In questi ultimi giorni l'esercito berlusconista sta tentando di sfondare il muro delle intecerrazioni. Prima con la bufala Genchi, poi col falso scoop de "Il Giornale". A parte che questi fatti non fanno che rafforzare il concetto che un editore che possiede numerosi quotidiani, settimanali, mensili e televisioni non può assolutamente dedicarsi alla politica perchè, voglia o no, i suoi giornali faranno sempre di tutto per aiutarlo. A parte questo comunque penso che la gente comune dovrebbe essere preoccupata per ciò che sta accadendo. Non solamente perchè si stia tentando in tutti i modi di nascondere la polvere che De Magistris ha trovato sotto il tappeto calabro, ma anche perchè l'abolizione (o quasi) delle intercettazioni sarà un duro colpo alla giustizia e alla legalità di questo paese. Non dobbiamo cadere nella trappola dei berlusconisti, secondo i quali gli unici reati degni di essere perseguiti sono quelli tipici della fascia bassa della società. In tanti continuano a ripetere che alla gente della giustizia non gliene frega nulla perchè ha pochi soldi in tasca. E' vero per carità. Però è anche vero che con una giustizia funzionante e valida si riuscirebbe a debellare la mafia, la corruzione (o gran parte di essa), l'evasione fiscale (o gran parte di essa) e altri reati che non fanno altro che toglierci soldi dalle tasche. E le intercettazioni sono fondamentali per scoprire questi reati o, per lo meno di limitarli. I berlusconisti insistono a classificare questi reati come minori, non gravi, quasi necessari al benessere del paese. Tutto ciò è falso. La mafia, la corruzione, l'evasione fiscale, il falso in bilancio, la truffa, la bancarotta fraudolenta sono tutti reati che causano la perdita di posti di lavoro, causano l'aumento delle tasse, causano disservizi per privati e imprese che poi si traducono in una crescita economica bassa o nulla, in un declino del paese, in un impoverimento costante. Per lottare contro questi fenomeni certo non bastano solo le intercettazioni, i giudici, la giustizia in generale, serve la volontà politica di contrastare tutto ciò, serve l'indignazione popolare, la voglia di vivere nella legalità. Sono sicuro che se non ci fosse l'usanza di assumere extracomunitari in nero ci sarebbero meno clandestini violenti nelle nostre città. Così come sono sicuro che se la lotta alla mafia fosse portata avanti anche dalle istituzioni nel loro complesso, e non solamente dai soliti coraggiosi, ci sarebbe molta meno droga nelle tasche dei nostri giovani. Lo stesso sud Italia, senza la mafia, sarebbe più sviluppato di quello che è. Ma oggi assistiamo a una volontà contraria. Non solo disattenta, come si poteva pensare che fosse la volontà politica dei decenni precedenti, ma addirittura una volontà politica di proteggere determinati reati, determinate usanze illegali. Dove andremo a finire di questo passo? Io penso che tutti coloro che vogliano avere una giustizia migliore e non peggiore debbano farsi sentire. Conterà poco o nulla, ma è qualcosa. Io personalmente ho scritto mail di protesta ai deputati Marcello Taglialatela (Vicepresidente del gruppo del PdL e membro della commissione Antimafia) e Luciano Dussin (Vicepresidente del gruppo della Lega Nord) invitandoli a non peggiorare ulteriormente le cose.