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La grinta di Morbidelli
"Non lascio questa casa"
"E' una questione di orgoglio. Se dopo un fatto come quello che ci è capitato l’altro ieri qualcun’altro, come si sente dire, decide di vendere, o andare via, magari ad abitare in centro, secondo me sbaglia"
Pesaro, 22 agosto 2008 - "Questa casa non la lascio, è una questione di orgoglio. Se dopo un fatto come quello che ci è capitato l’altro ieri qualcun’altro, come si sente dire, decide di vendere, o andare via, magari ad abitare in centro, secondo me sbaglia. Abbiamo avuto un bel calcio nel sedere, è vero: ora speriamo che non ne arrivino più. Insomma, spero che non ritornino''.
Parole e grinta di Giancarlo Morbidelli, uno che le due notti successive alla rapina, dice lui stesso, ha dormito sodo, ovviamente in quella stessa villa di via Tresole presa d’assalto il martedì notte. ''Il giorno dopo sono venuti a trovarci anche altri parenti, certo, ci ha fatto piacere — dice ancora Morbidelli — ma mi rendo conto che se hai paura di tutto, nella vita non fai nulla''.
"Io con quei banditi — prosegue Morbidelli — avevo provato a parlare, ma sembravano dei militari. Il passamontagna in testa, si vedevano solo il taglio degli occhi e della bocca, guanti, calzettoni fino al ginocchio, parlavano pochissimo, giusto il tempo di scambiarsi ordini tra di loro, come soldati. Ho provato a chiedere loro come avevano fatto ad entrare, non mi hanno risposto''. ''Se penso, per il futuro, a una pistola o a un’arma per difendermi? Assolutamente no, anche se ce l’avessi avuta attaccata al collo quella notte non l’avrei potuta usare''.
''Anche mia moglie ha dimostrato coraggio. Non è facile girare per la casa con una pistola puntata alla schiena e uno che ti dice ‘dimmi dov’è la cassaforte’. Anche a me quando mi hanno legato mani e piedi mi venivano i pensieri, ma ho cercato di fare il loro gioco il più possibile, il coltello dalla parte del manico del resto ce l’avevano loro, non potevo fare altro''.
Sul fronte delle indagini i carabinieri stanno cercando di sfruttare il pochissimo che hanno a disposizione. ''Non sappiamo nenache da dove sono venuti — aggiunge ancora Giancarlo Morbidelli — non esiste nessuna traccia di auto o simili''. Una banda che è passata, ha colpito e ha fuggito. Difficile che abbiano un basista in zona. Non è nello stile di chi fa certi colpi, dicono gli inquirenti. Le indagini continuano.