Trident e deterrenza nucleare britannica in caso di Brexit - Limes

Le notizie che arrivano dal Kazakistan, ex repubblica sovietica dell’Asia Centrale, creano non poche preoccupazioni al potere ultraventennale del presidente Nazarbaev e alla vicina Russia. L’attentato di questi giorni (6 vittime in un assalto a una stazione di polizia di Almaty) e quelli del mese scorso sgombrano ogni dubbio: anche il gigante eurasiatico musulmano deve fare i conti con il terrorismo di matrice islamica.Da sempre volutamente sottovalutato, se non negato dalle autorità kazake, il fenomeno jihadista rischia di destabilizzare un alleato chiave di Mosca, pilastro dell’Unione economica eurasiatica (o Uee) e caposaldo della sicurezza russa lungo i confini meridionali della Federazione. Il Cremlino teme, a ragione, che la violenza del radicalismo religioso proveniente dal Kazakistan e da altri paesi centroasiatici possa contagiare le già critiche realtà musulmane delle regioni russe degli Urali e in Siberia.Timore di contagio condiviso da una Cina che qui sta dispiegando risorse e progetti strategici (le nuove vie della seta verso Occidente) e che confina con la regione attraverso la turbolenta regione autonoma dello Xinjiang.Tutto questo, sommato a quanto accade in Armenia, altro membro della Uee e storico alleato caucasico della Russia, mette a repentaglio obiettivi strategici e di sicurezza (anche comuni) delle due potenze eurasiatiche. E, secondo i maligni, prepara la strada ad altre rivolte colorate nelle residue roccaforti russe d’oltreconfine.