….criminali
È accaduto un'altra volta.
A Roma - dopo che il giorno prima a Milano un egiziano aveva violentato una studentessa americana - un romeno ha accoltellato una ragazza straniera per poi poterne comodamente abusare sessualmente.
Per fortuna due passanti hanno avvisato le forze dell'ordine, evitando alla malcapitata la fine di Giovanna Reggiani.
Sempre a Roma, un'anziana ottantenne è morta strangolata dopo una rapina. Il tutto mentre l'ex sindaco della città Veltroni e lo sfiduciato vicepremier Rutelli facevano campagna elettorale parlando di chissà che cosa.
Parliamoci chiaro, la misura è stracolma.
E Berlusconi se ne deve prendere carico immediatamente scegliendo l'uomo giusto per il Viminale.
Si parla di un leghista. Roberto Maroni, tra l'altro non nuovo. Così come si parla di Gianni Letta.
Due ottimi profili. Letta è il Cardinale Richelieu del centrodestra. Maroni è il leghista che ha cambiato il welfare italiano. Uno vale l'altro? Non proprio.
Bobo Maroni quando torna a casa deve fare i conti con tutti quei sindaci dal fazzoletto verde che si sono spesi sul territorio parlando di tolleranza zero.
Per Letta, la questione non si pone. Il problema pertanto non è nei nomi ma nelle risposte che intenderanno dare: Maroni ha un profilo più operativo, Letta più tecnico-amministrativo. Oggi è il tempo dell'azione.
La tanto declamata "tolleranza zero" di Rudolph Giuliani prima e di Michael Bloomberg poi ha prodotto risultati strepitosi a New York, persino nelle periferie più malfamate.
Ma è stata davvero tolleranza zero.
In Italia, il problema si sta facendo grave e il buonismo è l'ultimo dei lussi che ci possiamo permettere.
Il timore di non sentirsi sicuri non è una percezione inventata a uso della campagna elettorale, non è la paura dell'uomo nero. È l'insicurezza di vedersi accerchiati da gente che non ha nulla da perdere. L'egiziano clandestino che l'altro giorno ha violentato in centro Milano una ragazza non aveva nulla da perdere: aveva precedenti e doveva già essere espulso. Così come non aveva nulla da perdere il romeno di ieri o dell'omicidio Reggiani.
Non hanno nulla da perdere le varie bande delle ville, gli spacciatori, i furfanti che vivono di furti, borseggi e truffe ai danni degli anziani.
Non hanno nulla da perdere gli zingari che albergano nelle periferie delle città e che hanno trasformato gli incroci stradali in luoghi di lavoro.
L'altra sera a Porta a Porta l'ormai ex ministro Rosy Bindi ha detto che non si vincono le elezioni rincorrendo le paure degli italiani, ma governandole politicamente.
Neanche di fronte al cataclisma elettorale la sinistra si rende conto delle sue assurde tesi politico/culturali.
Le percentuali dei reati contro il patrimonio e contro la proprietà sono in vertiginoso aumento. Nei due anni di governo Prodi sono aumentati i furti e le rapine nelle case; le tabaccherie e i benzinai sono il bancomat della malavita. A ciò si aggiunga poi quella percezione di insicurezza che si ha in prossimità delle stazioni, nelle piazze o nei giardini pubblici, nei parcheggi dei supermercati, laddove cioè gli extracomunitari fanno quel che vogliono.
Nelle città del Nord, dove la Lega e il centrodestra hanno fatto incetta di voti, il degrado delle periferie è "a rischio banlieu", un rischio che a torto è stato rimosso dal passato governo.
«Vorrei sapere cosa ha fatto la Lega contro la criminalità?», sfidava la Bindi dal salotto di Vespa (con accanto un Giampaolo Pansa quasi incredulo per la superficialità di analisi). «Voglio vedere ora cosa farà il governo Berlusconi dopo tanti annunci».
Farà quello che le ha detto Franco Frattini: espellerà tutti gli stranieri - comunitari ed extracomunitari che non dimostreranno di avere un reddito minimo di sostentamento. È logico per tutti, eccetto per la sinistra: o si lavora o si ruba. Per la sinistra, invece, va tutto bene.
Ne violentano una al giorno? «I delitti sono diminuiti grazie al governo. La reazione dello Stato è pronta», risponde il ministro Amato. Se lo dice lui... L'Italia però non la pensa allo stesso modo. Anzi, proprio sulla sicurezza s'è stufata delle soluzioni della sinistra. Chiede misure drastiche, non palliative. Per questo si è allineata ai sindaci con la stella dello sceriffo, ai leghisti delle ordinanze antisbandati, a chi è sceso in strada per sgombrare i campi nomadi. Degrado delle città e sicurezza si tengono a braccetto. I sindaci sono i primi a rispondere se le loro vie e piazze diventano luogo di violenza e sopraffazione. Polizia e carabinieri da soli non sono sufficienti: i vigili urbani sarebbero un ottimo strumento se fossero dotati di poteri veri e di strumenti idonei per esercitare ordine pubblico. Fare la guerra all'esercito della finta pietà, ai lavavetri, alle prostitute e agli spacciatori col codice della strada è come voler svuotare il mare col secchiello.
Infine, la Chiesa. Sarebbe bene che prelati importanti come i cardinali Martini e Tettamanzi non generino confusione tra catechismo e codice penale. Pretendere mano dura con chi procura male e danni non è sinonimo di sbandamento dai valori cristiani. I cristiani non hanno scritto in fronte: vittima dei balordi.
La Treviso dello sceriffo Gentilini, secondo la Caritas, è uno degli esempi più felici di tolleranza e integrazione con gli stranieri. Di che stiamo parlando? La misura è colma. Ed è colma anche perché la certezza della pena è un optional del diritto. L'espiazione della colpa, un antipatico corollario della sentenza. La detenzione in carcere, una specie di pernottamento un po' più lungo del solito (ma neanche tanto).
A che serve, acciuffarli per poi farli uscire dopo poco? Presidente Berlusconi, ci dia retta: scelga un ministro dell'Interno meno attento agli apparati burocratici e più in linea con le esigenze degli italiani. Abbiamo vinto parlando di tolleranza zero. Che tolleranza zero sia. Non se ne può più dell'arroganza dei fetenti. I criminali stranieri li vogliamo fuori dall'Italia, i criminali italiani dentro le patrie galere.
Si può fare.
G.L.Paragone su www.Libero-news.it di oggi
saluti