Palindromi

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Di palindromi è piena la Torre di Babele...


Già, perché i palindromi - a volte, in forma di improbabili nonsense - esistono in tutte le lingue del mondo, dall'azero (Ey Babək, kəbab ye! => "Ehi, Babek, mangia kebab!") fino all'ungherese (Indul a görög aludni => "Il greco va a dormire"), passando per le lettere intermedie dell'alfabeto: il finlandese (Neulo taas niin saat oluen => "Lavora ancora a maglia, così avrai una birra"), il greco (Nipson anomemata me monan opsin => "Lava i miei peccati, non solo la mia faccia", scritta sul bordo di un pozzo a Istanbul), il lituano (Sedek užu kedes =>"Siediti dietro la sedia"), il polacco (Elf ukladal kufle => "Un elfo sistemò le tazze"), lo sloveno (Perica reže raci rep => "Una lavandaia sta tagliando la coda a un'anatra"), e così via.

Ho omesso di proposito l'inglese, che pure abbonda di palindromi, perché a questa lingua vorrei dedicare maggiore spazio. A parte il già citato Madam, I'm Adam fantasiosamente attribuito ad Adamo nel presentarsi ad Eva nell'Eden, c'è un altro palindromo illustre attribuito a Napoleone: Able was I ere I saw Elba ("Fui abile finché non vidi l’Elba"). Ma nel mezzo c'è molto altro...

Per esempio, la frase palindroma Was it a cat I saw? ("Era un gatto, quello che ho visto?") viene normalmente attribuita a Lewis Carroll. Ma, anche se la frase andrebbe benissimo per Alice nel Paese delle Meraviglie, quando incontra il Gatto del Cheshire (o Stregatto), nei libri di Carroll non se ne trova traccia. A meno che non si abbia un'edizione in cui compaia l'illustrazione che il grande inventore di giochi americano Sam Loyd aveva appunto dedicato all'episodio di Alice con il Gatto del Cheshire. La domanda di Alice compariva ripetuta in un quadrangolo e il lettore doveva indovinare quante volte fosse possibile comporla*. L'autore non è Carroll, ma Sam Loyd:




La frase è prodigiosa anche perché può essere variata molte volte:

Was it a rat (ratto), I saw?
Was it a bat (pipistrello), I saw?

Secondo livello di complicazione:
Was it a car or a cat I saw? (Quello che ho visto è una macchina o un gatto?)
Was it a bar (sbarra) or a bat (bastone) I saw?

Terzo livello di complicazione:
Was it Eliot's toilet I saw? (Quello che ho visto è il gabinetto del poeta Eliot?)

In effetti, i gatti inglesi sono molto disponibili alle frase palindromiche... lo prova il fatto che possono tranquillamente affermare We mew (noi miagoliamo).



(* Un quizzino che sembra fatto apposta per @trash...)

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Di palindromi è piena la Torre di Babele...

(* Un quizzino che sembra fatto apposta per @trash...)

"Elementare Watson!" anzi, "Palindromico, Nostaw!".
Basta moltiplicare il numero 144 per il suo palindromo 441 e si otterrà la risposta desiderata.
Oppure moltiplicare il numero palindromico 252 per il numero palindromico 252...

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Dolci consolazioni per i saggi sulle mura di Babele

I savi, nel mur là a Babele, babà al rum leniva, sì.

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"Elementare Watson!" anzi, "Palindromico, Nostaw!".
Basta moltiplicare il numero 144 per il suo palindromo 441 e si otterrà la risposta desiderata.
Oppure moltiplicare il numero palindromico 252 per il numero palindromico 252...

Mica tanto elementare...
Anzitutto, mi piacerebbe sapere dove hai pescato il numero 144 e, a seguire, perché l'hai moltiplicato proprio per il suo palindromo.
In secundibus, perché - con tutti i numeri palindromi che esistono - hai scelto proprio di moltiplicare 252 per se stesso.

In entrambi i casi, la cifra risultante è identica e abbastanza sorprendente: possibile che la frase Was it a cat I saw? nel quadrangolo di Loyd sia componibile la bellezza di 63.504 volte?

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Mica tanto elementare...
Anzitutto, mi piacerebbe sapere dove hai pescato il numero 144 e, a seguire, perché l'hai moltiplicato proprio per il suo palindromo.
In secundibus, perché - con tutti i numeri palindromi che esistono - hai scelto proprio di moltiplicare 252 per se stesso.

In entrambi i casi, la cifra risultante è identica e abbastanza sorprendente: possibile che la frase Was it a cat I saw? nel quadrangolo di Loyd sia componibile la bellezza di 63.504 volte?

Dovrei dire che si tratta di Scienza e Intuizione Matemagica ai massimi livelli:

a) Scienza:
Ci sono sul perimetro del puzzle 24 "W" da cui partire e da ogni W si arriva alle altre 24, per cui verrebbe da rispondere che la frase si compone in 576 modi, attraversando la "C" nel centro.
Però, una volta raggiunta la "C" centrale, la stessa "W" di arrivo può essere raggiunta seguendo più diramazioni, l'esempio più semplice è la "W" vicina al vertice che si raggiunge in due modi diversi.



Quindi bisogna contare quanti percorsi raggiungono la lettera "C" centrale e moltiplicarlo per se stesso: sono 252 che elevato al quadrato ci da 63504.

b) Intuizione Matemagica
Come Srinivasa Ramanujan ha dimostrato, non esistono numeri insulsi: e appena visto il numero 63504 ho realizzato che si tratta di un numero davvero straordinario: è il più piccolo quadrato che può essere espresso come il prodotto di un numero e del suo palindromo in almeno due modi diversi: 252x252 e 144x441.



Ma in realtà è solo un trucco da illusionista da forum, se non reggi alla curiosità clicca su "Mostra"; ma - curiosity killed the cat (was it a cat I saw?) - ti perdi tutta la magia illusionistica...

  

1. trovare la soluzione,63504, su internet nella Sam Loyd's Cyclopedia of Puzzles
2. cercare il numero 63504 sulla The On-Line Encyclopedia of Integer Sequences per vedere se ha qualche lato interessante palindromico
3. mostrare al gentile pubblico solo questo lato misteriosamente palindromico e il gioco è fatto

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Ma in realtà è solo un trucco da illusionista da forum, se non reggi alla curiosità clicca su "Mostra"; ma - curiosity killed the cat (was it a cat I saw?) - ti perdi tutta la magia illusionistica...

  

1. trovare la soluzione,63504, su internet nella Sam Loyd's Cyclopedia of Puzzles
2. cercare il numero 63504 sulla The On-Line Encyclopedia of Integer Sequences per vedere se ha qualche lato interessante palindromico
3. mostrare al gentile pubblico solo questo lato misteriosamente palindromico e il gioco è fatto

Non è possibile che tu mi prenda per il naso da un'eternità ed io ci caschi sempre come un'allocca... grrrrrrrrrr!

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"Accavallavacca" e altri palindromi improbabili

Numerose fonti, sul web, riportano questa parola come il più lungo palindromo (14 lettere) della lingua italiana, col significato vagamente inquietante di "congegno impiegato per caricare mucche su cavalli oppure una mucca sull'altra allo scopo di risparmiare spazio nel trasporto". Eppure, "accavallavacca" sul dizionario non c'è. Sarà un neologismo? Neppure.

Ciò si spiega col fatto che "accavallavacca" sembra una parola italiana, ma non lo è: la inventò, molti anni fa, Marco Morello, un lettore assiduo della rubrica di Stefano Bartezzaghi "Lessico e nuvole". Tuttavia, la parola piacque a tal punto a Bartezzaghi, che titolò "Accavallavacca" un suo libro di giochi di parole. Il (vero) palindromo più lungo in lingua italiana è assai più corto: "onorarono" (9 lettere).

Di palindromi "truccati" da parole vere ne esistono diversi, molti dei quali, di lunghezza più che onorevole:

"otturarutto" = apparecchio igienico usato per otturare (anche) buchi indiscreti;
"eruttafatture" = macchinario caldamente raccomandato dall'Agenzia delle Entrate;
"acetoteca" = cantina di degustazione e conservazione dell'aceto;
"erotomotore" = strumento che non necessita di descrizione;
"allertanatrella" = fischietto in uso alla Lipu per far fuggire giovani palmipedi dai fucili dei cacciatori.

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Aggiungiamo:

"ingessassegni" per bloccare gli assegni in caso di furto del portafoglio
"accollallocca", chi si fa carico di una persona non proprio sveglia.

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I palindromi di Primo Levi


In apertura di questo topic ho riportato una citazione di Primo Levi sui palindromi, questa:

Guai se tutte le frasi reversibili fossero vere,
fossero sentenze d'oracolo...
eppure quando le leggi a rovescio, e il conto torna,
c'è qualcosa in loro di magico e rivelatorio:
lo sapevano anche i latini,
e le scrivevano sulle meridiane.

Forse non tutti sanno che Primo Levi Primo aveva il pallino delle simmetrie (si era laureato in chimica con una tesi sull'enantiomorfismo, cioè la simmetria delle mani destra e sinistra) e aveva inoltre una spiccata passione per le questioni linguistiche e i giochi di parole.

Nel suo racconto "Calore vorticoso" (poi compreso nella raccolta "Lilit e altri racconti", 1981), Primo Levi ha inserito un personaggio, Ettore, che crea palindromi, i quali alludono alle varie situazioni che vive:

Ettore evitava le madame lavative rotte
Eroina motore in Italia Ai latini erotomani or è
Oimè Roma amore mio
A Roma fottuta tutto fa mora
Ad orbi, broda
E lì varrete terra vile
Accavalla denari, tirane dalla vacca
Elena Anele
Essa è leggera ma regge le asse
E' lo senno delle novità, genere negativo nelle donne sole.
Il livido sole, poeta ossesso, ateo, peloso di villi.
Ogni marito unico ci nuoti ramingo.
Ero erto tre ore.
E' mala sorte, ti carbonizzino braci, tetro salame.
O morbidi nèi, pieni di bromo
O soci, troverò la causa, la sua: calore vorticoso.

L'ultima, su cui si chiude il racconto, è anche la migliore ed è bilinguistica:

In arts it repose to life: è filo teso per siti strani.

E' un palindromo bellissimo, che viene spesso citato nei saggi critici sulla poesia di Primo Levi, perché in effetti è composto da due versi: uno in inglese (che significa: "nell'arte è il riposo alla vita") e l'altro in italiano, e sono l'uno il bifronte dell'altro.

Non a caso, il protagonista di "Calore vorticoso" afferma che nei palindromi c'è «qualcosa di magico o rivelatorio», perché nell'andirivieni delle lettere ciascuno può vedere una cosa diversa: un serpente che si morde la coda, un cerchio che si chiude, un ciclo che si compie, il tempo che oscilla, avanza e retrocede...

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nei palindromi c'è «qualcosa di magico o rivelatorio»

allora ci proviamo con la figlia di Dante e le spiegazioni che erompono vulcaniche dai commentatori

A lava nera s'eruppe Etna da "papè satan aleppe": solo seppe la nata se papà Dante, eppure, s'arenava là.