Riccardo Castellana
LE MOTIVAZIONI DELLO SCAMBIO
I motivi del rapimento-sostituzione sono spiegati nel folklore con vari (e spesso contraddittori) argomenti, che schematizzando un po' possiamo ricondurre a cinque grandi categorie:
(1) La necessità di preservare la specie degli elfi assicurando ai loro piccoli il nutriente latte umano: è la spiegazione accolta da Jacob Grimm nella Deutsche Mytologie (1835)
(2) La cattiveria innata degli spiriti del male, che sostituendo i neonati in culla si compiacciono di nuocere agli uomini
(3) La benevolenza e l'amore delle fate nei confronti dei bambini - di cui si appropriano per tenerli con sé come figli nel loro regno, e che perciò trattano con ogni riguardo. [1] Questa motivazione è anche all'origine di quelle credenze, egualmente diffuse, circa i rapimenti di bambini che non comportano però alcuno scambio. Complemento essenziale di questa terza causa è allora che le fate scambino i loro figli con i figli degli umani perché questi sono belli e sani, mentre i loro sono (di solito) brutti, malati e deformi.
(4) D'altra parte, sono attestate spiegazioni popolari di carattere diametralmente opposto, che vedono nello scambio, e più esattamente nel rapimento del bambino, il presupposto necessario per pratiche sacrificali o addirittura cannibaliche. Giustamente, però, JJ. MacCulloch [2] le ritiene spiegazioni tarde e dovute all'influsso delle credenze medievali intorno alle streghe mangiatrici di bambini oppure officianti culti sacrificali in onore del demonio.
(5) A queste quattro cause se ne può aggiungere un'altra, anch'essa, però, verosimilmente tarda e influenzata dal cristianesimo, ed è una causa che sposta l'attenzione dal mondo magico e mitico degli esseri fatati a quello reale (e morale) degli uomini. In molte storie della tradizione lo scambio è associato infatti a una colpa, a una condotta eticamente scorretta dei genitori, che possono ad esempio aver concepito il bambino fuori dal sacramento del matrimonio. Il figlio biologico, in questo caso, viene sostituito materialmente dal figlio del demonio, che con la sua sola presenza sarà a un tempo il segno concreto e tangibile del peccato commesso e la sua punizione.
Fotogramma dal cortometraggio di Maria Steinmetz
Der Wechselbalg
Ora però, in nessuna storia, antica o recente, della tradizione celtica o germanica, la sostituzione è mai motivata dal puro e semplice capriccio o dal caso, come in sostanza avviene nella novella Il figlio cambiato (di Pirandello) e come accade, stando a Pitré, nel folklore siciliano in generale. La casualità dell'intervento delle fate, che beneficano oppure distruggono senza una ragione apparente, non è infatti riconducibile alla seconda delle cause che abbiamo elencato (malvagità innata delle creature soprannaturali), ma sembra piuttosto imparentata con un sentimento della imprevedibilità della sorte e di cecità del destino (di fatalità, si direbbe, se in questo contesto il termine non suonasse depistante), e con una concezione del mondo che a Pirandello era molto familiare.
Se a ciò si aggiunge il fatto che, anche secondo Pitré, il canciatu non è affatto un essere soprannaturale, ma semplicemente il figlio di un'altra madre umana, abbiamo trovato i primi due elementi che caratterizzano la credenza siciliana e la differenziano rispetto al complesso celtico-germanico-slavo: (a) la casualità dello scambio e (b) la natura umana del sostituto, pur nel contesto indubitabilmente soprannaturale in cui avviene lo scambio. In realtà, il secondo aspetto della credenza (b) potrebbe essere il risultato di un adattamento storico, mentre questa, nella sua forma originaria, non deve avere avuto, molto probabilmente, tratti troppo dissimili dalle leggende del Nord Europa. Nelle carte di un processo alle streghe del Seicento, ad esempio, si riporta un caso in cui la presunta strega, Pasqua La Mundaza, consiglia a una madre di sbarazzarsi del canciatu facendo ricorso a una formula rituale che sembrerebbe implicare non solo la partecipazione attiva della fata nello scambio, ma anche il suo ruolo di madre effettiva del changeling.
NOTE
1. Vedi tra gli altri Hartland, The Science of Fairy Tales, cit., p. 74.
2. MacCulloch, Changeling, cit, p. 361.
Riccardo Castellana, Storie di figli cambiati. Fate, demoni e sostituzioni magiche tra folklore e letteratura (Pacini editore, pag. 53)