06/08/2008: CARCERE - Sovraffollamento, una costante nelle carceri lazialiE’ il carcere di Latina il primo istituto visitarto visitato dalla delegazione composta dall’Assessore al Bilancio, programmazione economico-finanziaria e partecipazione della Regione Lazio, Luigi Nieri e dal Presidente dell’Associazione Antigone, Patrizio Gonnella. “Si tratta di un carcere molto affollato. Gli stranieri rappresentano il 40-45% della popolazione carceraria. – spigano gli osservatori -
Per quanto riguarda la sezione maschile, la capienza regolamentare è di 87 posti, mentre ad oggi i detenuti sono addirittura 130. Ciò significa che in alcune celle 6 persone vivono in letti a castello a tre piani in soli 16 mq, hanno quindi a disposizione meno di 3mq a persona. Salvo che in una piccola sezione, in generale non sono rispettati i dettami del regolamento di esecuzione del 2000, che prevedeva, fra le altre cose, le docce in cella”. Nella sezione femminile 36 detenute per 18 posti letto, anche in questo caso al di sopra della capienza regolamentare; il doppio più precisamente. In questa sezione ci sono anche 6 detenute che hanno compiuto, ormai 30 anni fa, reati di terrorismo e questo secondo gli osservatori spinge a un “ingiustificato regime di elevato indice di vigilanza, imposto dal Ministero della Giustizia”. Tra i nodi critici, la schermatura delle finestre nella sezione femminile, che impedisce la naturale filtrazione della luce. Un problema strutturale” lesivo dei diritti fondamentali”, spiega la delegazione.
Il secondo carcere visitato quello di Velletri, diventato il quinto carcere romano, dove vengono indirizzati i detenuti per i quali non c’è spazio a Regina Coeli: “Anche in questo caso, l’istituto è sovraffollato. La capienza regolamentare è, infatti, di 197 posti, mentre ad oggi i detenuti sono ben 370. In pratica, in ogni cella di 10mq pensata per una persona, ce ne sono sempre 2”, sottolienano gli osservatori. In crisi l’azienda agricola del carcere che produce vino, olio, frutta e verdura biologica per la difficoltà di conciliare i tempi del carcere con quelli della produzione: c’è l’impegno dell’assessore Nieri a sollecitare il ministro all’Istruzione Maria Stella Gelmini per l’attivazione di una classe dell’istituto agrario nel carcere. L’Assessore scriverà anche al Provveditorato scolastico del Lazio, per sensibilizzarli sull’argomento.DiReS
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