I tanti incarichi di Gianluca Buonanno
Almeno due ordini di questioni riguardano le molteplici cariche di Gianluca Buonanno: una giuridica – e come tale di estrema rilevanza – ed una morale.
Quattro cariche ricoperte contemporaneamente: sindaco, vicesindaco, deputato e consigliere regionale. Il leghista (piemontese) dei record, insomma.
Sindaco di Varallo, vicesindaco di Borgosesia, deputato eletto nel 2008 nella circoscrizione Piemonte 2 ed infine consigliere regionale alle ultime elezioni di marzo, nelle liste proporzionali della Lega Nord con oltre 8mila preferenze. (Prima di essere consigliere regionale era vicepresidente della provincia di Vercelli).
Incarichi, per gran parte, fra loro incompatibili, secondo la legge nazionale e regionale: soprattutto le cariche più delicate, quelle di deputato e consigliere regionale. Che, casualmente, sono anche quelle meglio retribuite.
Vengono poi le cariche di governo locale: essere sindaco di un comune è incompatibile con l'essere vicesindaco in un altro, essendo la prima una carica elettiva (si viene eletti direttamente dai cittadini, secondo le vigenti leggi elettorali) mentre la seconda è una nomina (è il sindaco eletto a nominare i suoi assessori, inclusi il vicesindaco).
I legislatori, lungimiranti, volevano evitare che si potessero accumulare incarichi in diversi comuni attraverso il facile strumento della nomina.
Carica di sindaco e vicesindaco, inoltre, entrambe incompatibili con quella di consigliere regionale.
Per evitare invece un'eccessiva concentrazione di poteri nelle mani di un uomo solo, la legge prevede – come già detto – l'incompatibilità tra la carica di deputato e di consigliere regionale, avendo entrambe funzioni e poteri legislativi, seppur a livelli diversi.
La medesima legge (agli articoli 34 e 35) che stabilisce le incompatibilità indica anche la tempistica entro cui le stesse debbano essere sanate. Dieci giorni.
Ovvero: il candidato eletto ha dieci giorni di tempo, dalla data della sua proclamazione, per decidere quale incarico ricoprire, rassegnando contemporaneamente le dimissioni dall'altro.
Gianluca Buonanno è stato proclamato consigliere regionale, così come i suoi colleghi, agli inizi di maggio (senza contare che i nomi di coloro che sarebbero entrati in consiglio si sapeva, con discreta approssimazione, fin dal giorno successivo alle elezioni di marzo). I dieci giorni previsti dalla legge, quindi, sono ampiamente trascorsi nella totale indifferenza.
Nel frattempo, tutte le indennità e gli stipendi venivano assegnati regolarmente (minimo 8mila euro per consigliere regionale, minimo 13mila per deputato, qualche migliaio rispettivamente per sindaco e vicesindaco).
Quindi: la legge stabilisce delle incompatibilità, con l'obiettivo di limitare il potere del singolo (o meglio: di limitarne eventuali eccessi). Ma la stessa norma include implicitamente elementi di banale buon senso: troppi incarichi rischiano di pregiudicare la qualità dell'amministrazione e del governo della cosa pubblica.
In assenza del dono dell'ubiquità, è impossibile essere sindaco nel Piemonte nord-orientale e nella stessa mattinata partecipare ad importanti votazioni alla Camera, a Roma (o di presentare nelle stesse sedute emendamenti e mozioni, o semplicemente partecipare ai lavori delle commissioni).
Giusto per fare un esempio: la giunta comunale, presieduta dal sindaco, di Varallo si riunisce abitualmente il giovedì mattina. Lo scorso giovedì 3 giugno era prevista alla Camera la riunione della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni, di cui Buonanno è membro e segretario: tuttavia la seduta è stata anticipata al 1 giugno. Poco male, la Camera si sarebbe comunque riunita per legiferare. Oppure avrebbe potuto partecipare ai lavori della Commissione d'inchiesta sul fenomeno delle Mafie, di cui è membro.
Oppure sarebbe potuto essere in Piemonte, in Consiglio regionale, per partecipare a qualche seduta plenaria o di commissione.
O, infine, sarebbe potuto essere a Borgosesia, per sedere accanto al sindaco durante la riunione della giunta comunale.
Parrebbe comunque, stando alle statistiche di presenza, che l'Onorevole Buonanno prediliga essere a Roma, anziché nel suo Piemonte. (come vorrebbe invece la dottrina leghista): 97% di presenze alle sedute della Camera, ovvero 6130 votazioni elettroniche (quelle in cui si davano da fare i "pianisti", deputati che votavano per i loro colleghi assenti). Per contro, in due anni da parlamentare, Gianluca Buonanno non ha presentato nessun disegno di legge, nessuna mozione e nessuna interpellanza (è stato indicato soltanto come co-firmatario), nessuna risoluzione in commissione.
Note positive: in due anni ha proposto ben un emendamento in aula e quattro ordini del giorno.
Per contro, risultava sempre presente in tutti i casi di voti chiave per la maggioranza di governo (Legittimo impedimento, Milleproroghe, Protezione civile, Proroga delle missioni internazionali in Afghanistan e Iraq). In sostanza un fedelissimo tanto del Carroccio quanto di Berlusconi.
Verrebbe da chiedersi quali attività possa aver trascurato a fronte di un così assiduo presenzialismo romano. Forse più l'essere sindaco? O l'essere vicesindaco? Il consiglio regionale del Piemonte, del resto, ha iniziato i lavori da appena un mese per avere una statistica attendibile.
Come si potrebbe spiegare allora la sostanziale approvazione della "sua gente", che lo ha premiato (e fatto eleggere in regione) con 8mila preferenze?
Forse per le sue apparizioni televisive, per la sua innata simpatia ed empatia, per la sua forza e persuasività verbale, per le sue iniziative pubbliche quantomeno curiose (come i premi a spese del comune di Varallo per chi intraprende una dieta dimagrante)?
Oppure approfittando proprio di quelle circostanze che la legge sulle incompatibilità cercava di impedire, l'eccessiva concentrazione di potere nelle mani di uno soltanto?
Saranno forse domande senza risposta.
Rimane comunque una circostanza fortuita, apparentemente inspiegabile, contraddittoria: la Lega Nord, il partito-fenomeno delle ultime elezioni, permetta simili concentrazioni di cariche ed incarichi, proprio mentre il Presidente del Piemonte Roberto Cota (che è anche segretario della Lega piemontese, e deputato in odore di incompatibilità) lancia la sua campagna moralizzatrice tesa a ridurre i costi e a purificare la politica
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