Stanno facendo grandi dibattiti sull'art.18: abolirlo o mantenerlo? Tutte parole vuote, perchè l'art.18 è solo un campo di battaglia per opinioni diverse ma in verità non incide più quasi per niente nel mercato del lavoro.
Contro l'art.18 ci sarebbero le ragioni di Brunetta, mediate da altri sveglioni, che dicono:-
-le aziende italiane sono frenate da quel limite di 15 dipendenti, limite dal quale scatta l'art.18 in caso di licenziamento
Una stronzata: le aziende italiane , statistiche OCSE, hanno una media di 4 dipendenti, quindi Brunetta farebbe meglio, sempre e in ogni caso, a starsene in silenzio. Solo il 3% delle aziende italiane hanno più di 15 dipendenti,ma sono aziende così grandi da assommare il 60% del totale lavoratori.
E allora?
Renzi persegue una politica liberista e quindi pensa, anzi spera, che abolendo l'art.18 aziende straniere possano venire a portare lavoro in Italia. Bene, Renzi sbaglia tutto: non è l'art 18 a frenare gli investimenti, e nemmeno il bicameralismo perfetto, e neanche la presenza delle province. I guai italiani, quelli che impediscono lo sviluppo del lavoro sono:-
-le criminalità organizzate
-la burocrazia borbonica
-il costo dell'energia
-le infrastrutture vecchie
-giustizia civile e del lavoro arretrata
e, in ragione di quanto sopra, io non capisco perchè mai Renzi e C. si sono messi a lavorare intorno a problemi costituzionali anzichè affrontare questi sopra di petto.
L'art.18 è ancora, come sempre, strumento di fumo. Aria fritta. Nebbia sui veri problemi.