Ho appena terminato di scrivere questo pezzo che inserirò verso il termine delle riflessioni di un agnostico che vorrebbe capire. Lo posto qui in anteprima perchè su questo personaggio, Marcione, abbiamo parlato molte volte e quindi mi sembra giusto almeno conoscere esattamente cosa ha significato nella Storia della cristianità
Ecco qua
Marcione
L’ultimo capitolo di questo libro (ancora su Gesù) si apre con questa frase “Come sappiamo tutti, altre religioni, e non solo quella ebraica dalla quale ufficialmente si dice sia nato il Cristianesimo…” e queste parole meritano un momento di riflessione.
Circa cento anni dopo la morte di Gesù Cristo un vescovo greco di nome Marcione, propose una lettura diversa su Gesù e qui è il caso di accennare alla sua tesi perché il suo Vangelo, composto da una ventina di capitoli ma arrivato a noi solo in parte (cinque capitoli), non vedeva Gesù come figlio dell’Antico Testamento ma, al contrario, venuto sulla Terra proprio per portare un messaggio diverso da quello che si legge nella Bibbia ebraica.
Vedo di spiegarmi meglio.
Innanzi tutto Marcione non ammette alcuna continuità tra l’AT e il Nuovo Testamento, anzi lui, Marcione, nega che l’AT sia una prefigurazione sistematica del Nuovo Testamento. Seguendo la linea paolina dei due regimi dell’esistenza- la Legge e la Fede, la maledizione e la benedizione- Marcione afferma che in questa opposizione è racchiusa tutta la storia del mondo e dell’uomo, dalle origini fino al suo termine.
Marcione pone l’AT sotto il segno della maledizione (della Legge) e il nuovo sotto il segno della Fede (della benedizione ). Come scrive von Harnack “La maledictio che non è nettamente cattiva ma che proviene da una concezione particolare della giustizia divina e umana, è una costante dell’Antico Testamento e del suo dio di vendetta. In questo senso l’Antico Testamento è, secondo Marcione, un documento storico ineccepibile perché ci presenta un Demiurgo del mondo che si comporta come il più capriccioso dei tiranni e che proclama la legge dell’odio tra i suoi sudditi: occhio per occhio, dente per dente. Questo Demiurgo ha tutte le caratteristiche di un essere inferiore, ed egli le ha trasmesse al mondo e all’uomo, sua creatura.
Il mondo intero è stato costruito dal Demiurgo con la Materia. Sempre secondo Harnack che interpreta il pensiero marcionita, la Materia non è cattiva ma in realtà essa è soltanto inferiore, cattiva quindi è solo la sua “qualità”. L’atto più abominevole della tragedia cosmica non è però la creazione del mondo quanto piuttosto la creazione dell’uomo, plasmato dal demiurgo a sua propria immagine e fatto di una sostanza caduca, questa “carne infarcita di escrmenti” che lo rende schiavo della procreazione. Poiché nella cosmogonia marcionita la materia è sorta ex nihilo il dramma dell’umanità si compie attraverso l’intervento di un nuovo personaggio: il Maligno, Lucifero, l’angelo caduto del Demiurgo, precipitato nella materia. Nella più disperata delle antropologie Marcione sceglie quindi di fare dell’uomo la povera creatura di un demiurgo debole, corrotto dal Maligno, e respinto, in quanto ignorante, dal suo stesso creatore che a sua volta è un essere inferiore. Ma improvvisamente a quest’uomo miserevole, rifiutato nella sua totalità salvo che un piccolo nucleo di nomadi sottoposti alla sua legge, alle sue vendette, alle sue ire, si presenta sfavillante la buona novella rivolta a TUTTI gli uomini di buona volontà: è il Dio buono , un dono perfettamente gratuito e immeritato, annunciato e portato da Cristo. Ciò che caratterizza il Dio buono è la sua totale estraneità al mondo. Egli è del tutto estraneo al genere umano che a sua volta gli è estraneo.L’effetto di questa estraneità è il fatto che il Dio buono non si manifesta in questo mondo: egli è naturaliter ignotus.
Mentre il Demiurgo, il dio inferiore, risiede nel “primo cielo”, il Dio buono ha sede nel terzo cielo. Egli merita il titolo di Padre non perché è legato al genere umano da un rapporto di paternità, seppure immacolata, ma perché egli è Padre (Creatore) di un mondo immateriale e inaccessibile. Questo Dio che regna alla sommità dell’universo è separato da una distanza infinita dal cielo inferiore in cui ha sede il Demiurgo, e non potrebbe essere diverso, perché solo nel cielo inferiore, dimora del Demiurgo, sarebbe potuto nascere un angelo ribelle come Lucifero, perché nel cielo del Dio Padre questo sarebbe stato impossibile. Mentre la caratteristica principale del dio inferiore è la giustizia, il Dio superiore è soltanto buono e lo è gratuitamente: egli non giudica. Ed è stato per compassione verso il genere umano che Lui ha voluto manifestarsi inviando Cristo sulla terra e ponendo così fine alla schiavitù della Legge. Ed ecco allora che la figura di Gesù viene ad assumere un significato diverso, perché Lui, Gesù, altro non è, sempre secondo il pensiero di Marcione, che l’Incarnazione dello Spirito del Dio buono. E perfino la morte sulla croce del Cristo rientrava nei piani del Dio buono che, in tal maniera e attraverso di lui, voleva provare i dolori della carne.
Il demiurgo, per Platone, «artefice e padre dell'universo», è una forza ordinatrice, imitatrice, plasmatrice, che trasforma e forma, ma non crea. Secondo il filosofo il Demiurgo in qualche misura vivifica la materia, dandole forma e ordine, e la rende anima del cosmo.
Cinquecento anni prima di Marcione il grande filosofo ateniese, Platone, propose la figura del demiurgo come colui che ha creato il cosmo attraverso la materia, o meglio come colui che ha “ordinato” la materia. Come sappiamo questa idea si esprime nel famoso dialogo del Timeo, incredibile importante opera filosofica, che viene così descritta da Wikipedia in rete.
Termina qui la parte propriamente dialogica dell'opera, per dare inizio ad una lunga e complessa trattazione ad opera del solo Timeo. Nella prima parte Platone si sofferma sulle verità eterne della realtà increata, e su come questa abbia dato origine al cosmo del divenire. Data l'esigenza di sciogliere il dualismo fra mondo delle Idee e mondo delle cose, viene introdotto un terzo termine mediatore, il Demiurgo, ovvero il "divino artefice", una figura che successivamente è stata paragonata a quella del Dio cristiano. Compito del Demiurgo è quello di "plasmare", ordinare la materia preesistente, puro caos e necessità (αναγκη), ad immagine e somiglianza delle Idee. Per fare questo l'Artefice utilizza il numero, mediatore tra la realtà mutevole e quella eterna, ed in questo modo dà vita al cosmo attraverso un'anima del mondo. Quindi crea il tempo, immagine mobile dell'eternità, e gli astri, che sono dèi visibili. A queste divinità create attribuisce il compito di forgiare quello che resta del mondo, ovvero i corpi delle creature mortali; in questo modo il cosmo è compiuto in maniera completa e bella, la migliore possibile per un mondo in divenire. Viene fornita quindi una breve descrizione dei sensi umani e della loro finalità, a cui segue la seconda parte del dialogo.
Nel Vangelo di Giuda, un testo gnostico di cui si erano perse le tracce salvo poi ritrovarne una parte, così come recitò un giornale dell’epoca (fine anni ’70)
Scritto su papiro e legato da un laccio di pelle il codice è stato redatto in copto - la lingua in uso allora in Egitto - intorno al 300 dopo Cristo; ritrovato negli anni Settanta nel deserto presso El Minya, in Egitto finì nelle mani di mercanti di antichità, lasciò l'Egitto per giungere prima in Europa e poi negli Stati Uniti dove rimase in una cassetta di sicurezza a Long Island, New York, per 16 anni prima di venire acquistato dall'antiquaria di Zurigo Frieda Nussberger-Tchacos nel 2000.
si legge come la figura di Giuda non sia quella riportata dai Vangeli canonici, che Marcione ha comunque squalificato accusandoli di non essere, salvo quello di Luca, veritieri, ma diventa l’unico discepolo ad aver capito la figura e la missione di Gesù, come si evince appunto da questo Vangelo.
Nel documento - in cui non si fa alcun cenno alla crocifissione nè alla resurrezione - fin dalla prima scena Gesù ride dei suoi discepoli che pregano il loro Dio, il "dio minore" del Vecchio Testamento che ha creato il mondo. Li esorta a guardarlo e a comprendere cosa egli sia davvero, ma questi non lo fanno e non capiscono. Il passaggio fondamentale arriva quando Gesù dice a Giuda: "... tu supererai tutti loro. Perché tu farai sì che venga sacrificato l'uomo entro cui io sono". Aiutando Gesù a liberarsi del suo corpo terreno, Giuda lo aiuterà a liberare la sua entità spirituale, la sua essenza divina.
Forse Marcione aveva letto questo Vangelo andato poi disperso, o altri ugualmente gnostici in cui comunque la figura del dio dell’AT veniva sempre ridotta a quella che poi Marcione ha descritto: un dio inferiore, preda di sentimenti umani.
Per concludere questo capitolo devo citare l’opera di von Harnack su Marcione ma anche, se non specialmente, quella di Joseph Hoffmann dalle quali si trae il giudizio su Marcione che può essere espresso così:-
-Marcione è stato un teologo biblico che, rifiutando di applicare alla Bibbia un sistema di interpretazione allegorica, coglie in essa le numerose contraddizioni per giungere alla conclusione che i messaggi rispettivi del Nuovo Testamento e dell’Antico Testamento sono tra loro incompatibili e che, di conseguenza, essi non possono provenire da un solo e unico dio. Il sistema di Marcione è fondato sul dualismo tra il Dio buono e il Demiurgo inferiore, che è giusto ma non è buono.
Marcione venne scomunicato dal proprio padre, vescovo di Sinope e poi, trasferitosi a Roma, anche dalla Chiesa romana.