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Discussione: quota 96

  1. #21
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    Ragion politica TITO BOERI Le pensioni sono da sempre un cardine fondamentale del patto intergenerazionale su cui si reggono la fortuna economica e la coesione sociale di un Paese.

    Chi lavora paga la pensione a chi si è ritirato dalla vita attiva, contando sul fatto che qualcun altro farà lo stesso quando verrà il suo turno di andare in pensione. Le regole devono essere chiare e credibili, cioè comprensibili a tutti e in grado di reggere ai cambiamenti della demografia, che stanno modificando radicalmente la struttura per età della popolazione. Devono anche essere fissate oggi per i prossimi cinquant’anni in modo tale da offrire certezze a chi adesso inizia a lavorare.

    L’accordo che sembra essere stato trovato ieri in extremis all’interno della maggioranza e che, in nottata, è stato nuovamente negoziato con i sindacati dal presidente del Consiglio in prima persona potrà forse servire a scongiurare una crisi di governo. Dovrebbe anche riuscire a contenere gli effetti sulla spesa pubblica dell’abolizione dello scalone, anche se per poter meglio valutare l’impatto sui conti pubblici del pacchetto bisognerà attendere di avere maggiori dettagli sulla definizione dei lavori usuranti e la ristrutturazione degli enti previdenziali.

    Ma come lo scalone, anzi peggio dello scalone, scardina l’impianto del metodo contributivo introdotto con la riforma varata nel 1996. Da un metodo responsabilizzante e cui gli italiani si erano ormai abituati, sapendo che avrebbero ricevuto in base a quanto versavano durante l’intero arco della vita lavorativa e potendo scegliere quando andare in pensione. Le regole stabilite dal pacchetto sono invece arbitrarie e complesse. Sarà difficile orientarsi fra quote anagrafiche e contributive combinate, scalini singoli e doppi e nuovi oneri figurativi.

    Bene per i consulenti del lavoro, non per i contribuenti. Le restrizioni vengono rinviate in là nel tempo, esattamente come faceva lo scalone, varato nel 2004 per entrare in vigore nel 2008. Le quote fissate ieri coprono un periodo che arriva fino al 2012. Chi ci dice che fra un anno non ci sarà una nuova estenunate trattativa per cambiare i nuovi scalini? Insomma, come nella storica «battaglia della lira» a difesa di quota 90, in questa battaglia su «quota 96» le ragioni della politica hanno prevalso su quelle dell’economia e della razionalità. L’accordo ovviamente non prevede la revisione dei coefficienti di trasformazione, l’unico strumento in grado di garantire al tempo stesso sostenibilità finanziaria ed equità tra le generazioni. Viene istituita una commissione che dovrebbe rivedere le formule di calcolo dei coefficienti entro il 2010, quando l’aggiornamento in base a criteri in grado di reggere l’urto dell’onda demografica era già stato deciso un anno fa (vedi www.lavoce.info per il documento di revisione dei coefficienti del nucleo di valutazione della spesa previdenziale, oscurato negli ultimi mesi).

    Vero che, d’ora in poi, le revisioni si dovrebbero fare ogni tre anni. Ma la revisione attuale è già in ritardo di due anni ed il sospetto è che l’istituzione della nuova commissione preluda a nuovi rinvii, anticamera a loro volta di rinvii. Ma tanto del regime contributivo varato nel 1996 con la riforma Dini ormai resta ben poco.

    Il sistema pensionistico resta così governato dalla discrezionalità politica, ciò che in passato ha prodotto debito, inefficienza e iniquità.




    un bacio al liberale di tito boeri (che invidioso che sono, sapessi scrivere anche io così..)


    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tm...ione=&sezione=

  2. #22
    oro e porpora
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    Non sono affatto d'accordo con Boeri, che come tutti i commentatori "terzisti" deve sempre e comunque criticare qualsiasi cosa fatta da questo governo. Se un accordo tale e quale a questo fosse stato raggiunto sempre da una maggioranza di csx, ma senza Rifondazione, i commenti di questo economista sarebbero stati ben diversi.
    In ogni caso l'accordo c'è, lo scalone è abolito, la revisione dei coefficienti ci sarà nel 2010 e permetterà ai giovani di ottenere una pensione pari almeno al 60% dello stipendio.
    A me questo basta, sono soddisfatto.

  3. #23
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    ...si contuna ad investire sui vecchi (58-60 enni,come se fossero vecchi) e si continua a trascurare i giovani (30-40 enni sempre più precari e tassati) e si spaccia questo pasticcio che costa decine di Miliardi di € (cifre assolutamente da rivedere al rialzo,per chi ha un minimo di esperienza) come un favore fatto "ai giovani"...incredibile...

  4. #24
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    Citazione Originariamente Scritto da *-RUDY-* Visualizza Messaggio
    come una volta tanto???
    Leggi bene la cifra prima della percentuale .....

  5. #25
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    Pensioni, Ue: Roma in controtendenza
    Eta' pensionabile e' tra le piu' basse in Europa
    (ANSA) - ROMA, 20 LUG - 'L'eta' pensionabile e' tra le piu' basse in Europa' l'accordo sulle pensioni non va nella tendenza della maggioranza': cosi' Oliver Grewes. Il portavoce ha tuttavia sottolineato che la Commissione ha preso nota dell'accordo tra governo e sindacati ma che si riserva di fare commenti specifici una volta concluso il processo legislativo.

  6. #26
    guidulli
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    Citazione Originariamente Scritto da Mantide Visualizza Messaggio
    Pensioni, Ue: Roma in controtendenza
    Eta' pensionabile e' tra le piu' basse in Europa
    (ANSA) - ROMA, 20 LUG - 'L'eta' pensionabile e' tra le piu' basse in Europa' l'accordo sulle pensioni non va nella tendenza della maggioranza': cosi' Oliver Grewes. Il portavoce ha tuttavia sottolineato che la Commissione ha preso nota dell'accordo tra governo e sindacati ma che si riserva di fare commenti specifici una volta concluso il processo legislativo.
    Prodi è stato costretto ancora una volta a fare un accordo al riabasso (molto al ribasso) che di fatto ha scontentato tutti e scassato il sistema pensionistico.
    Mi chiedo chi glielo fa fare di continuare questa agonia devastante per il paese.

  7. #27
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    Questo pasticcio costa Miliardi di € (che potevano essere investiti diversamente) che graveranno per il futuro sugli attuali 30-40 enni già alle prese con precarietà e tasse...è scandaloso : gli altri Paesi stanno discutendo di portare l'età pensionalbile tra i 60 ed i 65 da subito (e qualcuno parla addirittura di 70) mentre noi cincischiamo fino,praticamente al 2010...per salvare il Governo la Sinistra scherza con il Paese...

  8. #28
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    PENSIONI, VIA LIBERA DA CDM AD ACCORDO GOVERNO-SINDACATI

    Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera, sostanzialmente all'unanimità, alla riforma delle pensioni su cui governo e sindacati hanno trovato un accordo stamane. E' quanto viene sottolineato da fonti di Palazzo Chigi. Ci sono state solo alcune annotazioni sul testo da parte di Emma Bonino, si aggiunge, e perplessità di Paolo Ferrero circa le modalità definite per il superamento dello scalone. Il presidente del Consiglio ha aperto la discussione in cdm sulle pensioni ringraziando Tommaso Padoa-Schioppa, Cesare Damiano ed Enrico Letta per il lavoro svolto fino all' accordo.

    UE, ACCORDO CONTRO TENDENZA MAGGIORANZA PAESI "L'età pensionabile è tra le più basse in Europa. Non è un accordo che va nella tendenza della maggioranza dei Paesi Ue". Lo ha detto il portavoce Oliver Grewes, commentando l'accordo sulle pensioni.
    Il portavoce ha tuttavia sottolineato che la commissione ha preso nota dell'accordo tra governo e sindacati ma che si riserva di fare commenti specifici una volta concluso il processo legislativo.

    GIORDANO, SU SCALONE GIUDIZIO E' NEGATIVO "In questi casi è bene fare un'operazione di verità e sulle modalità dello scalone il giudizio è critico e negativo perché si tende a diluire gli aspetti della Maroni e non va bene". Lo afferma il segretario del Prc Franco Giordano, al termine della segreteria nazionale del partito.

    ANSA

  9. #29
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    Roma, 20 lug. (Adnkronos/Ign) - ''Date le difficoltà inziali abbiamo ottenuto un consenso largo sull'accordo'' illustrato dal premier Romano Prodi ai sindacati sulla riforma delle pensioni. Lo ha affermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Enrico Letta, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi. ''Nel corso della riunione (Cdm, ndr) abbiamo ottenuto un consenso largo e date le difficoltà è una risultato significativo per il Governo. Questo lascia ben sperare sul futuro delle misure perfezionate stanotte''. Soddisfazione esprime anche il ministro Cesare Damiano: "Secondo me non era scontato arrivare ad un accordo perché è stata affrontata una materia estremamente complessa". Così il titolare del Lavoro. Quello raggiunto "è un giusto compromesso qualitativamente molto alto". Il ministro ha quindi sottolineato che "ha vinto la concertazione lunga, paziente e quotidiana e poi ha vinto la squadra di governo".

    Fonti di Palazzo Chigi riferiscono che però anche questa mattina durante il Consiglio dei ministri ci sono stati dei distinguo: una riserva sull'esame del testo da parte del ministro delle Politiche comunitarie Emma Bonino e la perplessità sul meccanismo del superamento dello scalone da parte del Ministro delle Politiche sociali, Paolo Ferrero. L'esponente radicale in particolare ha detto: "La proposta fatta questa notte ai sindacati appare a prima vista ancora poco ambiziosa, volta a salvaguardare solo gli interessi, ancorché legittimi, dei 'soliti noti' ma non quelli delle generazioni future". "Sembrano mancare -aggiunge Bonino- alcuni elementi importanti e ho qualche perplessità sulla sostenibilità per i conti pubblici, avendo a mente il fardello del debito che grava sulla nostra economia da troppi anni. Ecco perché ho espresso una riserva di esame''.

    Il disco verde della coalizione comunque c'è stato e segue l'accordo di questa mattina, intorno alle 6, eraggiunto tra Governo e sindacati al termine di una notte di trattative più volte sospese. Accordo raggiunto che prevede l'andata in pensione a 58 anni nel 2008, poi quota 95 nel luglio 2009 con età minima 59 anni, quota 96 nel gennaio 2011 con età minima a 60 anni e infine quota 97 nel gennaio 2013 con la minima a 61 anni. I lavoratori considerati sottoposti a lavori usuranti saranno 1,4 milioni.

    Dunque un mix tra scalini e quote 'vincolate' dall'età minima. Dal primo gennaio 2008, dunque, si potrà andare in pensione con 58 anni e 35 di contributi mentre dal primo luglio 2009 si potrà andare in pensione con quota 95 ma con una età minima di 59 anni e 35 di contributi. Dal primo gennaio 2010 la pensione sarà possibile con quota 96 ma con 60 anni di età e 35 di contributi mentre dal primo gennaio 2013 si andrà in pensione con almeno 61 anni di età e sempre 35 anni di contributi.

    Inalterato il meccanismo di pensionamento di anzianità per le donne. Diverso invece il sistema per i lavoratori autonomi che andranno in pensione con un anno in più: dal 2008 dunque con 59 anni e 35 di contributi e nel 2013 con almeno 62 anni. Per chi ha 40 anni di contributi il governo ha garantito 4 finestre agevolando così il pensionamento di vecchiaia. Per quel che riguarda i coefficienti di trasformazione il loro aggiornamento è stato rinviato al 2010 mentre sono circa un milione e quattrocento i lavoratori usurati esonerati dalla riforma.

    Prossimo appuntamento ora lunedì con il governo che convocherà tutte le parti sociali per chiudere i tavoli di concertazione aperti sul Welfare. A confermarlo è lo stesso Damiano. Non solo rivalutazioni delle pensioni basse, quindi, ma anche ammortizzatori sociali ed interventi per la competitivita' che troveranno spazio in un Protocollo. "Si realizza in questo modo la piu' conistente redistribuzione dei redditi degli ultimi vent'anni", spiega il ministro.

  10. #30
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    CAPEZZONE: MEDIAZIONI SPOSSANTI E MINIMALISTE
    Anche il presidente della commissione Attività produttive della Camera Daniele Capezzone non è molto soddisfatto da un accordo che definisce "minestrina insipida". "Come era previsto e prevedibile" ha detto, "sulle pensioni è venuta dalle cucine del governo una minestrina insipida. Nel mondo si discute di grandi scenari (65 anni, 67 anni): qui stiamo a giochicchiare sui 58, 59, con mediazioni spossanti e, in ultima analisi, minimaliste". E aggiunge che "seguirà ora il teatrino dei 'massimalisti' insoddisfatti e dei 'riformisti' anch'essi insoddisfatti, gli uni e gli altri attori di un copione ormai consumato e logoro".

    "Occorre prendere atto" commenta "che il governo non è in grado di fare scelte adeguate e coraggiose: lo dico (regolandomi di conseguenza) da molti mesi. Adesso, visto che tutto convergerà nella Finanziaria" conclude Capezzone "è il momento di lanciare la grande "marcia" (vorrei tanto che fosse un appuntamento paragonabile alla "marcia dei 40mila"), che Decidere.net organizza per il pomeriggio del 22 settembre a Roma. Sarà l'appuntamento per i giovani, i non garantiti, i non tutelati, gli outsider, coloro che sono fuori dal perimetro delle difese sindacali o dell'area di protezione della sinistra comunista".

 

 
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