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dime can
Un esempio di ricostruzione linguistica
Prima di addentrarci nelle questioni relative al lessico e alla cultura degli Indoeuropei, può essere d’aiuto illustrare concretamente il metodo usato per la ricostruzione del vocabolario di Proto-Indoeuropeo. L’esempio servirà sia come introduzione al metodo comparativo che per indicare l’alto grado di precisione che le tecniche di ricostruzione consentono,
Parecchie lingue indoeuropee usano parole simili per indicare il termine “daughter-in-law” = nuora (figlia per legge) Il Sanscrito ha snu , l’Inglese Antico ha snoru, l’Antico Slavo Ecclesiastico ha sn kha (Russo snokhá), il Latino nurus, il Greco nuós, e l’ Armeno nu . Tutte queste forme, che si dicono cognate, gettano luce sulla forma fonetica della parola in questione che si presume usasse l’antenato comune. Sanscrito, Germanico e Slavo concordano nel mostrare una parola dell’Indoeuropeo comune che inizia con sn-. Poiché siamo a conoscenza che una s Indo-Europea prima della n andò perduta in altre parole latine, greche e armene, possiamo ragionevolmente supporre che Latino nurus, Greco nuós, e Armeno nu derivino da un Indo-Europeo *sn-. (Si compari il Latino nix [radice niv-], con l’Inglese snow, che conserva la s.) Questo è il principio delle corrispondenze della regolarità del suono ed è la base delle scienze dell’etimologia e della linguistica comparativa.
Sanscrito, Latino, Greco e Armeno concordano nel mostrare la prima vocale come -u-. Sappiamo da altri esempi che la slava corrisponde regolarmente alla u del Sanscrito e che in questa stessa posizione la o germanica (Inglese antico snoru) ha preso il posto di una più antica u. E’ quindi lecito ricostruire una parola Indo-Europea che cominci con *snu-.
Per la consonante che originariamente seguiva *snu-, si richiede una analisi più stringente. La chiave è fornita principalmente dalla forma sanscrita, poiché sappiamo che c’è una regola in Sanscrito che obbliga s a diventare (un suono simile all’inglese sh) dopo la vocale u. Così il Sanscrito snu - deve retrocedere a un più antico *snus-. Nella stessa posizione, dopo u, un antico -s- si cambia in kh (come il ch nella parola scozzese loch oppure in Germanico ach) ; anche in Slavo la stessa parola riflette *snus-. In Latino sempre, e in Germanico sotto certe condizioni , un antico -s- intervocalico si cambia in -r-. Per questa ragione il Latino nurus e l’Inglese antico snoru vanno a cadere su un più antico *snus- (seguito da una vocale). In Greco e in Armeno, d’altra parte, un antico -s- intervocalico sparisce completamente,come sappiamo da numerose coincidenze. Anche il Greco nuós e l’Armeno nu (radice nuo-) presuppongono la stessa forma precedente, *snus- (seguito da una vocale). Ogni evidenza comparativa concorda con la forma radicale Indo-Europea *snus-.
Poiché nella protolingua non c’erano generi, bensì solo una suddivisione tra nomi animati e inanimati e gli animati prendevano –os al nominativo, la ricostruzione porta a *snusos.
Rimane un punto da accertare: l’accento.. Di questi quattro gruppi linguistici che riflettono l’accento Indo-Europeo — Sanscrito, Greco, Balto-Slavo e Germanico — i primi tre sono d’accordo nel mostrare la forma accentata sull’ultima sillaba: snu , nuós, snokhá. La forma germanica è egualmente precisa giacché la regola dice che la vecchia -s- diventa r- (Antico Inglese snoru) solo se la sillaba accentata cade dopo la -s-.
Su questa base possiamo dare il tocco finale alla nostra ricostruzione: la forma completa della parola per “nuora” sarà *snusós.
E’ assolutamente da notare che non c’è una singola lingua della famiglia che conservi questa parola intatta. In ogni lingua, in ogni tradizione nella famiglia Indo-Europea, la parola è stata in qualche modo alterata rispetto alla sua forma originale. E’ stato il metodo comparativo a permetterci di spiegare le differenti forme in questa varietà di lingue mediante la ricostruzione di un comune e unitario prototipo, l’antenato comune.