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    Predefinito Premiata ditta Berlusconi-Saccà

    Premiata ditta Berlusconi-Saccà

    Furio Colombo


    Se fate parte della commissione Esteri al Senato, di tanto in tanto vi tocca l’incarico di discutere e votare la ratifica di un trattato, che questo o altri governi hanno già stipulato, e che deve essere approvato dal Parlamento. Ho partecipato di recente al lavoro per la ratifica del Trattato di cooperazione e coproduzione cinematografica con l’India, discutendo ogni dettaglio delle norme di incoraggiamento e facilitazione per un progetto così meritevole di attenzione.

    Conosco l’India, conosco il cinema indiano e l’ho fatto volentieri. Fa piacere occuparsi di accordi che non hanno niente a che fare con le armi.

    Poi leggo, il 12 dicembre, l’articolo di Giuseppe D’Avanzo su Repubblica (tema, la corruzione di Berlusconi, la sua operazione di acquisto dei senatori del centrosinistra) e apprendo di avere lavorato per il “socio” di Berlusconi, Agostino Saccà. Da una sua posizione chiave nel cuore dell’azienda pubblica Rai, l’ex direttore generale (ora capo di Rai Fiction) lavora a un suo (suo e di Berlusconi) progetto di impresa privata. Trascrivo da D’Avanzo: «Nonostante i suoi doveri di incaricato del servizio pubblico ha un privatissimo proposito di farsi imprenditore di se stesso, creatore della “Città della fiction” di Lamezia, architetto di “Pegasus”, un nascente consorzio di produttori televisivi sollecitato da alcuni produttori indiani. Qualcosa non va in questa storia, e non solo dal punto di vista etico», conclude D’Avanzo.

    Qualcosa non va anche dal punto di vista politico. La mucillagine dilagante (per usare le parole del Censis) degli interessi privati invade e contamina la vita politica e gli impegni istituzionali al punto da far agire nell’interesse dell’impresa infetta (Berlusconi e soci) anche chi si batte in tutti i modi contro di essa.

    La mattina del 13 dicembre, mentre parlavo di questa vicenda nel corso del programma «Omnibus» de La 7 , coordinato da una indomita conduttrice decisa a non lasciarsi intimidire dagli urli, mi sono accorto di far parte di una esigua minoranza che considera uno scandalo grave il tentativo esplicito e provato di comprare senatori. Mi sono ricordato che - in coincidenza con i fatti rilevati da Repubblica sulla base di intercettazioni telefoniche in cui Berlusconi entra per caso (intercettazioni della magistratura di Napoli che riguardavano il non irreprensibile ex direttore generale della Rai) - il vivace e attivo capo della opposizione e (come si constata ancora una volta) della illegalità italiana aveva indicato il giorno preciso della caduta del governo, il 14 novembre. Era infatti il giorno in cui un imprenditore italiano residente in Australia si era assunto il compito di concludere “l’affare” se il sen. Randazzo - eletto dagli emigrati italiani in quel continente - si fosse prestato al convenientissimo evento del passaggio incentivato da una parte all’altra del Parlamento. Randazzo ha detto e ripetuto il suo no sia a Berlusconi in persona sia ai suoi mandatari (stando sempre alle intercettazioni e alla de-codificazione di esse da parte dei giornalisti di Repubblica). E Berlusconi ha subito lanciato il progetto dal nome maoista di “Partito della Libertà del popolo” per colmare la sconfitta e il vuoto.

    Ma provate a parlarne con uno schieramento di liberi giornalisti italiani nell’era di Arcore, nel corso di una diretta tv come quella di Omnibus. La squadra di firme invitate (Paolo Liguori di Mediaset, Carlo Puca di Panorama e persino il celebre Minzolini, ottimo e intraprendente giornalista che ha l’esclusiva delle frasi confidenziali e virgolettate di Berlusconi) hanno risolutamente preteso di essere al di sopra delle parti. E contestualmente si sono impegnati a dimostrare che “vendere e comprare” senatori è un normale fatto politico. Forse che Follini non era stato comprato dal centro-sinistra? Invano ho fatto notare che un partito impegnato a tassare i suoi parlamentari del nuovo Pd (1500 euro a testa ogni mese) solo per pagare il “loft” di poche stanze in cui hanno sede, in tre o quattro vani, i nuovi uffici, difficilmente avrebbe potuto “acquistare” l’ex vice presidente del Consiglio della Casa delle libertà. Ma l’offesa priva di fondamento dedicata a Follini dalla viva voce di giornalisti che dovrebbero narrare la realtà, era solo una parte della loro fiera esibizione super partes. Tutto il loro impegno era dedicato a spiegare - con qualche urlo in più - al pubblico che tutto nella politica italiana è basato su continue compra-vendite. E che dunque, se c’è un intollerabile scandalo, è quello delle intercettazioni.

    Soltanto Gianni Barbacetto (coautore con Marco Travaglio di testi su Berlusconi visti di malocchio dai politici di ogni parte, ma best-seller presso il pubblico italiano) e io abbiamo tentato di dire che quando le manovre che cambiano la politica italiana sono segrete, illegali e pericolose, il venirle a sapere in modo inconfutabile è sempre un atto di difesa della democrazia.

    Purtroppo sulla questione intercettazioni lo schieramento dei super partes berlusconiano non è isolato.

    Il presidente della Camera Bertinotti: «Ho detto che Silvio Berlusconi è un animale politico e che sulle riforme è un interlocutore indispensabile». «Ma - scrive il Corriere della Sera del 13 dicembre - c’è di più. Il garantista Bertinotti si è appellato al Procuratore di Napoli per verificare se c’è stato il vulnus che sembra appalesarsi nella intercettazione del deputato Berlusconi. Dice Bertinotti al Corriere: “Le regole sono l’essenza della democrazia. E qui mi fermo. È un rito (la pubblicazione delle intercettazioni, N.d.R.) che danneggia anche la magistratura”».

    Dice il senatore-avvocato Guido Calvi del Pd: «Diciamo che ho sempre paura che qualche magistrato, come dire, possa deviare dall’esercizio delle sue funzioni. Il controllo del Csm deve ormai diventare estremamente rigoroso. È urgente mettere mano al problema delle intercettazioni che non siano finalizzate all’accertamento del reato perseguito e impedire la fuga prima del legittimo uso processuale».

    Ma la pattuglia di coloro che guardano corrucciati alla presunta irregolarità dei giudici di Napoli (che appare infondata perché - come afferma il Procuratore di quella città - la parte investigativa dell’indagine è giunta a compimento e non sembra ci sia stata una fuga di carte segrete) non è affatto isolata. Da una parte si sente (si è sentita nella puntata di Omnibus di cui ho parlato) la voce esasperata di un giornalista come Liguori che sbotta: «Ma con tutti i delitti che ci sono a Napoli proprio di Berlusconi e Saccà si dovevano occupare quei giudici!».

    Dall’altra, c’è il desiderio di partecipare alla vasta indifferenza verso il clamoroso attentato alla democrazia. Perché è vero che il deputato Berlusconi è stato intercettato e questo viola le regole. Ma questa violazione - che è apparente, perché gli investigatori stavano seguendo e ascoltando un alto dirigente della Rai circondato di molti sospetti - non è colpa dei giudici. Infatti Saccà e Berlusconi discutevano tutto il tempo non solo di ragazze da piazzare alla Rai per «levarcele dalle balle», ma anche di richieste di Berlusconi a Saccà di «far felice il capo» procurandogli, con i mezzi che si sanno, i senatori che gli mancano affinché Prodi cada quel magico 14 novembre che «il capo» aveva profetizzato. In fondo a sinistra, profondo silenzio.

    E quando non è silenzio è preoccupazione. Tutto questo disordine non interromperà il dialogo? Non è meglio, come suggeriscono i senatori-avvocati, separare la giustizia dalla politica? Il ragionamento ricorda le tante altre volte in cui ci ammonivano a non parlare dei processi di Berlusconi, per una sorta di cavalleresca sospensione che avrebbe reso meno aspri i rapporti. Come si ricorderà, ha sempre provveduto Berlusconi, di sua iniziativa, a riaccendere la miccia ora accusando i comunisti di occupare l’Italia, ora facendo descrivere Prodi come “un mascalzone bavoso”.

    Questa volta è diverso. Nel pieno della politica, Berlusconi compie un delitto politico, oltre che di corruzione: vuole comprarsi alcuni senatori. Un senatore conferma, comprese sorveglianze, pedinamenti, fotografi pronti allo scatto, strani intermediari. Non è “un’altra storia” come ci dicevano (sbagliando) per il conflitto di interessi. È il cuore dell’unica storia: la politica italiana inquinata da Berlusconi. Il tentativo, illegale e disonesto, di abbattere la maggioranza per dissanguamento.

    Non si può e non si deve far finta di niente perché ormai siamo in compagnia degli italiani che sanno tutto attraverso un percorso che non viola alcuna legge.

    Certo che il tentativo di trovare un minimo di accordo per una decente legge elettorale deve continuare, non è stato il centro-sinistra a volere una legge elettorale indecente, giustamente definita da loro stessi “porcata” . Certo che tale tentativo va fatto con loro, gli autori della “porcata” (che non hanno mai neppure tentato di giustificare o spiegare, solo un sabotaggio della delicata macchina elettorale che genera ogni volta la democrazia). Meglio se “loro” sono una tavola larga, senza preclusioni, senza esclusi. Difficile? Difficile. Ma dalla parte della maggioranza l’esperienza e la conoscenza di queste cose non manca. Ma non possiamo farci carico di Saccà. Non possiamo far finta di non sapere ciò che tutta l’Italia sa. Non possiamo isolare e lasciare sola la preda che avevamo puntato, il senatore “da comprare” dopo che avevamo fatto una meticolosa ispezione del suo stato patrimoniale. Il grande teatro insegna che la vittima diventa patetica se viene lasciata sola, se non diventa simbolo vantato ed esibito da chi ha scoperto l’inganno. Non credo si debba confondere la necessità urgente (e finora bene impostata da Veltroni) dell’accordo su un punto, la legge elettorale, con una sorta di indulto-distrazione-amnistia generale. O che sia consigliabile aggiungere sdegno per il gesto di rivelare invece che per la rivelazione. La storia, adesso, parte da quella rivelazione.

    colombo_f@posta.senato.it

  2. #2
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    Come sempre!

  3. #3
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    L'uomo di Agnelli.

  4. #4
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    Ma Furio Colombo questo articolo dove lo ha pubblicato?

    Ormai non lo fanno scrivere più manco sulla Pravda

  5. #5
    trilex
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    Strano, a detta dei DS sono fesserie (caldarola & C)

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Malik Visualizza Messaggio
    L'uomo di Agnelli.
    Citazione Originariamente Scritto da Nostradamus Visualizza Messaggio
    Ma Furio Colombo questo articolo dove lo ha pubblicato?
    Ormai non lo fanno scrivere più manco sulla Pravda
    Citazione Originariamente Scritto da trilex Visualizza Messaggio
    Strano, a detta dei DS sono fesserie (Caldarola & C)
    Il Maalox
    Coadiuvante nell’iperacidità gastrica e nelle dispepsie da iperacidita anche in presenza di meteorismo. Trattamento sintomatico dei bruciori (pirosi) e dolori gastrici, esofagiti. Coadiuvante nella terapia dell’ulcera gastroduodenale.
    si può comprare adesso, dopo le liberalizzazioni di Bersani, nelle parafarmacie con uno sconto che può arrivare al 30%. Approfittatene...

  7. #7
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  8. #8
    спартак
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    Colombo...l'Emilio Fede del csx...

 

 

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