Risultati da 1 a 6 di 6
  1. #1
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    Predefinito Rapporto Svimez 2015: leggiamo, riflettiamo, proponiamo

    Sulla scia di quanto accennavo prima delle elezioni di POL, sarebbe mia intenzione aprire una discussione seria e approfondita sul Mezzogiorno, evitando semplificazioni o cliché e andando sul pratico.

    Rilancio con il rapporto Svimez 2015, di cui vi fornisco link

    http://www.svimez.info/images/RAPPOR...icipazioni.pdf
    http://www.svimez.info/images/RAPPOR...i_padovani.pdf


    Da qui vorrei partire per una discussione approfondita, che duri anche tutto il tempo necessario ad elaborare proposte serie e approfondite, che partano da un semplice schema

    1) definizione scopi della iniziativa
    2) analisi della situazione esistente e individuazione del punto di partenza (condizioni al contorno)
    3) individuazione risorse e analisi dei costi
    4) definizione ruoli e responsabilità di ogni azione prevista
    5) tempistiche di ogni singolo obiettivo e controllo periodico per analizzare i progressi e correggere gli errori
    6) piano alternativo per ognuno dei punti nodali in caso di insuccesso parziale o totale

    La proposta, naturalmente, prenderebbe il via da quello che viene descritto nel punto 2) come "condizioni al contorno", cosa che coinvolge anche le strategie e i provvedimenti già in atto per il Sud.
    «Riformista è uno che sa che a sbattere la testa contro il muro si rompe la testa, non il muro! Riformista...è uno che vuole cambiare il mondo per mezzo del buonsenso, senza tagliare teste a nessuno» [Baaria]

  2. #2
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    Predefinito Re: Rapporto Svimez 2015: leggiamo, riflettiamo, proponiamo

    Sul nazionale ho fatto questa proposta, per la verità buttata lì cercando di generare una discussione produttiva.
    La ripropongo qui elaborandola (senza alcuna pretesa) e con lo stesso obiettivo di ingenerare un dibattito.

    Mega appalti per le infrastrutture (a cominiciare dal capitolo strade) a cui possono partecipare solo aziende straniere (facenti parte dell'UE) e quotate in borsa.


    1) Lo scopo dell'iniziativa è quello di individuare nella carenza di infrastrutture (grandi e medie arterie stradali) una delle maggiori nevralgicità del sistema sud.
    Scopo secondario è quello di creare (o per meglio dire rigenerare) un indotto lavorativo del settore caratterizzato da una discontinuità con il passato.
    La scelta di restringere gli appalti ad aziende europee non italiane è dettata da alcuni motivi abbastanza noti (opacità della gestione e scarsa capacità di politiche di contenimento dei costi delle nostre aziende del settore) e da altri (più ostici) che andrò ad illustrare successivamente*.
    2) L'attuale situazione è quella delle società Anas e Autostrade per l'Italia Spa che gestiscono, talvolta direttamente, tal'altra tramite sub-appalti, i principali viadotti stradali, e delle amministrazioni provinciali e locali che gestiscono le arterie a media e breve percorrenza (sempre in appalto).
    Mi si consenta un breve excursus meno formale: la quasi quarantennale vicenda della Salerno-Reggio Calabria (il cui completamento comunque pare in dirittura d'arrivo) è, secondo il mio parere, la rappresentazione plastica di una regione meridionale che, nel corso degli anni, è stata progressivamente dilaniata dalle inefficienze e dai gravi ritardi del sistema vigente.
    3) Il capitolo relativo all'analisi dei costi e all'individuazione delle risorse è necessariamente di difficile elaborazione, per via della scelta inedita di assegnare ad aziende estere la gestione ed il controllo delle attività (naturalmente sotto la guida e la supervisione di un nostro ente governativo esistente o di nuova nomina).
    Non credo tuttavia che sia rilevante ai fini specifici individuare in modo preciso, ed in questa sede, quali e quante arterie stradali saranno oggetto della missione.
    Per questo motivo il costo complessivo dell'operazione potrebbe oscillare tra i 20 e gli 80 miliardi di euro in 10 anni, a secondo dell'entità di tratte stradali che si vuole prendere in considerazione, e dei risultati imprevedibili di appalti di questo tipo aperti al capitale straniero.
    D'altro canto la missione non si pone come obiettivo principale la ristrutturazione totale dell'asse stradale meridionale, ma solo (almeno in una iniziale fase sperimentale) l'introduzione di una nuova modalità di gestione degli appalti che preveda la presenza di capitale straniero in un settore che spesso ha generato criticità (anche al nord).
    4) La definizione dei ruoli è schematicamente riassunta nei suoi attori principali: 1 ente governativo preposto (ministero per le infrastrutture o nuovo ministero per il sud come si accenna nella recente polemica d'attualità); 2 azienda straniera vinicitrice dell'appalto (che porterà i suoi alti dirigenti, tecnici ed ingegneri specializzati, i quali collaboreranno con quelli italiani individuati dagli attori 1 e 3); 3 Autostrade per l'Italia (nel ruolo di consulente); 4 aziende di settore locali sub-appaltanti; 5 enti locali.
    5) Il punto sulle tempistiche e sulla supervisione è strettamente connesso al punto 3 e già esposto (referenti saranno il ministero e, in seconda battuta, Autostrade per l'Italia).
    E' presumibile in ogni caso un progetto temporale dell'arco di 10 anni, così suddiviso: prima fase sperimentale di 2 anni, seconda fase di assestamento della durata di 3 anni, terza fase di completamento di 5 anni. Ciascuna delle fasi è suscettibile di venire revocata in caso di risultati insoddisfacenti al termine della precedente.
    6) Le azioni da intraprendere in caso di insuccesso parziale o totale della missione sono il semplice ritorno allo status quo.

    *La scelta di attori stranieri dell'Unione Europea non ha motivazioni che scaturiscono solo dal giudizio negativo sullo status quo, ma anche dall'idea positiva di cominciare ad estendere le modalità operative dell'UE, non più e non solo come mera unione monetaria e macro-politica, ma anche come organo vasto che intraprende azioni concrete per l'accrescimento economico ed occupazionale dell'intera zona continentale.
    Resta inteso che la forza-lavoro di primo e secondo livello andrà individuata nella popolazione italiana (e principalmente del sud), per attendere allo scopo secondario dalla missione, quello cioè di riorganizzare e potenziare il tessuto socio-lavorativo del sud Italia in un settore ad alto rischio di infiltrazioni mafiose quale quello delle infrastrutture.

    Alcune ulteriori considerazioni: in primo luogo la constatazione che missioni analoghe già vedono, da anni, le nostre aziende impegnate in territorio straniero, per lo più in aree sottosviluppate o in via di sviluppo, ma recentemente anche in zone altamente competitive come la Russia e il Qatar.
    In secondo luogo la missione in oggetto potrebbe avere come ulteriore scopo, a lungo termine, quello di stimolare la nascita e la crescita di un nuovo agglomerato urbano a medio-alta densità individuabile geograficamente a sud di Napoli e Bari, idealmente tra Basilicata e Calabria.
    Infine un'ultima ed ovvia precisazione: la quotazione in borsa dell'azienda vinicitrice dell'appalto è a garanzia dei criteri di correttezza e competività che la vedranno coinvolta nella missione.
    Ultima modifica di Chinasky; 01-08-15 alle 23:43

  3. #3
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    Predefinito Re: Rapporto Svimez 2015: leggiamo, riflettiamo, proponiamo

    1) ripristinare conto energia per piccoli impianti
    2) portare sedi delle partecipate statali e le nuove assunzioni nel sud
    3) creare infrastrutture, in particolare per collegare est-ovest il meridione
    4) combattere la dispersione scolastica e creare scuole professionali degne di questo nome
    5) consentire la coltivazione di droghe a contadini sul modello del tabacco (il sud si presta meglio del nord per clima)

  4. #4
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    Predefinito Re: Rapporto Svimez 2015: leggiamo, riflettiamo, proponiamo

    Riflettiamo anche sui motivi per i quali gran parte del sud (sicilia, Campania e calabria) non è riuscito neanche a fare progetti validi per spendere i finanziamenti Ue 2007/2013 (totale 46,6 miliardi).
    Entro il 2015 ci sono ancora da spendere 12 miliardi.
    C'è stata una accelerazione solo dal 2012 ma soprattutto dal 2014:

    2012: 5,6 miliardi;
    2013: 6,8
    2014: 7,8.

    Il Mezzogiorno paga anche il cattivo utilizzo delle risorse - Il Sole 24 ORE


    http://www.ilsole24ore.com/art/comme...l?uuid=ACleHXc


    Invece la puglia ha sempre fatto bene in questi anni.
    Ultima modifica di Dav. c. G.; 04-08-15 alle 18:46

  5. #5
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    Predefinito Re: Rapporto Svimez 2015: leggiamo, riflettiamo, proponiamo

    Citazione Originariamente Scritto da Dav. c. G. Visualizza Messaggio
    Riflettiamo anche sui motivi per i quali gran parte del sud (sicilia, Campania e calabria) non è riuscito neanche a fare progetti validi per spendere i finanziamenti Ue 2007/2013 (totale 46,6 miliardi).
    Entro il 2015 ci sono ancora da spendere 12 miliardi.
    C'è stata una accelerazione solo dal 2012 ma soprattutto dal 2014:

    2012: 5,6 miliardi;
    2013: 6,8
    2014: 7,8.

    Il Mezzogiorno paga anche il cattivo utilizzo delle risorse - Il Sole 24 ORE


    Fondi Ue, corsa per centrare il target 2015 - Il Sole 24 ORE


    Invece la puglia ha sempre fatto bene in questi anni.
    Questa della mancata spesa dei fondi è una cosa intollerabile. Piuttosto che arrivare a perderli, le regioni dovrebbero appendere cartelli ovunque e fare chiamate a tappeto per trovare il modo di spenderli.
    È una cosa che fa rabbia, ed anche un pò di puzza di bruciato...

  6. #6
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    Predefinito Re: Rapporto Svimez 2015: leggiamo, riflettiamo, proponiamo


 

 

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