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Discussione: Osservatorio Argentina

  1. #41
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Osservatorio Argentina

    Citazione Originariamente Scritto da Meridio91 Visualizza Messaggio
    No, ma dobbiamo assumerci le nostre responsabilità (cosa che, puntualmente, non facciamo mai)
    Io me le assumo. E infatti non ho mai votato democristiani o liberisti.
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  2. #42
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    Predefinito Re: Osservatorio Argentina

    Argentina, il presidente Macri sconfitto alle primarie: vince la coppia Fernandez-Kirchner


    L'opposizione peronista ha ottenuto il 48,8% contro il 33 dell'attuale capo dello Stato. A votare è andato circa il 75% degli argentini. Il fronte guidato dall'ex presidente Cristina Kirchner ha ottenuto la vittoria anche nella provincia di Buenos Aires
    di F. Q. | 12 Agosto 2019


    Argentina, la Borsa crolla e la moneta affonda dopo la sconfitta di Macri alle primarie. “A rischio l’accordo con l’Fmi”

    Ha subito una dura sconfitta il presidente argentino Muricio Macri alle primarie dell’11 agosto in vista delle elezioni presidenziali fissate per il prossimo 27 ottobre. È stato nettamente superato dall’avversario, Alberto Fernandez, candidato della coalizione d’opposizione Fronte di tutti. A votare sono andati circa il 75%degli argentini e sono 4 i ticket presidenziali che hanno raggiunto il tetto percentuale necessario per arrivare prossimo turno elettorale.

    Secondo il sistema elettorale argentino, per essere eletti al primo turno, i candidati devono avere almeno il 45% dei voti oppure almeno il 40% ed un vantaggio di oltre 10 punti rispetto al rivale più vicino. Al termine dello scrutinio della totalità delle schede elettorali la coalizione peronista d’opposizione rappresentata da Alberto Fernandez e guidata dell’ex presidente Cristina Fernandez de Kirchner (2007-2015) ha raccolto 10,6 milioni di voti (48,86%), mentre la coppia Macri-Miguel Angel Pichetto di Insieme per il cambiamento, ha ottenuto 7,2 milioni di voti (33,27%). Gli analisti hanno quindi sottolineato che se questo fosse stato il risultato ufficiale di ottobre, l’opposizione avrebbe conquistato la Casa Rosada presidenziale al primo turno, senza bisogno di ballottaggio.

    Il sistema dalle primarie prevede inoltre che soltanto i ‘ticket’ presidenziali che superano almeno l’1,5% dei voti possono sfidarsi nelle presidenziali. Il 27 ottobre quindi, oltre ai due principali (Macri-Pichetto e Fernandez- Fernandez) ci saranno il Consenso federale dell’ex ministro dell’Economia Roberto Lavagna (8,61%) e il Fronte di sinistra e dei lavoratori di Nicolas del Cano (2,98%).

    Macri, in carica dal 2015, è stato il primo ad affrontare i giornalisti dichiarando: “Riconosciamo di aver avuto una cattiva elezione”. Ha rivolto comunque un appello alla coalizione da lui guidata a “raddoppiare gli sforzi” per vincere la sfida elettorale di ottobre. Fernandez ha sostenuto invece che gli argentini hanno inviato un messaggio che è il primo passo per “costruire un’altra storia” e fare “un’Argentina migliore“. Il successo a livello nazionale dell’opposizione peronista è stato molto significativo anche nella provincia di Buenos Aires, principale bacino elettorale, dove il candidato del Fronte di tutti, Axel Kicillof ha pesantemente sconfitto la governatrice uscente alleata di Macri, Maria Eugenia Vidal.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/201...chner/5383595/
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  3. #43
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    Predefinito Re: Osservatorio Argentina

    Alleluia!

  4. #44
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    Predefinito Re: Osservatorio Argentina

    ARGENTINA, L’ETERNO RITORNO
    di Gonzalo Fiore Viani
    [ lunedì 27 agosto 2019 ]



    L'11 agosto scorso in Argentina
    si sono volte le "elezioni primarie", considerate le prove generali delle vere e proprie presidenziali, che si terranno il 27 ottobre. La schiacciante vittoria del peronista Miguel Angel Pichetto e la sconfitta del presidente in carica Maurizio Macri è stata un vero e proprio terremoto politico di cui la speculazione finanziaria ha subito approfittato per mettere il paese in ginocchio.

    * * *

    La schiacciante vittoria nelle primarie argentine del binomio del Frente de Todos composto da Alberto Fernández e Cristina Fernández de Kirchner, che accarezza il cinquanta percento dei voti, lascia il governo argentino in una situazione di estrema vulnerabilità. Sino al giorno precedente alle primarie, nessuno poteva prevedere uno scenario di questo tipo. Un presidente sconfitto così categoricamente da diventare politicamente debolissimo, ma con il paradosso che il candidato dell’opposizione non è ancora stato eletto.

    Le primarie infatti servono solo a stabilire i candidati per le elezioni di ottobre. In questa occasione, tuttavia, non c’era concorrenza tra diversi ticket presidenziali interni ai partiti e quindi le primarie hanno funzionato da prova generale delle elezioni vere e proprie. Lo stesso presidente Mauricio Macri aveva deciso di elevare le primarie a “elezioni che avrebbero deciso i prossimi trent’anni”, salvo poi abbassare il tono una volta appresi i risultati. Ma era già tardi e la sorpresa è stata di tutti, sia della maggioranza sia dell’opposizione.

    Un futuro governo di Alberto Fernández sarà molto più simile al primo esecutivo di Néstor Kirchner che all’ultimo di Cristina Fernández de Kirchner. Ex capo di gabinetto della Presidenza tra il 2003 e il 2008, Alberto Fernández lasciò il governo di Cristina in seguito alla crisi con i grandi produttori agropecuari per il progetto di innalzamento del regime di tassazione sulle esportazioni, poi abortito. Negli ultimi mesi, Fernández è riuscito a cancellare tutti i fantasmi di essere considerato un “burattino” di certi interessi, in un paese che non ha mai ammesso doppi comandi. Storicamente considerato un uomo moderato, ha dimostrato tuttavia un equilibrio che è attualmente molto necessario nel paese. Il suo discorso dopo la vittoria di domenica sera è stato responsabile, nella consapevolezza che una parola in più avrebbe potuto scatenare una crisi ancora più brutale di quanto già vivano le tasche argentine.

    Il peronismo, considerato praticamente morto da molti dopo tre sconfitte elettorali consecutive (2013, 2015, 2017), ha ancora una volta difeso la propria validità, già insita nella cultura politica argentina. Ciò che sembrava impossibile, ossia l’unione di tutti i settori interni del peronismo, perennemente in conflitto, è stato raggiunto dopo una mossa di scacchi magistrale e assolutamente inaspettata: lo scorso aprile Cristina Kirchner ha lanciato Alberto, un uomo critico dei suoi due governi, come candidato alla presidenza, ritagliando per se stessa il ruolo di vice.

    Questo gesto ha innescato una serie di eventi che si sono conclusi con un’unità ancora più ampia di quanto si potesse immaginare all’inizio. Infatti, non solo i governatori peronisti, precedentemente critici di Cristina e alla ricerca di una “terza via” che non si è mai materializzata, sono entrati nel Fronte di Tutti, ma anche Sergio Massa, un peronista moderato che riuscì a sconfiggere il Kirchnerismo nella provincia di Buenos Aires nel 2013. Massa è stato anche candidato alla presidenza nel 2015, per poi avvicinarci a Macri, al punto da accompagnarlo nel suo primo viaggio al Forum economico di Davos all’inizio del 2016, e infine ricredersi.

    Insieme ad Alberto Fernández, Cristina Kirchner e Sergio Massa, l’altro grande vincitore di queste elezioni è stato Axel Kicillof. L’ex ministro dell’economia di Cristina ha sconfitto con un impressionante margine di venti punti il leader che, sulla carta, godeva della migliore immagine nel paese: la governatrice di Buenos Aires María Eugenia Vidal. L’economista si è dedicato a percorrere in lungo e in largo con la propria auto la più grande provincia del paese per due anni. In quella che è stata una campagna austera, carica di epica peronista, Kicillof ha ottenuto ciò che la maggior parte degli analisti considerava impossibile solo sei mesi fa.

    Resta solo da sapere con che margine Fernández si imporrà ad ottobre e come il nuovo presidente riuscirà a resistere alle tempeste che perseguiteranno il suo governo. Alle elezioni generali mancano 77 giorni, che nella politica argentina sono diverse eternità. Jorge Luis Borges ha scritto in Storia dell’eternità: “In un tempo infinito, il numero delle permutazioni possibili non può non essere raggiunto, e l’universo deve per forza ripetersi. Di nuovo nascerai da un ventre, di nuovo crescerà il tuo scheletro, di nuovo arriverà questa pagina nelle tue mani uguali, di nuovo percorrerai tutte le ore fino all’ora della tua morte incredibile.”

    Nell’eterna e incredibile storia argentina, potrebbe accadere un altro 1989, quando nel mezzo di un clima economico catastrofico, il padre della democrazia Raúl Ricardo Alfonsín, dell’Unione Radicale Civica, dovette consegnare il mandato sei mesi prima della data stabilita dalla Costituzione al presidente eletto, il peronista Carlos Menem. In un’economia dipendente dai “segnali” dei mercati e dall’estero come quella argentina, non possono esserci due presidenti. Macri, per ora, è solo in modalità formale, è un’anatra zoppa. I numeri disastrosi dell’economia argentina, la schiacciante vittoria del peronismo e la chiara incapacità politica del presidente hanno accelerato i tempi.

    * Fonte: Senso Comune

    https://sollevazione.blogspot.com/20...i-gonzalo.html
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  5. #45
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    Predefinito Re: Osservatorio Argentina

    Perchè le elezioni di questa domenica in Argentina sono un evento storico



    L'Altra Repubblica
    — IL CONTESTO POLITICO ARGENTINO DEGLI ULTIMI 20 ANNI —

    Non potevamo capitare in Argentina in un momento più “interessante” da un punto di vista sociale, politico e storico.


    A distanza di neanche 20 anni dalla “bancarotta statale” del 2001, causata da un decennio di neo-liberismo selvaggio, che trascinò il paese in una crisi sociale senza precedenti, il copione sembra ripetersi in modo terribilmente simile, col Governo Macri che in neanche 3 anni ha annullato le conquiste sociali di 12 anni di Kirchnerismo. Facendo ripiombare la popolazione, e in special modo le classi basse e medio-basse, in una crisi sociale ed economica molto simile a quella del 2001.


    Fra pochi giorni, il 27 di Ottobre, ci sono le elezioni presidenziali, e dal primo giorno di Marzo in cui siamo arrivati abbiamo iniziato a respirare l’enorme clima di attesa storica riposta su quest’evento. Ancora una volta, e questa volta forse più che mai, gli argentini hanno potuto constatare direttamente sulla loro pelle l’influenza delle scelte politiche di un governo sulla loro vita di tutti i giorni. Eppure l’avevano vissuta già, molto simile, tra il finire degli anni 90 e il 2001, e la ferita sembrava ancora aperta; da Paese in pieno sviluppo con un tenore di vita molto simile al nostro, il popolo argentino si era ritrovato nell’arco di un paio d’anni a soffrire la fame, nel senso letterale del termine, ed a perdere ogni tipo di piccolo risparmio, lavoro, speranza. Molti furono gli argentini che emigrarono in quegli anni.

    per proseguire: https://www.lantidiplomatico.it/dett...co/5694_31313/
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  6. #46
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Osservatorio Argentina

    «Senza pane non c'è democrazia e libertà». Le principali frasi del discorso di Alberto Fernández



    Alberto Fernández ha tenuto il suo primo discorso come presidente davanti all'Assemblea Legislativa, dopo aver giurato come Capo di Stato. In quest’ocasione, ha ricordato le diverse politiche che implementerà durante il suo mandato dove porrà fine al regime neoliberista instaurato da Mauricio Macri. Un fallimento totale che ha riportato l’Argentina indietro di un ventennio.



    Queste le frasi più significative riportate dal quotidiano argentino Pagina|12:



    «Vengo a rimettere l’Argentina in piedi».



    «Chiamo all’unità di tutta l'Argentina nel perseguimento della costruzione di un nuovo contratto sociale fraterno e solidale».



    «È tempo di iniziare con gli ultimi per poter raggiungere tutti in seguito».



    «Senza pane non c'è presente né futuro, ne deriva una vita di sola sofferenza; senza pane non c'è democrazia e libertà».



    «Vogliamo uno Stato costruttore di giustizia sociale».



    «Implementeremo un enorme sistema di prestiti non bancari che offra prestiti non bancari a tassi bassi».



    «Attueremo misure in modo che tutti i titolari di stipendio sociale possano essere inseriti nel mondo del lavoro e guadagnare col loro lavoro».



    «Siamo arrivati a questa situazione perché sono state applicate pessime politiche economiche».



    «Per mettere in piedi l'Argentina, il progetto deve essere nostro e dettato da noi».



    «Il governo che ha appena terminato il suo mandato ha lasciato il Paese in una situazione di default virtuale».



    «Non ci sono pagamenti del debito che possono essere effettuati se il paese non cresce».



    «Non ci possono essere argentini di serie A e argentini di serie B. Il paese è uno e dovrebbe tendere allo sviluppo di tutte le sue regioni».



    «L’Argentina deve integrarsi nella globalizzazione ma preservando la produzione e il lavoro nazionale».



    «Sentiamo l'America Latina come la nostra casa comune. Rafforzeremo il Mercosur e l'integrazione regionale».



    «Continuiamo a scommettere su un'America Latina unita».



    «Difenderemo i nostri diritti sovrani sulle Isole Malvinas».



    «Non c'è posto per i colonialismi nel 21° secolo».



    «Senza una giustizia veramente indipendente, non esiste democrazia».



    «Abbiamo assistito a indebite persecuzioni e detenzioni arbitrarie indotte da coloro che governano e silenziate da un certo compiacimento mediatico. Mai più una giustizia contaminata da servizi di intelligence, una giustizia contaminata da operatori giudiziari, procedure oscure e linciaggi dei media. Mai più a una giustizia che decide e persegue secondo i venti politici del potere di turno che viene utilizzato per risolvere le discussioni politiche o una politica che giudica il dissenso per eliminare l'avversario».



    «I fondi riservati verranno assegnati per finanziare il piano contro la fame».



    «Non ci saranno direttive statali per finanziare singoli programmi giornalistici. Patti chiari preservano l'amicizia e il rispetto».



    «Non una di meno dovrebbe essere una bandiera di tutta la società e di tutti i poteri dello Stato. È dovere dello Stato ridurre drasticamente la violenza contro le donne fino alla sua completa eradicazione».



    «In un contesto di estrema gravità di emergenza, dobbiamo capire che non c'è possibilità di chiedere maggiori sforzi a coloro che hanno fame, non si può chiedere più sofferenza a coloro che non raggiungono la fine del mese. Dobbiamo uscire da questa situazione con solidarietà».



    «Chiediamo a coloro che hanno di più un maggiore contributo di solidarietà per coloro che stanno passando dei brutti momenti. Il segreto è iniziare con gli ultimi per raggiungere tutti».



    «Voglio ringraziare profondamente la generosità e la visione strategica di Cristina».



    «Saremo in grado come Argentina unita di osare costruire questa serena utopia a cui la storia ci chiama oggi, saremo in grado come società, come dirigenti?».

    https://www.lantidiplomatico.it/dett...ez/5694_32098/
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  7. #47
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    Predefinito Re: Osservatorio Argentina

    Speriamo non parta qualche embargo o qualche tentativo di golpe dai soliti naziatlantici.
    Il discorso di sto tizio comunque mi ricorda molto il primo Peron, speriamo bene e che duri molto di più.
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  8. #48
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    Predefinito Re: Osservatorio Argentina

    "E' una ferita che sanguina". Fernández annuncia in Parlamento il piano per il recupero della sovranità argentina delle Malvinas



    Dopo l'appeasement da vassallo del suo predecessore Macrì, il neo presidente argentino Fernandez torna a far sentire la voce dell'Argentina contro l'occupazione coloniale britannica delle isole Malvinas.

    Il presidente argentino Fernandez ha denunciato l'usurpazione britannica e annunciato un progetto di legge per il recupero della sovranità del territorio argentino in occasione del suo discorso per l'inaugurazione del nuovo Congresso argentino di domenica. "La nostra casa comune ha ancora una ferita che sanguina nel più profondo del nostro sentimento sovrano: l'usurpazione delle Malvinas, la Georgia del Sud e Sandwich del Sud”, ha dichiarato. Lo riporta Hispan TV.




    A tal fine, il presidente ha annunciato l'arrivo in Parlamento di tre progetti di legge con lo scopo "di recuperare la sovranità territoriale della Repubblica argentina" e ha poi minacciato sanzioni contro tutti coloro che sfruttano "illegalmente" le risorse energetiche dall'arcipelogo.

    Il primo progetto di legge spiegato da Fernandez nel suo discorso consiste nella creazione di un "Consiglio nazionale" che si occupera di coordinare tutte le politiche nazionali sulle questioni legate alle "Isole Malvinas, Georgia del Sud e Sandwich del Sud, oltre che gli spazi marini corrispondenti".

    Per quel che riguarda il secondo progetto, il presidente ha annunciato che sarà una norma per "la demarcazione del limite esterno della piattaforma continentale argentina", e ha indicato che avrà come obiettivo la sovranità, la sicurezza giuridica del paese contro gli sfruttamenti illegali delle risorse minerarie.

    Infine, Fernández ha spiegato come il terzo progetto di legge sarà la modifica del Régimen Federal Pesquero (Ley N° 24.922) per "inasprire le sanzioni per le navi che pescano illegalmente negli spazi marittimi sotto la giurisdizione argentina o nelle acque in cui il nostro paese ha sovranità sulle risorse biologiche marine, tra cui le Isole Malvinas".

    Dal 1833, Argentina e Regno Unito sono coinvolti in una disputa territoriale sulle Isole occupate dagli inglesi. Il conflitto causò una guerra di 74 giorni nel 1982, in cui morirono 649 soldati argentini e 255 britannici. Da allora l'Argentina rivendica la sovranità sulle isole in vari forum internazionali e ha esortato Londra a negoziare per risolvere la disputa.

    Notizia del: 02/03/2020

    https://www.lantidiplomatico.it/dett...as/5694_33379/
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  9. #49
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    Predefinito Re: Osservatorio Argentina

    @LupoSciolto° svuota la casella di posta, plis...
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  10. #50
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    Predefinito Re: Osservatorio Argentina

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