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CRESPI Ricerche - Sondaggio: 8,5 punti separano Berlusconi e Veltroni. Il nodo di Casini 14/02/2008 14 feb. - da Crespiricerche.it. Mai un nome è stato più azzeccato nella politica italiana, perché la scelta che pare essere definitiva di Casini di andare da solo alle prossime politiche di fatto scompiglia il sondaggio che oggi presentiamo, realizzato appena due giorni fa. Questo per dire che in una situazione di grande mobilità e con parenti e apparentamenti ancora in predicato fare previsioni è francamente difficile. Ecco perché faremo un sondaggio alla settimana e negli ultimi 15 giorni la frequenza aumenterà ulteriormente.
La prossima settimana vedremo quanto peserà la candidatura a Premier di Casini che non è ininfluente e se in campo troveremo ancora Tabacci che ha goduto di un rally di visibilità estremamente significativo.
L’offerta politica e la sua modalità, come più volte ho avuto modo di dire, è radicalmente cambiata e questo ha messo in movimento l’elettorato che è oggettivamente e fortemente instabile e quindi mobile.
In generale: da un punto di vista socio-demografico i giovani vengono attratti dal Popolo della Libertà e dalla Sinistra Arcobaleno. Il PdL raccoglie consensi al sud, mentre il Pd ha la sua roccaforte nel centro Italia, nel nord la Lega si appresta ad avere un importante successo, anche se è in questa parte dell’Italia che troviamo la più alta percentuale di indecisi, più del doppio che nel resto del Paese.
I candidati premier: Silvio Berlusconi parte con il 43%, Walter Veltroni con il 34,5% cioè 8,5 punti di differenza e questo è lo start up della campagna elettorale. Dietro c’è ancora un pò di confusione, ma sicuramente Fausto Bertinotti con il 10% è l’unico che può puntare ad un risultato a due cifre.
Seguono tre candidati appaiati tra il 4 e il 4,5%: Daniela Santanchè (4,5%), Bruno Tabacci ed Emma Bonino al 4%.
Non sappiamo se la Bonino si candiderà, ma da ieri sappiamo che probabilmente lo farà Pierferdinando Casini e speriamo che la prossima settimana l’elenco dei premier sarà definito.
Ma il dato che emerge è che quasi 8 elettori su 10 sembrano orientati e si dividono tra Berlusconi e Veltroni, mentre agli altri resta un 20% che secondo me quando le candidature saranno chiare potrà solamente crescere.
Gli 8,5 punti di vantaggio di Berlusconi a due mesi dal voto sono meno del vantaggio di cui godeva Prodi a due mesi dalle elezioni nel 2006 che non era determinato solo dai sondaggi ma che era stato sistematicamente riscontrato in tutte le elezioni, amministrative ed europee che si erano svolte durante la fase del governo Berlusconi. Quindi definire la partita aprioristicamente chiusa è quantomeno metodologicamente scorretto, dire che Berlusconi è in forte vantaggio è evidente.
I partiti: la tradizione italiana ha raramente premiato elettoralmente gli accorpamenti e le fusioni, basti pensare a tutte le fasi della diaspora socialista o alle esperienze di Fini con l’Elefantino, ma nel 2006 la lista dell’Ulivo al Senato è andata meglio che le liste separate alla Camera, rimane ad oggi l’unico caso. Forza Italia e Alleanza Nazionale che erano accreditate tra il 40 e il 42% non smentiscono la tradizione e infatti ottengono il 37%, la Lega che avrà sicuramente un vantaggio dalla visibilità del suo simbolo ottiene il 6%, risultato che tendenzialmente potrebbe crescere. Il totale della coalizione è ad oggi il 43%.
Sull’altro fronte specularmene il PD ottiene il 32% che con il 2,5% dell’Italia dei Valori arriva al 34,5%, marcando una distanza dai berlusconiani di 8,5 punti. Esiste una omogeneità tra il voto espresso per il candidato e le liste, mentre la Sinistra Arcobaleno con il 9%, ottiene un 1% in meno rispetto al voto di Bertinotti come premier.
Stessa cosa succede per La Rosa Bianca al 3% con Tabacci al 4% e l’UDC con il 3,5% rilevato in una situazione di oggettiva ambiguità sarà tutto da misurare e verificare con la prossima rilevazione. La Destra che godrà del vantaggio dell’assenza del simbolo di AN è tornata sui suoi massimi 3,5% e se consideriamo che era scesa sotto il 2% quando si era avvicinata a Fini e affini, ci rendiamo conto che in termini di potenzialità il partito di Storace ha di fronte a se una vera prateria. Sui Radicali c’è lo scarto maggiore, fanno l’1,2% come partito, ma Emma Bonino si attesta al 4%, ben oltre anche al voto del Partito Socialista con l’1,8% che sommato non supera il 3%. Luigi Crespi