Io proporrei.di chiamare la.discussione.Semina Verbi e di arricchirla con perle di.saggezza antiche, che ne dite?
Io proporrei.di chiamare la.discussione.Semina Verbi e di arricchirla con perle di.saggezza antiche, che ne dite?
ϟ qualis vibrans
....quindi possiamo concludere dicendo che ad un uomo (che visse diciamo qualche migliaio di anni prima della nascita di Gesu') che non apprese di Cristo e non conobbe il suo messaggio (in assenza oggettiva di colpa) e che quindi visse all'infuori di Cristo non fu preclusa la salvezza - tramite Cristo - se costui visse in conformità alla legge di natura la quale a sua volta è in conformità con la Creazione e le leggi di Dio.
L'accendiamo cosi'?
Ultima modifica di Ucci Do; 18-03-14 alle 15:24
se non ci metterai troppo io ti aspetterò tutta la vita...
No, il cristianesimo anonimo è un altro concetto, ovvero che implicitamente in una società postcristiana come quella a lui contemporanea (seconda metà del novecento) si era più o meno tutti cristiani senza saperlo. E senza far nulla per dimostrarlo. O per esserlo.
Però il problema di Rahner è che , ritenendo egli Dio fondamentalmente inconoscibile poneva come metro (ed alla fine come obiettivo ultimo) della sua analisi , l'uomo, trasformando il Cristianesimo in un vago antropocentrismo umanista, dove Dio, alla fine è solo una varabile nell'analisi e nemmeno la più importante.
Insomma postkantismo in salsa crucca.
Ah ovviamente l'ortodossia di Rahner non è in discussione. Nel senso che è palesemente aCristiano (e conosco bene il suo cursus honorum)
Una bella sintesi del pensiero di Rahner in questo articolo del prof De Mattei.
Preferisco di no.
Dante, Inferno IV
Gran duol mi prese al cor quando lo ’ntesi,
però che gente di molto valore
conobbi che ’n quel limbo eran sospesi. 45
«Dimmi, maestro mio, dimmi, segnore»,
comincia’ io per voler esser certo
di quella fede che vince ogne errore: 48
«uscicci mai alcuno, o per suo merto
o per altrui, che poi fosse beato?».
E quei che ’ntese il mio parlar coverto, 51
rispuose: «Io era nuovo in questo stato,
quando ci vidi venire un possente,
con segno di vittoria coronato. 54
Trasseci l’ombra del primo parente,
d’Abèl suo figlio e quella di Noè,
di Moisè legista e ubidente; 57
Abraàm patriarca e Davìd re,
Israèl con lo padre e co’ suoi nati
e con Rachele, per cui tanto fé; 60
e altri molti, e feceli beati.
E vo’ che sappi che, dinanzi ad essi,
spiriti umani non eran salvati». 63
Dante, Paradiso XIX
Ond’io appresso: «O perpetui fiori
de l’etterna letizia, che pur uno
parer mi fate tutti vostri odori, 24
solvetemi, spirando, il gran digiuno
che lungamente m’ha tenuto in fame,
non trovandoli interra cibo alcuno. 27
Ben so io che, se ‘n cielo altro reame
la divina giustizia fa suo specchio,
che ‘l vostro non l’apprende con velame. 30
Sapete come attento io m’apparecchio
ad ascoltar; sapete qual è quello
dubbio che m’è digiun cotanto vecchio». 33
Quasi falcone ch’esce del cappello,
move la testa e con l’ali si plaude,
voglia mostrando e faccendosi bello, 36
vid’io farsi quel segno, che di laude
de la divina grazia era contesto,
con canti quai si sa chi là sù gaude. 39
Poi cominciò:«Colui che volse il sesto
a lo stremo del mondo, e dentro ad esso
distinse tanto occulto e manifesto, 42
non poté suo valor sì fare impresso
in tutto l’universo,che ‘l suo verbo
non rimanesse in infinito eccesso. 45
E ciò fa certo che ‘l primo superbo,
che fu la somma d’ogne creatura,
per non aspettar lume, cadde acerbo; 48
e quinci appar ch’ogne minor natura
è corto recettacolo a quel bene
che non ha fine e sé con sé misura. 51
Dunque vostra veduta, che convene
esser alcun de’raggi de la mente
di che tutte le cose son ripiene, 54
non pò da sua natura esser possente
tanto, che suo principio discerna
molto di là da quel che l’è parvente. 57
Però ne la giustizia sempiterna
la vista che riceve il vostro mondo,
com’ occhio per lo mare, entro s’interna; 60
che, ben che da la proda veggia il fondo,
in pelago nol vede;e nondimeno
èli, ma cela lui l’esser profondo. 63
Lume non è, se non vien dal sereno
che non si turba mai; anzi è tenebra
od ombra de la carne o suo veleno. 66
Assai t’è mo aperta la latebra
che t’ascondeva la giustizia viva,
di che facei question cotanto crebra; 69
ché tu dicevi:"Un uom nasce a la riva
de l’Indo, e quivi non è chi ragioni
di Cristo né chi legga né chi scriva; 72
e tutti suoi voleri e atti buoni
sono, quanto ragione umana vede,
sanza peccato invita o in sermoni. 75
Muore non battezzato e sanza fede:
ov’è questa giustizia che ‘l condanna?
ov’è la colpa sua,se ei non crede?" 78
Or tu chi se’, che vuo’ sedere a scranna,
per giudicar di lungi mille miglia
con la veduta corta d’una spanna? 81
Certo a colui che meco s’assottiglia,
se la Scrittura sovra voi non fosse,
da dubitar sarebbe a maraviglia. 84
Oh terreni animali!oh menti grosse!
La prima volontà,ch’è da sé buona,
da sé, ch’è sommo ben, mai non si mosse. 87
Cotanto è giusto quanto a lei consuona:
nullo creato bene a sé la tira,
ma essa, radiando,lui cagiona».
Ultima modifica di vanni fucci; 18-03-14 alle 15:47
Credo sia lecita la stessa domanda anche per quelle civiltà che non avevano materialmente modo di conoscere Cristo anche dopo la sua venuta.
Mi riferisco ovviamente alle popolazioni delle americhe, dell'estremo oriente, dell'Oceania e dell'Africa nera, ma anche degli stessi territori europei (nord europa ad esempio) inizialmente difficili da raggiungere.
Io non mi sento italiano,
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
tutte le persone che non potevano conoscere Cristo prima della sua venuta, Cristo stesso li ha salvato scendendo dagli inferi dove probabilmente le loro anime stavano dopo la morte
per quelle che ci furono dopo, potevano essere salvate attraverso il battesimo del desiderio
(Gv 3, 20-21)
Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio