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Discussione: Fascisti immaginari

  1. #1
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    Question Fascisti immaginari

    Qualcuno ha letto questo libro?

    Gli autori dovrebbe essere in zona "Fare Futuro",o forse sbaglio?onf:


    Fascisti immaginari

    “Così, dici fascisti e arrivi a comprendere, con sgomento analitico, cultori del Risorgimento fuori tempo e discepoli delle più astruse tradizioni esoteriche; filo e antiamericani, europeisti e nazionalisti; e ancora cattolici tradizionalisti, mangiapreti e neopagani; e intransigenti, e furbacchioni. La fantasia è di per sé sfuggente: ma chi, dal di fuori, avrebbe mai immaginato di scorgere analogie, negli epigoni del littorio, tra Charles Bukowski e Lando Buzzanca, Patty Pravo e Padre Pio, Willy il Coyote e l'agente 007?”: così si interroga Filippo Ceccarelli nella sua brillante prefazione a “Fascisti immaginari” (Vallecchi, pp.602, € 25), una sorta di dizionario sentimentale della destra nel cinquantennio postbellico, messo insieme dai giornalisti Luciano Lanna e Filippo Rossi.
    Espulsi dalla dialettica democratica dell'Italia repubblicana, emarginati dal dibattito politico, i neofascisti compensavano tale isolamento affastellando nel proprio immaginario i più diversi ed eterogenei materiali: con piglio un po' provocatorio, gli autori allineano nelle voci di questa compilazione - accanto a nomi più o meno prevedibili - personaggi come Carmelo Bene ed Ernesto Che Guevara (amato come combattente di nobili ideali, guerriero che si spegne giovane, vincente perché sconfitto), eroi di carta quali Tex Willer e Corto Maltese (in genere, soprattutto il secondo, ascritti ad icone della sinistra), cantautori del valore di Fabrizio De André e Giorgio Gaber (quest'ultimo, segnatamente da “Polli d'allevamento” in poi).
    Non particolarmente interessati a dar vita ad un album dei più grandi artisti della reazione (non compaiono, infatti, capitoli dedicati ad un Céline, un Drieu La Rochelle od un Ardengo Soffici), Lanna e Rossi preferiscono fornire un quadro il più possibile mosso e composito, mettendo insieme Craxi ed i ciellini, Rambo ed i Ray-Ban, Montanelli e Vanzina, Don Backy e Houellebecq. Forse sarebbe stata utile, in alcuni casi, una maggiore misura di ironia: ma resta indubbio l'interesse di questa prima esplorazione all'interno di un universo poco conosciuto, con parole d'ordine a volte sorprendenti, da fascisti - davvero - immaginari.

    Francesco Troiano

    Italica - Lanna Luciano e Rossi Filippo: Fascisti immaginari

  2. #2
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    Predefinito Riferimento: Fascisti immaginari

    Segni particolari: fascista immaginario

    Cresce a destra, nelle insenature degli
    spazi politici, una generazione di giovani
    anticonformisti, che poco gradiscono
    le vecchie etichette del secolo
    scorso tout court. Sembra che siano a
    loro agio se gli si attacca l’etichetta di
    “fascisti immaginari”, ossimoro
    straordinario e riuscitissimo creato da
    Franco Cardini, storico fiorentino e
    capofila della corrente, che nel
    pamphlet L’intellettuale disorg a n i c o
    si autodefiniva “pur sempre dall’altra
    parte”, ma allo stesso tempo antitotalitario,
    “tutto lealtà, altruismo, tutto dedizione
    ai poveri ed agli oppressi”.
    Perché si diventi fascisti immaginari
    nell’Italia che dal 1993 propone ai
    giovani solo fascinazioni
    tecnocratiche e
    contrapposizioni tra
    leader di una novella
    gerontocrazia è diff i c ile
    dirlo, ma proveremo
    ugualmente a off r i r e
    delle spiegazioni. Luciano
    Lanna e Filippo
    Rossi hanno scritto
    l’imperdibile abbecedario dei “fascisti
    i m m a g i n a r i ’’ per l’editore Va l l e c c h i ,
    ma questo è un racconto di giovinezza,
    oltre che di libri. Negli anni del
    crollo della Prima Repubblica a colpi
    di avvisi di garanzia, una buona parte
    dei giovani che coltivavano una vocazione
    politica scelse di non andare a
    sinistra nella macchina da guerra di
    occhettiana memoria, né con il raggruppamento
    centrista: ribellione e
    passione civile si potevano ritrovare a
    destra, dove lo scongelamento politico
    di un’area per anni emarginata, liberava
    energie nuove. Dalle colonne dell
    ’Italia settimanale iniziava un percorso
    di riscatto, e le giovani firme del
    settimanale diretto da Marcello Ve n eziani
    concretizzavano in articoli e riu-
    scite provocazioni le parole d’ordine
    dei giovani post-fascisti.
    A Bari, dove regnava il vicerè delle
    Puglie Pinuccio Tatarella, nei primi anni
    Novanta ci fu un fiorire di attività
    culturali, politiche (i primi successi
    nelle elezioni universitarie del Fuan, e
    chi scrive fu eletto al Senato A c c a d emico
    per due mandati consecutivi) e
    metapolitiche. Giornali, fanzine, scritte
    situazioniste agli angoli delle strade ed
    un crogiuolo alchemico di irrequietezza
    giovanile unita ad un pensiero forte,
    fortissimo come quello dei fascisti immaginari.
    Poi ci furono alcune letture
    ed alcuni incontri, poi convegni e poi
    ancora contaminazioni. Insomma non
    era proprio possibile
    che diventassimo liberaldemocratici
    semplici
    semplici, con la camicia
    bianca, la cravatta,
    uno spezzato molto
    da promoter finanziario
    ed un breviario di
    Carlo Popper. La vocazione
    alla socialità a
    tutti i costi, in una destra che Stenio
    Solinas ben descrive sul reazionario
    andante (in Per farla finita con la de -
    stra, Ponte alle Grazie), era la prospettiva
    comunitaria di un gruppo che a
    Bari - e negli stessi giorni in tutta Italia
    - scopriva nuovi filoni dell’ideologia
    italiana e si avviava a vivere una stagione
    politica di grande movimento. A i
    convegni con Plebe o Baget Bozzo
    preferivamo le conversazioni tradizionaliste
    di Pino Tosca, ed alle letture politicamente
    corrette dei soloni liberali
    sul G i o r n a l e, preferivamo, il neonato
    F o g l i o, diretto da Giuliano Ferrara, e
    sulle cui pagine imperversava Pietrangelo
    Buttafuoco, impavido aedo del fascismo
    immaginario, che ogni settimana
    illustrava ai lettori di un irriverente

  3. #3
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    Predefinito Riferimento: Fascisti immaginari

    quotidiano di establishment gli umori
    del Cattiverio, del mondo “a destra di
    Porto A l e g r e ’’, di quelli definiti impresentabili,
    che camminavano con sotto il
    braccio un libro di Carmelo Bene e rifuggivano
    dai libri fru fru di Benni-Bar
    i c c o - Tabucchi, e da ogni pubblicazione
    che si avvicinasse alla gauche al cachemire.
    Insomma non era proprio possibile che
    diventassimo liberaldemocratici e perfettini:
    indossavamo le Clark, frequentavamo
    la Feltrinelli o la libreria Te r r a
    di Thule a Barivecchia (versione appula
    della romana libreria Europa), distribuivamo
    libri di Jean Cau editi dalla
    Sette Colori di Pino Grillo, ascoltavamo
    all’Università Pietro Ingrao e Serge
    Latouche, Giacomo Marramao e
    Pietro Barcellona (letti ed apprezzati
    anche grazie all’impulso di Peppe
    Nanni) ed invitavamo per i nostri convegni
    nell’Ateneo barese Marco Ta rchi,
    Alain de Benoist, Franco Cardini,
    Gianfranco de Turris, Enrico Nistri
    (che si potrebbe ormai definire pugliese
    d’adozione). Poi ci furono incontri
    surreali, come quello con il sociologo
    Franco Cassano, il capofila del pensiero
    Meridiano, scrittore che - provenendo
    dal Pci - aveva riscoperto in ambienti
    claustrofobici e poco avvezzi alle
    innovazioni, la forza dirompente
    della tradizione, di una rivoluzione
    conservatrice che, sola, può salvare il
    Sud del mondo dagli eccessi del turbo
    capitalismo.
    Qui il racconto diventa aneddoto, e
    lungo la strada che va da Bari a Foggia
    (dove si doveva svolgere un convegno
    sul “comunitarismo’’ a più voci con
    Marcello Veneziani e su impulso di
    Francesco Martucci, ineguagliabile organizzatore
    culturale dauno-casertano)
    tra Cassano ed i giovani fascisti immaginari
    che lo accompagnavano erano
    più le cose che avevano in comune che
    tutto il resto: dai film alle riviste, dai
    libri alle idee di fondo, e la voglia di
    non omologarsi al Pensiero Unico era
    il filo rosso di tutte le conversazioni.
    Anche se il professore ci confidò di
    non aver avuto mai una così prolungata
    conversazione con “fascisti”, ma il
    ghiaccio (delle obsolete contrapposizioni)
    bisognava romperlo pure in
    qualche maniera.
    Non potevamo proprio diventare
    conformisti di destra, con le frequentazioni
    che avevamo, ogni sera di ogni
    settimana c’era un incontro in posti insoliti
    con politici che costruivano la destra
    di governo, ed artisti irregolari in
    servizio permanente effettivo: con
    Adolfo Urso in uno stand della festa
    tricolore di Conversano (sotto il castello
    medievale); con Francesco Storace
    in auto correndo all’impazzata per andare
    a fare un comizio ad A l b e r o b e l l o ;
    mangiando patate riso e cozze in un ristorante
    di via Putignani a Bari, con
    Maurizio Gasparri. Ed i convivi folk
    con Marcello De Angelis nell’atrio del
    Palazzo Capitaneo di Modugno (tra
    canzoni alternative e tradizionali).
    Poi i rituali incontri del lunedì nella sede
    barese del R o m a, diretta da Piero
    Longo e Alessandra Colucci, con Pinuccio
    Tatarella; le interviste a registi,
    attori e attrici (da Giovanna Mezzogiorno
    a Sergio Rubini), scrittori internazionali
    (dagli esuli russi a Jiri Pelikan)
    e cantanti “differenti” (tra cui
    Franco Battiato e lo smemorato Serg i o
    Caputo).
    In un’Italia che si è così divisa nelle ultime
    elezioni politiche, tra tante incertezze
    e dilemmi, di sicuro potrà crescere
    ancora più prolifico che mai il filone
    dei fascisti immaginari under trenta,
    che va dal popfascista ionico A n g e l o
    Mellone (firma del R i f o r m i s t a e del S e -
    colo d’Italia), ad Alessandro Giuli, studioso
    della tradizione romana e di Julius
    Evola ed allo stesso tempo redattore
    politico del F o g l i o, dal geopolitico
    abruzzese Salvatore Santangelo (colonna
    della rivista I m p e r i e del mensile
    A re a), all’eretico biellese Andrea Del
    Mastro, alla nostra quinta colonna parlamentare
    Giorgia Meloni (ora vicepresidente
    della Camera dei deputati), al

  4. #4
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    Predefinito Riferimento: Fascisti immaginari

    l’irpino Gerardo Picardo, giornalista
    dell’Adn Kronos - uno dei migliori discepoli,
    insieme ad Aldo Pecorella, di
    Gianni Mastrangelo, leone della destra
    che più di tutti spinse i giovani della
    sua Puglia all’impegno politico-culturale),
    allo studioso bolognese di storia
    militare Alessandro Ortenzi (firma dell
    ’I n d i p e n d e n t e) .
    E si potrebbe proseguire ancora a lungo.
    Nella competizione armata tra culture
    politiche questa giovane schiera è
    inconsapevolmente e affatto gramscianamente
    un esercito che avanza, tenendo
    bene in mente la lezione di Marzio
    Tremaglia (come pochi riuscì a creare
    una sintesi tra politica e cultura eretica)
    e recitando il motto di Berto Ricci, eretico
    fiorentino e capofila di tutti gli anticonformisti:
    “C’è in Italia un po’ d i
    gente, gente giovane - e cominciano
    ormai a conoscersi e a contarsi - che
    non si sente nata a far da fedelissimo a
    nessuno; che saggia, sonda, sposta la
    visuale, rasenta a volte l’eresia, e preferisce
    lo sbagliarsi al dondolarsi tra gli
    agevoli schemi; che parla un linguaggio
    proprio, e ha proprie e ben riconoscibili
    idee; che considera il presente
    unicamente in funzione del futuro; che
    ha buone gambe e una tremenda voglia
    di camminare”.

    Michele de feudis

  5. #5
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    porcate atlantiste

  6. #6
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    Predefinito Riferimento: Fascisti immaginari

    Citazione Originariamente Scritto da socialistaprussiano Visualizza Messaggio
    porcate atlantiste
    Lo hai letto?onf:

  7. #7
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    Predefinito Riferimento: Fascisti immaginari

    Anche Cassano cammarata..... ho capito bene?

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Nazionalista Visualizza Messaggio
    Anche Cassano cammarata..... ho capito bene?
    Leggendo l'introduzione sembra che gli autori abbiano abbondatemente allargato le maglie del "cameratismo"...un pò ovunque...:mmm:

  9. #9
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    Predefinito Riferimento: Fascisti immaginari

    Fa schifo, roba da ragazzini.
    Gli Arya seggono ancora al picco dell'avvoltoio.

  10. #10
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    Predefinito Riferimento: Fascisti immaginari

    Citazione Originariamente Scritto da Arthur Machen Visualizza Messaggio
    Leggendo l'introduzione sembra che gli autori abbiano abbondatemente allargato le maglie del "cameratismo"...un pò ovunque...:mmm:
    E Mourinho?

 

 
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