"Il comunismo (...) non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi (...). [E'] il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente."
Visto che stiamo parlando di Internazionale, vi propongo un breve trip andata e ritorno alle origini per chiedervi: è ancora attuale questa analisi?
Cio' che Marx ci dice è da considerarsi un postulato immodificabile o non tiene conto di variabili (non conosciute o prevedibili allora) potenzialmente idonee ad inficiarne il significato e le implicazioni?
Ogni volta che rileggo questo passo mi sembra che tutto sia chiaro e veriterio...l'essere si sovrappone completamente, magicamente ed armoniosamente al dover essere...
...un attimo dopo il significato abbandona la logica concettuale sottostante e non riesco piu' a riacciuffarlo e farlo mio...
...forse è il mio (nostro) bisogno di convenzioni e orizzonti assoluti e non sperimentabili a rendermi a volte spaesato e ad obbligarmi, per non cedere all'ideale, a riutilizzare l'approccio e l'elaborazione materialistica per osservare la realtà ed analizzare i rapporti che lo governano...
...credo che, in fondo, questi bisogni non siano altro che l'espressione di una strategia (tra le tante) voluta dall'uomo per ingabbiare e sfruttare l'uomo...nella ricerca continua del predominio e controllo (piu' o meno manifesto, piu' o meno dichiarato) di classe.