Da un grande potere derivano grandi responsabilità.
esatto, i giorni chiave.
praticamente è una specie di calcolo a matrice
per chi volesse approfondire, visto che collateralmente tange l'argomento del 3d, qui c'è un ottimo metodo:
https://www.matematicamente.it/stati...uo_mentale.pdf
"Pistilloni in crabettura boccidi sa zanzara" (Don Gigi)"Internet è stato creato per dare ai malati di mente qualcosa da fare" (Frank Darabont)
Se pensi che l'istruzione sia cara, prova con l'ignoranza
"Pistilloni in crabettura boccidi sa zanzara" (Don Gigi)"Internet è stato creato per dare ai malati di mente qualcosa da fare" (Frank Darabont)
Comunque penso che il primo argomento da trattare siano doverosamente i loci di Cicerone.
"Pistilloni in crabettura boccidi sa zanzara" (Don Gigi)"Internet è stato creato per dare ai malati di mente qualcosa da fare" (Frank Darabont)
Se pensi che l'istruzione sia cara, prova con l'ignoranza
La tecnica dei Loci
I loci di Marco Tullio Cicerone sono senza dubbio una delle tecniche di memorizzazione più famose.
Il termine deriva da "locus", luogo.
Proprio questo termine è entrato nel nostro parlare quotidiano, e ognuno di noi l'ha usato qualche volta, quando comincia il discorso dicendo: "in primo luogo...". Mutuando appunto l'intercalare dall'arte retorica.
Essa è una tecnica molto efficace, perché si basa su una caratteristica innata del'uomo, cioè quella dell'orientarsi nello spazio, ovvero di ricordare i luoghi, e sul mettere in relazione le cose con i luoghi suddetti.
Sebbene leggenda vuole Simonide iniziatore di questa tecnica, la sua trattazione sistematica ci è stata data da Cicerone (o uno pseudo Cicerone) nella Rhetorica ad Herennium, messa appunto come uno dei cardini dell'arte retorica.
Chiamata dagli anglofoni journey method, in ragione del percorso mentale per ritrovare le informazioni o roman room, consiste nel prendere l'informazione da ricordare, o meglio la serie di informazioni (volendo anche non in relazione tra di loro, come può essere una lista della spesa), trasformarle in immagini, qualcosa che si possa visualizzare mentalmente, e inserire queste immagini all'interno di luoghi conosciuti.
Ora, proprio il percorso da luogo a luogo deve naturalmente essere preordinato se si vuole ricordare la successione precisa delle informazioni da ricordare. Per un risultato più vivido, inoltre, si consiglia di usare come "contenitori", luoghi che siano conosciuti bene:
per questo motivo, molti usano il percorso da casa al lavoro, altri sistematizzano la successione delle stanze della casa (ad esempio ingresso, cucina, bagno soggiorno, terrazza, ecc.), dando appieno spiegazione dell'appellativo roman room. Certo, anche se occorre più sforzo, queste stanze possono anche essere artefatte: Cicerone dava precise indicazioni per la disposizione delle stanze, come il senso orario o antiorario per la lettura dei loci in ogni stanza (massimo 5, ovvero uno per parete, e uno centrale)e la loro successione, un'altezza consona dei soffitti, l'uso di particolari artifici per fissare la numerazione delle informazioni -come ad esempio una mano d'oro per l'uscio che porta dalle prime cinque stanze, alle successive cinque- oppure la corretta ariosità e illuminazione.
Naturalmente la tecnica si è evoluta, suggerendo in certi casi di identificare in ogni stanza, una serie di oggetti o zone, a cui agganciare i ricordi avendo cura di ricordarli in successione tramite un percorso visivo. Può essere ad esempio che la quinta parte di un discorso sia agganciata al divano. Così metteremo l'immagine associata al discorso (o alla quinta cosa della lista di cose da ricordare) nel divano.
Per rendere ricordabile l'informazione, questa immagine deve essere particolare, astrusa, fuori dai canoni, spiritosa o anche erotica.
Qui entra in gioco la fantasia personale di ciascuno, in quella che è alla fine una associazione di idee anche inusuale.
Quello che non deve mancare è la risposta emotiva all'immagine, perchè senza una reazione, il ricordo perde di efficacia.
Molti mnemonisti del passato hanno fatto leva su questi aspetti, Giordano Bruno si narra associasse certe informazioni alle belle fanciulle, magari nude. Il concetto è abbastanza semplice: si ricorda meglio, nel locus ad esempio della fermata del bus vicino casa, di un elefante a pois, un panino gigante farcito di fotocopie piuttosto che un elefante normale (che già questo è abbastanza inusuale) o ancora peggio un comune panino con mortadella.
Tutte queste indicazioni, come anche altre nel corso dei secoli, si sono sedimentate per portare a una sorta di Santo Graal di ogni mnemonista: il Palazzo Mnemonico (o memory palace). Altro non è che una sorta di gigantesco insieme di loci, uniti armonicamente per allocare quantità enormi e sistematizzate di informazioni. Come un vero e proprio palazzo, che prende dai ricordi di luoghi, e da immaginazione, la sua struttura e le sue stanze. Per diventare addirittura luogo di riflessione e introspezione meditativa, oltre che di ritenzione delle informazioni. Molti sono i riferimenti nella storia, nella letteratura come nell'arte a questi "antri del ricordo".
Il missionario gesuita Matteo Ricci ne fece uso per i suoi studi in cina, ed è famoso l'uso che ne fa Hannibal Lecter, personaggio letterario dei libri di Thomas Harris, aiutato dalla sua impressionante memoria eidetica, arrivando ad abitarlo, come rifugio e conforto negli anni della prigionia, quasi una città dalle infinite stanze.
E naturalmente, stanze cariche di ricordi, di emozioni, ovvero di tutto quello che può risultare vivido.
Provate anche voi: scegliete una stanza della casa, o un percorso che conoscete, e collocatevi una lista di cose da ricordare: scoprirete di riuscire senza sforzo a ricordare tutte le parole, semplicemente ripercorrendo mentalmente il percorso e ritrovando le immagini che avete collocato
Naturalmente questa è la base per tecniche più avanzate che tratteremo in seguito
"Pistilloni in crabettura boccidi sa zanzara" (Don Gigi)"Internet è stato creato per dare ai malati di mente qualcosa da fare" (Frank Darabont)
Le basi delle tecniche di memoria: associazione numerica e conversione fonetica
Oltre alla tecnica dei loci, che nella sua elaborazione moderna diventa il palazzo della memoria, c'è un'altra tecnica base fondamentale poi per essere implementata nel palazzo della memoria, e serve per inserire informazioni più dettagliate all'interno dei loci e negli oggetti usati come memento, in particolare per avere successioni ordinate di liste facilmente consultabili, e schedari mentali.
Naturalmente esistono anche le usuali tecniche di acronimi, giochi di parole, associazioni verbali e rime, ma ci occuperemo prima delle liste perché permettono di costruire una base ordinata delle categorie del ricordo.
Esistono 2 tipi fondamentali di associazione di liste di numeri (che poi si sviluppano nelle tecniche complesse del PAO - persona/azione/oggetto - e altre più elaborate):
la prima, che ha una lunga storia e alla fine rimanda a quello che facevano i popoli antichi associando le forme delle lettere agli oggetti che le lettere richiamavano, è la identificazione dei numeri da 0 a 9 in forme che ricordino la forma stessa della cifra o in parole facciano rima o assonanza con il nome dei numeri.
Ad esempio si possono identificale la forma del numero 1 con una candela, il numero 2 con un cigno, il 3 con un paio di natiche, il 4 con una sedia, il 5 con un gancio, il 6 con una ciliegia, il 7 con una falce, l'8 con un pupazzo di neve, il 9 con un palloncino e lo 0 con una palla.
Oppure si può associare il numero 1 (uno) con Nettuno, 2 (due) con Bue, 3(tre) con re, 4(quattro) con Aratro, 5(cinque) con lingue e cosi via.
Quindi la lista in questione avrà proprio questi oggetti come indice, che verranno mentalmente associati alle parole da ricordare.
Naturalmente per liste più lunghe di 10 si assoceranno più oggetti (es. numero 24 un cigno su una sedia, oppure un bue che tira un aratro)
Supponiamo di dover ricordare la parola "Egitto" nella lista al numero 8. L'immagine mnemonica sarà una visualizzazione della parola Egitto più il pupazzo di neve, magari come un pupazzo di neve vestito da faraone con una piramide nello sfondo: questo soddisfa alcune delle caratteristiche richieste per rendere ricordabile il frame di memoria: una associazione buffa, inusuale, sensorialmente vivida.
Naturalmente questo primo tipo di associazione numerica ha molti limiti, a cominciare dal fatto che si soffre fin da subito di una ripetizione noiosa delle immagini, per esempio tutto quello che avrà un 2 sarà associato a un cigno: un numero come 2322 diventa troppo ridondante visivamente. Inoltre, è un sistema poco esportabile a seconda della lingua o cultura, o meglio, l'identificazione del 2 con un cigno è troppo sui generis e interpretabile.
Questo ci porta a un secondo tipo di associazione numerica, che sta appunto alla base delle moderne tecniche di memoria, la conversione fonetica.
Questa tecnica ha avuto come precursore il matematico e astronomo francese Pierre Hérigone che nel suo Cursus Mathematici del 1634 implementava un sistema di associazione di lettere e parole, in cui i numeri erano identificati da lettere, sia vocali che consonanti 1=p, a 2=b, e ecc. . L'uso delle vocali rendeva però difficoltosa la costruzione di parole (anche perché alcune parole sarebbero di conseguenza senza significato, per seguire la regola. Nel 1648 Stanislaus Mink von Wennsshein migliorò questo sistema eliminando le vocali e le sillabe, lasciando solo le consonanti e raggruppandole foneticamente. Il matematico Leibniz divulgò questo sistema, e nei secoli seguenti altri studiosi delle mnemotecniche hanno via via migliorato e modificato questo sistema, dal politico inglese Righard Grey nel 1730 e il monaco tedesco Gregor von Feinaigle attorno al 1800, fino al 1820 quando Aimé Paris perfezionò la versione che utilizziamo tuttora.
Il sistema, come dice la definizione stessa, si basa sulla fonetica delle consonanti, dividendole in 10 gruppi da 0 a 9, a seconda del suono della parola:
0 sibilante S, SC, Z
1 dentale T, D
2 nasale N, GN
3 mugolante M
4 vibrante R
5 liquido L, GL
6 palatale C, G
7 gutturale C, G (dure), K
8 labiodentale F, V
9 labiale P, B
Questo tipo di identificazione, sebbene sembri più difficile da imparare almeno nella sua base (essendo alla fine una associazione arbitraria) porta invece la possibilità di creare un vocabolario visuale enorme.
Un qualsiasi numero diviene convertibile in una o più parole collegate assieme, ad esempio 52342 diventa 5L2N3M4R2N = LeoNe MaRiNo, oppure Bue diventa 9, PaLLa diventa 95 (le doppie non si contano), aGLio diventa 5 (notare la differenza con GaNGLio che invece diventa 7275, oppure GaTTo diventa 71 e GeTTo diventa 61 essendo la conversione legata alla pronuncia fonetica e non alla lettera in se).
Questo rende possibile la creazione di un sistema di parole correlato a una lista numerata che si può scorrere fino al record voluto:
ad esempio se mi occorre il numero 75 di una lista di cose da ricordare, non devo fare altro che convertire tramite le regole fonetiche nella parola che ho scelto, GaLLo, e usare l'immagine del volatile come totem mentale per richiamare le informazioni in quel numero della lista, opportunamente trattate per essere associate tramite immagini mentali legate assieme.
Naturalmente come già detto, la visualizzazione di queste immagini mentali richiede un insieme di caratteristiche particolari di vividezza, che tratteremo nei futuri post.
Queste liste sono solo l'inizio del sistema complesso, come vedremo la conversione fonetica tramite la creazione di liste personalizzate, associate ad altre liste correlate tramite contiguità di significato, portano quindi a quello che viene chiamato schedario mentale e al PAO moderno in cui si connettono la conversione fonetica e il sistema reso celebre da Giordano Bruno ne Le Ombre delle Idee delle ruote alfabetiche.
"Pistilloni in crabettura boccidi sa zanzara" (Don Gigi)"Internet è stato creato per dare ai malati di mente qualcosa da fare" (Frank Darabont)
io ho una spiccata memoria visiva
Se non hai il coraggio di mordere, non ringhiare.