BALLE.......................QUEL SENATORE NON E' STATO ELETTO DALLA GENTE,E' SENATORE PERCHE' E' STATO IMPOSTO DAL TUO CAPO NELLE SUE LISTE,C'E' UN OCEANO DI DIFFERENZA E MI MERAVIGLIO CHE NON LO CAPIATE,QUESTA E' UNA DELLE TANTE NEFANDEZZE DELLA COSIDETTA "LEGGE PORCATA",AVREI VOLUTO VEDERE SE GLI ELETTORI POTEVANO ESPRIMERE UNA PREFERENZA, SE FOSSE STATO ELETTO,E LO STESSO VALE PER I CARUSO E I LUXURIA,SE SONO STATI IN PARLAMENTO E' ANCHE COLPA DELLA "VOSTRA PORCATA",AL POSTO DI FARE GLI IRONICI,DOVRESTE VERGOGNARVI AD AVER VOLUTO UNA LEGGE (A DETTA DI TUTTI,COMUNISTI E NO) SCHIFOSA PERCIO' ABBIATE LA COMPIACENZA ALMENO DI STARVENE ZITTI SU QUESTI TEMI
UN VERTICE DI COSA? E PERCHE' AVREBBE DOVUTO INVITARE PROPRIO LUI VISTO CHE PRIMA DELLE ELEZIONI SI E' AFFANNATO A GIUSTIFICARE LA SUA PRESENZA NELLE LISTE DICENDO CHE IL CIARRAPICO CONTAVA MENO CHE IL DUE DI COPPE A BRISCOLA........................ALLORA CONTA O NO? LE SUE QUOTAZIONI SONO IMPROVVISAMENTE SALITE VISTO CHE GLI FA ONORE DI PRESIEDERE AD UN VERTICE DEL PDL..........................E' PROPRIO IN QUESTE COSE CHE SI MANIFESTA LA DIFFERENZA ETICA-MORALE TRA VOI DESTRORSI E NOI......................VI STA' BENE TUTTO PURCHE' LO PROPONGA IL VOSTRO CAPO ,FORSE LO RITENETE INFALLIBILE?
1) Ciarrapico non è stato eletto senatore dai cittadini italiani, ma nominato. Era in una lista bloccata. In cima.
2) Luxuria e Caruso non hanno fatto quello che ha fatto Ciarrapico, che posto qui sotto, dal sito www.marcotravaglio.it. Buona lettura.
Ciarrapico Giuseppe (FI): 5 condanne definitive, una in primo
grado e una serie impressionante di arresti e procedimenti penali.
Nel 1973 la Corte d’Appello di Roma conferma la sentenza del
Tribunale di Cassino e lo condanna per truffa aggravata e
continuata ai danni di Inps, Inail e Inam per non aver registrato sui
libri paga gli stipendi dei dipendenti. La Cassazione conferma la
truffa, ne dichiara prescritta una parte e incarica la Corte d’appello
di rideterminare la pena per l’altra. Nel 1974 altra condanna: il
pretore di Cassino gli infligge una multa di 623.500 lire per aver
violato per quattro volte la legge che tutela “il lavoro dei fanciulli e
degli adolescenti”:sentenza confermata in Cassazione. Nel marzo
’93 viene arrestato a Roma per lo scandalo Safim Leasing-
Italsanità (per vari miliardi di lire avuti dalla Safim Factor
scontando titoli di credito inesistenti dopo aver affittato suoi
immobili a Italsanità): nel 1995 viene condannato con rito
abbreviato a 1 anno per falso in bilancio e truffa, pena poi
confermata in appello e in Cassazione. Aprile ’93: Di Pietro lo fa di
nuovo arrestare per una stecca di 250 milioni di lire versata al
segretario del Psdi Antonio Cariglia su richiesta di Andreotti. “Era
vero, li diedi per arruolare Domenico Modugno alle feste dei
socialdemocratici”, dirà lui anni dopo. Passa un mese e torna
dentro, stavolta per un presunto miliardo alla Dc andreottiana nello
scandalo delle Poste. A giugno, condanna in primo grado a 6 mesi
per diffamazione: aveva affisso a Fiuggi un manifesto in cui dava a
un consigliere comunale del “mentitore diffamatore mestatore”.
Nel 1997 la Procura di Roma lo fa rinviare a giudizio per peculato,
abuso e falso nella sua attività di re delle acque minerali: secondo il
pm Maria Cordova, mentre era custode giudiziario dell’Ente
Fiuggi, Ciarrapico omise di versare 20 miliardi al Comune e si
appropriò di somme di denaro per spese pubblicitarie, interessi
passivi e acquisto di beni capitalizzati, rinnovando il contratto di
vendita dell’acqua Fiuggi a una sua società che offriva prezzi
inferiori rispetto a un’altra (danneggiando il Comune, che
percepiva un tot a bottiglia). Nel 1995 viene condannato con rito
abbreviato per falso in bilancio delle Terme Bognanco. Ma questi
processi finiscono in nulla. Nel 1998, però, arriva la mazzata:
condanna in Cassazione a 4 anni e 6 mesi per la bancarotta
fraudolenta del Banco Ambrosiano. La sua “Fideico”, nel 1982,
aveva ottenuto dalla Banca di Roberto Calvi e della P2 un
improvviso aumento della linea di credito da 4 a 39 miliardi,
restituendo solo le briciole. Nel 1999, il kappaò: la quinta condanna
definitiva a 3 anni per il crac da 70 miliardi della società che
controllava la “Casina Valadier”, il palazzetto liberty romano
trasformato in ristorante. Ma il Ciarra, pur dovendo scontare 7 anni
e mezzo, non finisce in carcere: grazie all’età e agli acciacchi,
ottiene l’affidamento ai servizi sociali. Intanto i processi avanzano,
con qualche botta di fortuna. Nel ’99, condannato in appello per
emissione di assegni a vuoto, il nostro eroe è assolto in Cassazione
perchè il reato è stato appena depenalizzato. Nel 2000 cade in
prescrizione la condanna in primo grado per violazione della legge
sulle assunzioni obbligatorie di invalidi. Nel 2001, condanna in
primo grado a Perugia per abuso d’ufficio insieme al giudice
fallimentare di Frosinone che nel ’93 regalò l’amministrazione
controllata alla sua capogruppo “Italfin 80” in crisi nera,
evitandogli il crac: reato poi estinto per prescrizione. Intanto lui s’è
dato alle cliniche private. E anche in quel ramo riesce a dare lavoro.
Nel 2002 il Tribunale di Roma lo condanna a 1 anno
e 8 mesi per truffa e violazione della legge sulle trasfusioni:
insieme ad alcuni dirigenti della “Quisisana”, avrebbe imposto a
una cinquantina di pazienti sottoposti a trasfusioni parcelle gonfiate
per 3-400 mila lire l’una. E nel 2005 è rinviato a giudizio per
ricettazione nella vecchia vicenda delle tangenti al ministero delle
Poste. Ma ci sono pure questioni recentissime, come quella che lo
investe per la sua ultima vocazione: editore di giornali locali,
undici “cocoperative” tra la Ciociaria e il Molise, finanziati dallo
Stato. Del novembre 2007, il Ciarra è indagato a Roma per truffa ai
danni di Palazzo Chigi: pare che tra il 2002 e il 2005 abbia
incassato il doppio dei contributi dovuti, attestando falsamente che
le società “Editoriale Ciociaria Oggi” e “Nuova Editoriale Oggi”
hanno una gestione separata. In attesa di sapere come stanno le
cose, il Gip gli ha sequestrato i 2,5 milioni che stavano arrivando
dalla Presidenza del Consiglio. Intanto il fisco italiano attende che
il Ciarra versi 1,495 milioni di euro di tasse mai pagate. E non è
questo l’unico suo debito: tallonato dai piccoli azionisti
dell’Ambrosiano, risulta residente per l’Anagrafe in una camera e
servizi annessa a un capannone industriale dove ha sede la
tipografia di “Ciociaria Oggi”, a Villa Santa Lucia, vicino a
Montecassino. Dove sovente bussa l’ufficiale giudiziario. Invano.
Ma che cavolo stai dicendo? Ma da quando? Ma guarda che TUTTI i partiti della Repubblica sono nati antifascisti (tranne l'MSI, che comunque rappresentava sì e no l 4%!!). Forse hai ragione... il 25 aprile è la festa di una parte politica, quella che rappresenta il 96% dei cittadini. Dai esci in strada e festeggia la libertà che ti hanno restituito gli americani e i partitigiani, che fossero comunisti o socialisti o democristiani o liberali. Ti vergogni a dirti antifascista? Sei anche tu uno che pensa che le leggi razziali non erano poi male? Siccome penso di sapere le risposte... credo anche che pure tu possa festeggiare a pieno titolo il 25 aprile insieme a me...