Per le note spese "allegre" un ministro costretto a dimettersi
e due membri dei Comuni espulsi dai due maggiori partiti
Scandalo rimborsi, il governo trema
A Londra si parla di elezioni anticipate
di ENRICO FRANCESCHINI
Il primo ministro inglese Gordon Brown
LONDRA - In italiano traduciamo "Camera dei Comuni", ma in inglese si chiama "House of Commons", o meglio si chiamava, perché adesso qualcuno propone, per la "casa" dei deputati britannici, un nuovo nome: "Casa di dubbia reputazione", ovvero postribolo, club di degenerati e delinquenti. E' il titolo scelto a tutta prima pagina ieri dal Guardian, quotidiano filolaburista, ma quello del filoconservatore Times non è molto diverso nello spirito: "Il giorno più nero del parlamento". Un ministro costretto a dimettersi, due membri dei Comuni espulsi dai due maggiori partiti, due membri della camera dei Lord messi sotto inchiesta per corruzione e l'intera categoria portata dai media sul banco degli imputati: tutto per colpa delle rivelazioni del Daily Telegraph (ottenute da una "talpa" del palazzo di Westminster, in cambio di 150 mila sterline secondo le indiscrezioni) sui rimborsi spese, a cui i legislatori britannici hanno diritto per rimpolpare un salario di circa 60 mila sterline l'anno, la metà di quello dei loro colleghi italiani (che sono, detto per inciso, i meglio pagati d'Europa). Di quel diritto, tuttavia, i parlamentari hanno abusato oltre i limiti del consentito, sfociando talvolta nel ridicolo. Solo che l'opinione pubblica nazionale, in tempi di acuta recessione, non ride: brontola di sdegno, piuttosto, promettendo di punire indiscriminatamente tutti alla prima occasione. Cioè alle urne, a cominciare dalle elezioni europee e amministrative del mese prossimo.
Il "minister for Justice", ovvero sottosegretario alla Giustizia, Shahid Malik, un laburista di origine asiatica, è il primo membro del governo deposto dall'incarico: il premier Gordon Brown lo ha destituito venerdì sera, dopo aver giudicato inaccettabili i suoi rimborsi spese. Malik aveva indicato come "seconda casa" un appartamento a Londra, facendosi rimborsare 66 mila sterline in tre anni, mentre come "prima casa" ne aveva scelto una nella contea del Dewsbury, dove andava di rado, per la quale pagava appena 400 sterline al mese d'affitto. Poi aveva messo in conto allo stato, ovvero al contribuente, un sofisticato "cinema da casa" per 2600 sterline e una poltrona per massaggi da 730. Ma di rimborsi imbarazzanti ce ne sono per tutti i partiti: deputati che si fanno rimborsare il mutuo anche quando è già estinto, altri che si fanno riparare la piscina o il campo da tennis, altri ancora che mettono in conto non solo pranzi e cene al ristorante ma pure bottiglie di vino comprate al supermercato, tavolette di cioccolato, confezioni di Tampax.
Quasi tutto lecito, sulla carta. "Legale ma ingiusto", ha commentato David Cameron, leader dei conservatori, ordinando ai suoi deputati di restituire allo stato tutti rimborsi la cui utilità al fine del lavoro parlamentare è incerta. A sua volta Brown ha ordinato di riesaminare le spese dei deputati laburisti degli ultimi quattro anni e annunciato un'imminente riforma del sistema dei benefici per i parlamentari, come lui stesso aveva proposto qualche mese fa. Potrebbe non bastare, per calmare un'opinione pubblica che, scrivono stamane i giornali, ha "sete di vendetta". In Italia, i favoritismi di cui gode la "casta" della politica non sorprendono: ci siamo abituati. Ma gli inglesi non sapevano di avere una "casta" annidata nel palazzo di Westminster, e scoprire che ce l'hanno, per di più in tempi di crisi economica in cui tutti devono fare sacrifici, li rende furibondi. A Londra circolano ipotesi di elezioni anticipate per fare piazza pulita, con previsioni che molti degli attuali parlamentari non potrebbero ricandidarsi. E intanto, elezioni anticipate o meno in Gran Bretagna, il Labour, che era già in crisi di consensi, rischia di scomparire alle elezioni europee e amministrative di giugno: secondo alcune previsioni potrebbe essere battuto non solo dai Tory, ma anche dai liberal-democratici e perfino dal piccolissimo partito nazionalista britannico. E' trascorso appena qualche anno, ma come sembrano lontani gli anni della "Cool Britannia" e del blairismo.
(16 maggio 2009)
Scandalo rimborsi, il governo trema A Londra si parla di elezioni anticipate - esteri - Repubblica.it