Schio: Lettera a Veltroni L’On. Alessandra Mussolini, segretario nazionale di Azione Sociale ed europarlamentare di Alternativa Sociale, invia la seguente lettera aperta a Valter Veltroni sull’anniversario dell’eccidio di Schio:
    “Sindaco Veltroni,
    tramite il responsabile vicentino di Continuità Ideale, Alex Cioni, sono venuta a conoscenza che la senatrice comunista Tiziana Valpiana si rallegra del fatto che quest’anno non sarà concesso l’uso del Sacrario Militare di Schio per la commemorazione dei 54 italiani assassinati da un commando di partigiani durante la notte del 6/7 luglio del 1945.
    Da qualche anno a Schio le organizzazioni d’Arma che racchiudono i combattenti reduci della Repubblica Sociale Italiana, congiuntamente al Movimento culturale Continuità Ideale, si ritrovano nella città del Pasubio per ricordare le vittime di questa strage e con loro tutti i Caduti, militari e civili, disconosciuti per oltre sessant’anni da questa Repubblica nata (dicono loro) dalla Resistenza.
    Contrariamente dalla propaganda messa in atto ogni anno da tutta la sinistra locale, si tratta di una cerimonia sobria che si è sempre caratterizzata da una Messa, da un corteo silenzioso lungo le vie della città e dalla deposizione di un mazzo di fiori sul luogo dove è stato compiuto il massacro.
    Nel 2005 ho avuto modo di parteciparvi anche io e posso garantire che le quasi 2500 persone convenute hanno mantenuto un comportamento ineccepibile e disciplinato nonostante le continue provocazioni dei soliti pacifisti a senso unico culminate in una pesante aggressione ad un militante di destra.
    Mio malgrado devo prendere atto che la senatrice comunista, invece di occuparsi dei tanti problemi che affliggono gli italiani, anche a causa del malgoverno che sostiene, spende il suo tempo prezioso di parlamentare per svolgere il ruolo di sceriffo, volto a ledere i più elementari diritti di libertà garantiti dalla Costituzione italiana.
    Per la verità non mi sorprende più di tanto che i comunisti si attivino per impedire che una semplice funzione religiosa si svolga regolarmente, come non mi sorprende che gli stessi abbiano sempre fatto di tutto per impedire che a Schio si svolga una libera manifestazione di pensiero allo scopo di fare uscire dall’oblio una parte importante della storia d’Italia.
    Non è cosa nuova che la sinistra, cui Lei anche appartiene, si sia sempre ritenuta moralmente un gradino superiore a tutti gli altri, perché a suo dire detentrice della verità assoluta.
    Tuttavia, che la sinistra - post o neo comunista - usi la clava dell’antifascismo militante per giustificare quella che in realtà è solo ed esclusivamente una grave violazione dei più elementari diritti civili senza che nessuno alzi un dito, considero un fatto politicamente molto grave il fatto che ad avallare simili e censurabili atteggiamenti ci sia, per esempio, anche il sindaco democristiano di Schio (futuro esponente del Partito Democratico) e la sua giunta di “bacia-banchi”.
    L’ecumenico discorso della settimana scorsa al Lingotto di Torino, con il quale Lei si è proposto come candidato segretario del Partito Democratico, mi pone nella condizione di porLe una domanda in merito alle vicende che sopra ho cercato di esporre molto brevemente.
    Caro Veltroni, cosa ne pensa del comportamento palesemente illiberale e antidemocratico messo in atto dai Suoi alleati comunisti e, in particolare, dai Suoi futuri colleghi del Partito Democratico?
    Glielo chiedo perché nel Suo lungo discorso ha voluto far passare l’idea che Lei sarà il capo di un partito nuovo, che guarderà ad un Italia proiettata al futuro, rispettosa di tutte le sue componenti e peculiarità, che non si farà imbrigliare da dicotomie vecchie e superate dai tempi.
    Siccome tra il dire e il fare ci sta sempre di mezzo qualcosa, mi limito a prendere atto che l’Italia di oggi, vale a dire quella governata da Prodi, è la nazione in cui è assicurata, per esempio, la libertà di manifestazione a coloro che inneggiano al terrorismo o ai brigatisti rossi, come è successo recentemente a Padova e a l’Aquila, mentre impone ordinanze di divieto per delle semplici celebrazioni religiose.
    Proprio non capisco come si riesca ad essere così ipocriti ed in malafede, ma andiamo avanti.
    Inoltre, mi piacerebbe sapere se Lei condivide il parere del centro sinistra vicentino (i democratici a corrente alternata), che ha definito le centinaia di italiani che ogni anno si ritrovano a Schio per ricordare i propri morti, come dei “figuri fuori dalla civiltà”.
    Nell’attesa di una Sua risposta, che mi auguro possa arrivare, io invece sostengo che da una parte c’è chi onora le 54 vittime dell’eccidio e lo fa pacificamente attraverso una Messa e un mazzo di fiori deposto sul luogo della “mattanza”, mentre dall’altra ci sono i soliti pacifisti, amici della Valpiana, che sfasciano, bruciano, devastano ogni cosa. Vogliamo forse negarlo?
    E’ mai possibile che dopo oltre 60 anni gli italiani che vogliono onorare i cosiddetti “vinti” non abbiano diritti neanche fossero gli ultimi clandestini sbarcati sulle coste di Lampedusa?
    Con la scusa che in Italia tutto è concesso - dai cortei dei gay e delle lesbiche, oppure i pedofili, anche loro orgogliosi d’essere pervertiti, fino alle prostitute (quest’ultime, tra l’altro, e lo dico senza fare della facile ironia, meritano maggior rispetto di molti politici seduti tra i banchi del Parlamento), in una indecorosa gazzarra di volgarità e oscenità - si vuole far credere al mondo che siamo una nazione civile e avanzata. Ma è questo che intendete, cari signori della sinistra, per civiltà?
    I “Repubblichini”, come voi li definite, non fanno più paura, lo so; in realtà sono proprio quei Morti che turbano le coscienze di chi persevera nella discriminazione più insensata. Ma se c’è chi vieta una Messa perché non credente, c’è chi crede nella giustizia Divina che non tarderà a venire.
    Concludo, anche se avrei molte altre cose da chiederLe ancora in merito, invitando i promotori di Continuità Ideale ad andare avanti e di non cedere alle prepotenze di una sinistra sempre più alla sfascio e incapace non solo di guardare avanti ma di parlare al paese reale.
    Nonostante tutto, e chiudo veramente, a Lei voglio lanciare questo mio ultimo messaggio: non condivido le Sue idee ma farò di tutto per far si che Lei le possa sostenere.
    Farà altrettanto, caro Veltroni?”
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