Radicali Italiani Doubleface

[diogene]

Il dittatore lasciato a lungo in pace, assoluta, ad assolvere le funzioni di macellaio del suo popolo e dell' umanità; lasciato in pace perché antidemocratico e antiliberale» Nicola Calipari è caduto, è morto perché ha fatto parte, fa parte, dell' Italia-che-resta, dell' Italia-che-va, non di quella che chiama «pace» il «non-andare» nella Cambogia di Pol Pot e perfino il «venir-via», ora, dall' Irak che ci chiede di restare; invece, questa Italia «de sinistra» va, ma solo in pellegrinaggio, ovunque, da sempre, che fosse nell' impero comunista sovietico o nella Cina che stermina con altre popolazioni intere ancora oggi i propri contadini, come altrove fu con le popolazioni del Volga-Don. ......
......Noi lo saluteremo e onoreremo, martedì a Strasburgo, nella sessione plenaria del Parlamento Europeo, quale testimone di un' altra Europa e un' altra Italia da quelle che chiedono di ritirarci oggi dall' Iraq, come ieri di non andarci, per lasciarlo ai Saddam ed ai loro eredi.
Pannella Marco

Pagina 10
(7 marzo 2005) - Corriere della Sera

La Resa Ai Dittatori Chiamata «Pace»

[Zeratul]

Bravo Panella, dimostra a tutti quanto sei filo-amerigano. Magari se lasciavamo un Iraq in mano a Saddam non scoppiava la guerra civile e noi non buttavamo via ingenti fondi

[diogene]

Perciò appaiono strumentali e miserabili le accuse che da noi l' opposizione rivolge al governo di essere guerrafondaio, e la maggioranza ritorce sull' opposizione di essere complice di Saddam, per il solo fatto di avere differenti approcci diplomatici. Per la stessa ragione, sbagliano i pacifisti a contrapporre alle «diplomazie degli Stati» al plurale la propria idea di «diplomazia dei popoli» al singolare. Se Saddam disarmerà o prenderà la via dell' esilio non sarà perché milioni di persone hanno marciato contro la guerra. Né, tanto meno, per la singolare quanto inopportuna decisione dei francescani di Assisi di consegnare ad Aziz la «lampada della pace». Ma perché il dittatore avrà fatto i conti, in termini di costi e benefici, delle proprie scelte sotto la pressione della «diplomazia senza divisioni», di quella «armata», della pluralità degli interessi nazionali nel mondo. Poiché la pace non è un valore assoluto, bensì relativo, compito della politica è, dunque, anche di chiedersi «quale» pace, a «quali» condizioni, con «quali» regole. Che, per le democrazie liberali, non sono (non dovrebbero essere) le stesse dei dittatori. Ma i soli ad averlo capito pare siano stati, finora, i radicali italiani di Marco Pannella e di Emma Bonino, che associano alla prospettiva dell' esilio di Saddam quella difficile, ma valoriale, di una amministrazione fiduciaria sotto l' egida dell' Onu che faccia dell' Iraq un Paese «libero nell' ambito del progetto di una grande organizzazione mondiale della democrazia». Il problema non è di sostituire a Bagdad un dittatore con un altro dittatore «amico dell' Occidente». Se un limite concettuale e politico ha sempre avuto l' approccio americano alle crisi internazionali del passato esso è questo. postellino@corriere.it

Ostellino Piero

Pagina 1
(12 febbraio 2003) - Corriere della Sera

LE VIE DELLA PACE (SENZA PACIFISTI)

[diogene]

Bravo Panella, dimostra a tutti quanto sei filo-amerigano. Magari se lasciavamo un Iraq in mano a Saddam non scoppiava la guerra civile e noi non buttavamo via ingenti fondi

Magari centinaia di migliaia di persone sarebbero ancora vive e il regime sarebbe caduto da solo come in Tunisia.

[diogene]

Camillo - Il blog di Christian Rocca

Cose che non resteranno
Marco Pannella e la bufala di “Iraq Libero”
1 ottobre 2007 Blog

Marco Pannella da anni parla di una sua fantasmagorica proposta "Iraq Libero", ovvero di una soluzione politica della crisi irachena che, con l’esilio di Saddam, avrebbe evitato la guerra. Pannella, me lo confermò lui stesso a New York, prese spunto per questa campagna da un titolo comparso sull’Herald Tribune, ripreso in Italia da tutti i giornali (io ricordo una prima pagina di Repubblica). Il titolo riportava una proposta di Bush a Saddam: o l’esilio o la guerra. Pannella, insomma, prese spunto da Bush per la sua campagna "Iraq Libero". Saddam, rassicurato dai francesi, rifiutò l’offerta e l’ipotesi di esilio non fu più in campo, salvo che nelle dirette di radio radicale e in un voto del Parlamento italiano. Ora è uscita la trascrizione della telefonata tra Bush e Aznar precedente la guerra e Pannella interpreta il testo come la prova che Bush (ricordiamocelo: l’autore originale della proposta di Pannella) non voleva l’esilio. Come vedrete qui sotto, con il testo della trascrizione, è vero il contrario. Anzi Bush, a proposito di posizioni pannelliane, dice che avrebbe voluto processare Saddam alla Corte penale dell’Aja. Eppure Pannella, fraintendendo quel memo, chiede l’impecheament per Bush, neanche il presidente americano fosse il presidente della Commissione Attività Produttive.
Ecco il testo
Aznar: Is it true that there’s a chance that Saddam will go into exile?
Bush: Yes, there is. There’s even a chance that he’ll be assassinated.
Aznar: An exile with some kind of guarantees?
Bush: No guarantees. He’s a thief, a terrorist, a war criminal. Compared to Saddam, Milosevic would be a Mother Teresa. When we go in, we are going to discover many more crimes, and we’ll take him to the International Criminal Court at The Hague. Saddam Hussein believes he has escaped. He thinks that France and Germany have stopped the process of his prosecution. He also thinks that last week’s anti-war demonstrations [Saturday, February 15] protect him. And he believes I’m weakened. But people around him know that things are totally different. They know their future is in exile or in a coffin. This is why it’s so important to keep the pressure up. Ghaddafi is indirectly telling us that this is the only thing that can finish him. Saddam’s only strategy is delay, delay, delay.
Aznar: Actually, the best success would be to win the game without firing a single shot when entering Baghdad.
Bush: To me, it would be the best outcome. I don’t want war. I know what war is like. I know the death and destruction they bring. I am the one who has to comfort the mothers and wives of the dead. Of course, for us [a diplomatic solution] would be the best one. Also, it would save 50 billion dollars.

Vatti a fidare degli amici!! iaociao:

Camillo

[diogene]

"Io, non violento, dico si' alle bombe" Pannella: Saddam e' un tiranno, anche Gandhi giustificava le armi per una giusta causa "Chi, come i pacifisti, invoca il non intervento in realta' aiuta l' aggressore" Ma Gandhi cosa avrebbe detto, a vedere i radicali con la sua faccia sulle bandiere davanti all' ambasciata Usa per applaudire le bombe su Bagdad? "Direbbe quel che disse. Legga: "La non violenza e' compatibile con l' appoggio della violenza di chi non crede alla non violenza quando la violenza impiegata e' al servizio di una causa giusta". Visto?". Marco Pannella ghigna soddisfatto

"Io, non violento, dico si' alle bombe"

[stefaboy]

La Resa Ai Dittatori Chiamata «Pace»

so radicali