Ballottaggio a Roma

[Scapigliato" (POL)]

Scapigliato, non ti nego che anche a me "rutello" sta sui cogl*oni e manco poco, però da qui a rallegrarmi per la vittoria del fascio alemanno ce ne passa. Sarà che è la convinzione che qualunque al posto di rutelli avrebbe vinto, sarà perchè comunque non perdo di vista che i veri avversari sono le destre.

Scusa, ma secondo me "il vero avversario" è il Capitalismo in tutte le sue variegate forme.

- matite, - vorti inutili, + bottiglie. Se serve do anche una mano, nei limiti della mia distanza da Roma.

[Palvesario]

non rompe 'l cazzo, rashetto' !

detto da uno sbirretto da quattro soldi...

[Scapigliato" (POL)]

detto da uno sbirretto da quattro soldi...

dai che allora saremmo colleghi, solo che te sei dislocato in Cina.
Eppoi non siamo così ripetitivi!

[Scapigliato" (POL)]

Comunicato stampa del PLI regionale del Lazio, il PLI darà il proprio sostegno a Rutelli 25 Aprile 2008 Il PLI, che al primo turno per l’elezione del Sindaco di Roma ha scelto l’astensione, in sede di ballottaggio, darà il proprio sostegno a Francesco Rutelli. Tale decisione è stata assunta, tenendo conto della formazione culturale di Rutelli, fondamentalmente improntata alle idee liberali, rispetto a quella del suo antagonista, lontana dai valori e dalle sensibilità politiche dei liberali. Inoltre il PLI ha valutato positivamente l’impegno assunto da Francesco Rutelli per frenare il degrado di Roma e valorizzarne la straordinaria caratteristica di capitale mondiale dell’arte e della cultura, proseguendo il lavoro già avviato come Ministro dei Beni Culturali. Maurizio Irti, Seg. Regionale del Lazio

http://www.partitoliberale.it/2008/0...ale-del-lazio/

[Scapigliato" (POL)]

Quante calunnie e cazzate tocca sorbisse da quelli dell'Opus Dei. Rido pe' non piagne.

[Lavrentij]

Scusami , pensavo bastasse .
Eccolo http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano...008/art22.html

Grazie mille, è recentemente cambiato il regolamento della community, prima si poteva (anche se ho visto che su altri forum viene applicata in modo diverso che da qui, preferisco non aver beghe con l'amministrazione).

[Gregor Avio]

La questione è: Meglio un dilagare quasi inarrestabile con una Destra gongolante per averci sbattuto fuori dal'emiciclo, dove ogni confronto si palesa inutile data la schiacciante maggioranza oppure dare ossigeno ad una formazione senza identità, palesemente neocentrista, filo-confindustriale e neanche troppo segretamente impegnata a cancellare la sinistra nel tentativo di assorbirne parte dell'elettorato e sostiturne la funzione oppositiva con un'ottica prona? Ho posto l'interrogativo in maniera un po' tortuosa ma alla fine, mi sembra di capire che in entrambi i casi qualcuno avrebbe cercato di fregarci, accordi o non accordi. Certo, la deriva destrorsa è secca e preoccupante, lo capirà anche l'elettorato folgorato da voti utili e nuovi partiti?

[Palvesario]

oh, ma i sinistri critici osannatori di Rutelli, quelli che "avrebbero fatto la differenza" e che erano sempre qua sul forum a sbombare, dove sono finiti?
Si sono andati a nascondere insieme a "faccione" Rutelli?

O preparano un frocessione contro Alemanno?

[Armata Rossa]

Magari può aiutare a riflettere

http://www.marxismo.net/content/view/2740/146/

Alemanno nuovo sindaco della capitale
Scritto da Alessio Vittori
L’epoca del centrosinistra finisce anche a Roma

Con una perdita secca di quasi 85mila voti rispetto al primo turno, Rutelli perde il ballottaggio con Alemanno (che ne guadagna 100mila) e consegna Roma alla destra. E’ la prima sconfitta del centrosinistra dopo quindici anni ma anche di Rutelli, che ne incarna alla perfezione l’anima più filo-clericale e confindustriale e che ha fatto di tutto per perdere queste elezioni.


Come se non bastassero quindici anni di politiche liberiste del centrosinistra a Roma che, nella politica sulla casa, sui trasporti e sulle municipalizzate ha inseguito la furia privatizzatrice della destra; senza contare l’impopolarità conquistata nelle due precedenti legislature da sindaco in cui aveva avviato la privatizzazione dell’Acea, dei trasporti e della Centrale del latte, Rutelli ha giocato tutta la sua campagna elettorale all’insegna della tolleranza zero sulla questione della sicurezza, inseguendo sempre la destra sul suo stesso terreno.
Ma, tolleranza zero per tolleranza zero, ha vinto la versione originale.


Tracollo nei quartieri popolari
Alemanno fa un vero e proprio sfondamento nelle periferie estreme di Roma, dove vince con percentuali che vanno dal 55 al 60%.
Le periferie, dove prima la sinistra vinceva, hanno punito il moderatismo di Rutelli in maniera inequivocabile e i municipi dove si è andati al ballottaggio e dove due anni fa aveva vinto il centrosinistra adesso sono passati alla destra, tutti tranne uno.
Nei quartieri più popolari e di sinistra Rutelli vince solo per il rotto della cuffia. In Tiburtina Alemanno è arrivato al 49,59%, un risultato impensabile solo 2 anni fa. Stessa percentuale anche al Prenestino, dove di solito la sinistra vince a occhi chiusi. In queste zone Rutelli perde 8.000 voti.
Nel III municipio il candidato del PD lascia per strada 2.000 voti quasi tutti nello storico quartiere di San Lorenzo.
A Cinecittà, il municipio di Sandro Medici, uno dei fondatori de Il Manifesto e per la seconda volta Presidente del Municipio come indipendente di Rifondazione, addirittura vince Alemanno.
Le periferie hanno punito Rutelli e le tradizionali roccaforti rosse non l’hanno salvato.
La questione su cui più si è dibattuto in questi mesi di campagna elettorale a Roma è stato il diritto alla casa. Un diritto che in questa città è completamente negato.
Così, mentre Alemanno si scagliava demagogicamente contro i palazzinari, proprio quando il Presidente dell’Associazione costruttori e tante famiglie importanti di Roma come i Caltagirone si schieravano con la destra, la cosa più chiara detta da Rutelli è che non si possono occupare i 130mila appartamenti che le grandi immobiliari tengono sfitti a Roma per aumentarne il valore di mercato, naturalmente perché ‘la legalità deve essere al primo posto’.
Ossessionato da questa fantomatica questione della sicurezza, Rutelli è arrivato ad accusare Alemanno di aver fatto entrare troppi rumeni in Italia quando era al governo (la classica accusa di ‘lassismo sulla questione immigrati’ che di solito la destra rivolge alla sinistra), anche se il vero scandalo è stata la proposta del braccialetto anti-stupro.
Cavalcando un episodio di violenza su una donna (su cui per altro gravano sospetti di messa in scena da parte di Alemanno e i suoi), con uno schema simile a quello visto dopo il fatto di Tor di Quinto nell’Ottobre del 2007, la destra torna all’attacco contro i rumeni e gli immigrati in generale. E, come allora Veltroni fu prontissimo a chiedere l’approvazione del decreto per le espulsioni facili, anche in questa occasione Rutelli è lesto nel fare una proposta assolutamente imbarazzante: far indossare alle donne un braccialetto anti-stupro.
Solo se si ha il cervello completamente imbevuto di una concezione di destra si può ragionevolmente pensare di cavalcare a questo modo l’ondata securitaria montata dai settori più reazionari della società.
Anche se la stragrande maggioranza degli episodi di violenza sulle donne avviene in famiglia, nessuna proposta è venuta dal centrosinistra per aumentare il numero dei consultori nei quartieri, per garantire alle donne colpite dalla violenza domestica completa assistenza e tutela. No, la follia cieca di chi pensa solo a come conquistare voti al centro e a destra, ha partorito la proposta di mettere il marchio alle donne con un braccialetto inutile e umiliante, con tanto di dimostrazione in televisione di come funzionava.
Era sufficiente passare in qualche circolo del partito negli ultimi giorni di campagna elettorale per rendersi conto che questa ennesima provocazione aveva convinto tanti simpatizzanti di Rifondazione a cambiare idea: se prima pensavano di andare a votare contro Alemanno, adesso prendevano la decisione di rimanere a casa. In parecchi municipi si vede chiaramente come tra il primo turno e il ballottaggio manchino a Rutelli proprio i voti di chi aveva votato a sinistra.
Il fallimento di Rutelli ora dovrebbe definitivamente insegnare qualcosa anche a Rifondazione sul fatto che le elezioni non si vincono al centro o inseguendo il voto dei moderati.
Il partito è rimasto stritolato nell’alleanza con Rutelli. Nel tentativo di rimanere con le unghie e con i denti aggrappati al Partito Democratico, che inseguiva a tutto campo e superava la destra sul suo stesso terreno, il partito si è completamente sfilacciato.
Si è tanto parlato del voto per la Sinistra Arcobaleno a Roma, soprattutto nei municipi, come di un risultato in controtendenza rispetto al voto nazionale.
Non è stato un nubifragio delle stesse proporzioni ma il crollo c’è stato anche alle comunali di Roma.
Anche a Roma infatti il confronto tra i voti presi da PRC Verdi e Comunisti Italiani nel 2006 e quelli presi dall’Arcobaleno nel 2008 è impietoso.
Se alle politiche si è passati da 239.815 voti a 61.356, alle comunali si è passati da 151.625 voti a 69.000 voti.
Per quello che riguarda i municipi, non si può non vedere ad esempio che nel X Municipio, quello di cui più si è parlato su Liberazione, stavolta Sandro Medici vince solo sul filo di lana e si perdono 8.000 voti, passando dal 65% di due anni fa al 52% di oggi.


Il fallimento dei vertici del Prc
In consiglio Comunale non ci sarà nessun rappresentante di Rifondazione. La Sinistra Arcobaleno, o meglio quello che ne rimane, infatti sarà rappresentata da Tarzan (Andrea Alzetta) di Action e da Maria Azuni di SD, già ex Partito Democratico.
Dentro l’Arcobaleno il partito ha chiaramente perso la competizione con professionisti delle preferenze molto più bravi ed esperti e, pur portando la maggior parte dei voti, rimane fuori dai giochi, sparisce dal Consiglio Comunale e su 20 municipi mantiene solo tra 4 e 5 consiglieri.
La catastrofe è stata praticamente tale e quale a quella nazionale poiché tutta la strategia del gruppo dirigente del partito a Roma è fallita miseramente.
Si era puntato tutto sulla vittoria del primo turno, dapprima con una serie di articoli su Liberazione che spiegavano come non si fosse presentato un candidato del partito al primo turno per ‘non rischiare di andare al ballottaggio’, poi cercando di convincere i nostri militanti e i simpatizzanti che Rutelli era meglio di Veltroni, alla fine cercando di strappare almeno un voto antifascista.
Anche se Roma dopo il crollo dell’Arcobaleno è stata tappezzata di manifesti in cui si annunciava che Rifondazione Comunista era tornata, il profilo del nostro partito è stato completamente oscurato nell’alleanza con Rutelli, che è risultata indigesta per tanti nostri iscritti e simpatizzanti.
Sul terreno del diritto alla casa, dello stato delle periferie, non siamo riusciti ad avanzare nessuna seria rivendicazione di sinistra che ci potesse identificare e abbiamo passato tutta la campagna elettorale solo a coprire e a ‘giustificare’ quello che diceva Rutelli.
I saluti romani in Campidoglio segnano ora l’apertura di un periodo duro anche a Roma, ma le risorse nuove per risalire la china si stanno già vedendo.
I circoli del partito a Roma si stanno riempiendo di vecchi e nuovi attivisti che si mettono a disposizione e vogliono iniziare o ricominciare a fare politica. Agli attivi dei Giovani Comunisti vengono giovani da scuole di periferie che non ne possono più dei fascisti nelle loro scuole.
Tutto questo è molto positivo, ma per rafforzare questa nuova vitalità che sta emergendo occorre un azzeramento completo della linea politica seguita fin qui.
Ancora nelle due settimane tra il primo turno e il ballottaggio, in ambienti di partito si parlava di quanti assessori ci sarebbero toccati.
Non c’è peggior sordo di quello che non vuol sentire e c’è qualcuno che ancora non ha capito quello che è successo. Speriamo che, chi non riesce a vedersi fuori dalle istituzioni, vada ora a cercare fortuna e poltrone da altre parti.
Anche a Roma si è chiusa l’epoca del centrosinistra, ora si deve chiudere definitivamente la stagione delle nostre alleanze con il Veltroni o il Rutelli di turno.
Rifondazione nella capitale deve iniziare un paziente lavoro di ricostruzione del partito nelle periferie, nelle fasce più popolari della città, nelle zone proletarie dalle quali siamo praticamente spariti. I risultati di queste elezioni dimostrano che questo lavoro si può portare avanti solo se ci si presenta come una forza organizzata che porta avanti un programma di rivendicazioni di classe alternativo a quello del Partito Democratico. Anche a Roma c’è bisogno di una svolta operaia e di una nuova Rifondazione Comunista e i sostenitori di questa rivista saranno in prima fila nel cercare di costruirla.