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Discussione: Geopolitica

  1. #2711
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    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  2. #2712
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    Predefinito Re: Geopolitica

    Stati Uniti: Per Combattere i Terroristi Bisogna Armarli - Rischio Calcolato


    E continuiamo con la carrellata idiozie
    da Agenzia Nova
    G20: Usa lavoreranno con Francia per aumentare bombardamenti contro Stato islamico
    Ankara, 15 nov 180 – (Agenzia Nova) – Gli Stati Uniti lavoreranno con la Francia per intensificare gli attacchi aerei contro lo Stato islamico in Iraq e in Siria. Lo ha detto oggi il viceconsigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Ben Rhodes, in un’intervista all’emittente “Nbc” a margine del vertice del G20 in Turchia. Rhodes ha spiegato che la decisione di armare direttamente i combattenti sul terreno in Siria e in Iraq sta portando a dei risultati nella lotta contro il sedicente “califfato”. Separatamente, il funzionario Usa ha spiegato che al momento non vi è alcuna minaccia credibile specifica contro gli Stati Uniti.
    Traduco: a noi americani non ce ne frega un cazzo se le armi e l’addestramento che diamo ai gruppi di tagliagole islamici in Siria poi finiscono con l’ammazzare i nostri “alleati” europei. Tanto i terroristi stanno a 10.000km da noi e non rappresentano una minaccia.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  3. #2713
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    Predefinito Re: Geopolitica

    Ovviamente, la Francia Bombarda in Siria, Vedremo Quali i Bersagli Reali. - Rischio Calcolato

    Ovviamente, per rispondere all’assassinio di 129 esseri umani a Parigi, per mano di un commando formato in maggioranza da Francesi, la Francia intanto bombarda la postazioni dell'”Isis” in Siria (ovvio, ci scappasse una bombettina un Turchia? o in Arabia Saudita? No?) ovvero la nostra legione straniera.
    Speriamo non sbagli mira colpendo postazioni civili siriane o che “per errore” li bombardi con aiuti, soldi e armi nuove e fiammanti.
    da Analisi Difesa
    Meno di 48 ore dopo la strage di venerdi 13 a Parigi, l’Aeronautica francese ha sganciato 20 bombe sulla capitale dell’Isis in Siria: lo ha reso noto nella serata di ieri un comunicato del ministero della Difesa.
    Nei raid sono stati impiegati 12 aerei, tra i quali 10 cacciabombardieri Rafale e Mirage 2000 partiti simultaneamente dagli Emirati Arabi Uniti e dalla Giordania. In città, oltre l’energia elettrica, è stata tagliata anche la fornitura di acqua, rendono noto fonti locali (wow, quindi raqqa sarà distrutta dai Francesi? n.d. fk)

    Secondo testimoni oculari la città è avvolta in una palla di fuoco. Sulle bombe il personale dell’Armèe de l’Air avrebbe scritto la frase “da Parigi con amore”.
    Nei prossimi giorni partira’ dal porto di Tolone la portaerei a propulsione nucleare Charles de Gaulle che resterà nell’area del Mediterraneo Orientale per almeno 4 mesi, triplicando la capacità offensiva di Parigi portando a 36 il numero totale di aerei da guerra francesi nell’area: lo stesso numero di velivoli schierato dai russi a Latakya..
    “Il primo obiettivo distrutto veniva utilizzato dall’Isis come posto di comando, centro di reclutamento dei jihadisti e deposito d’armi e munizioni. Il secondo obiettivo è stato un campo di addestramento terrorista”, afferma il ministero francese della Difesa in una nota. Le “infrastrutture operative dello Stato Islamico” sono state “distrutte” in due raid “alle 190 e alle 20:25″.
    Parigi sottolinea poi che l’operazione si è scagliata contro obiettivi “identificati in precedenza” dalle missioni di ricognizione condotte dall’aeronautica militare francese. “L’operazione è stata condotta in coordinamento con le forze americane” (stiamo freschi n.d. fk) conclude la nota.
    p.s. ma se era tanto facile, come mai ci sono voluti 129 morti a Parigi?
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  4. #2714
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    Predefinito Re: Geopolitica

    Mondi diversi.
    Il negher: "Chiudere le porte (vostre) sarebbe una barbarie".

    Putìn: "Alcuni dei paesi che finanziano i terroristi sono presenti qui al G20".
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  5. #2715
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    Predefinito Re: Geopolitica

    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  6. #2716
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    Predefinito Re: Geopolitica

    Hollande incontrerà Obama e Putin nei prossimi giorni

    "I signori hanno già ordinato?".
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  7. #2717
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    Predefinito Re: Geopolitica

    http://www.eurasia-rivista.org/dopo-parigi-e-guerra-allislam-intervista-ad-enrico-galoppini/22404/

    DOPO PARIGI È “GUERRA” ALL’ISLAM? INTERVISTA AD ENRICO GALOPPINI


    Francia :::: Giovanna Canzano :::: 16 novembre, 2015 ::::
    Giovanna Canzano ha intervistato per il quotidiano “Rinascita” ed altre testate Enrico Galoppini, studioso del mondo arabo-islamico e redattore di “Eurasia – Rivista di studi geopolitici”.

    Parigi il giorno dopo. Il secondo attentato. Ma questa volta è guerra?
    Per poter parlare di “guerra” bisogna sapere per prima cosa chi ce la sta dichiarando e a chi la si vuol fare. E qui cominciano i dolori. Perché a sentire le esternazioni dei politici (si noti che il primo in assoluto, prima ancora di Hollande, è stato Obama!) sembrerebbe una guerra dichiarataci dall’Isis, cioè dal “terrorismo islamico”. Ovvero da un generico “terrorismo” e… in definitiva, dall’Islam tout court!
    Ora è chiaro che tutto questo rimestare in un minestrone di parole dal quale deve saltare fuori “l’Islam” come “nemico pubblico numero uno” è un inganno spaventoso, oltre che una cosa assurda. Vogliamo fare la “guerra all’Islam”? Ah sì, e allora facciamo la guerra ad oltre due miliardi di persone? Vogliamo dichiararla agli Stati che, ufficialmente, sono più “islamici” di altri? Ma quelli sono gli alleati di ferro dell’Occidente! Intendiamo allearci allora con quegli stati arabi (ed islamici) che combattono da anni il cosiddetto “terrorismo islamico”? Manco per idea, perché gli occidentali han fatto di tutto per sovvertire il governo siriano e gioivano quando in Egitto erano andati al potere i Fratelli Musulmani. Gli stessi inqualificabili e scellerati che hanno distrutto la Libia ed ora si atteggiano a vittime del “terrorismo islamico” e si mostrano disperati di fronte al numero incalcolabile di “profughi” in marcia dalle stesse regioni devastate!
    Dunque, per parlar chiaro, non sarà “guerra” con nessuno, o, se lo sarà, si tratterà di una cosa che logicamente non avrà alcun nesso con la pretesa causa scatenante. Un po’ come per l’11 settembre 2001, quando per rispondere ad una “guerra” portata all’America da terroristi per lo più sauditi della famigerata al-Qa’ida (che nessuno ricorda più) è stato invaso l’Afghanistan!
    Più verosimilmente ancora, mentre a parole si scateneranno nuove “crociate”, nei fatti avverrà che chi deve “capire” capirà. E si adeguerà al messaggio in stile mafioso portato da questa nuova strage di gente inerme. I cui familiari, sia chiaro, non riceveranno mai alcuna compensazione per il duro colpo subito, esattamente com’è successo a tutte le vittime del “terrorismo” negli anni della “strategia della tensione”… A tutte queste persone non potrà mai essere gabellata per “giustizia” una serie di bombardamenti massicci su chissà quale area del Medio Oriente, ma i nostri cosiddetti governanti, purtroppo, più di questo non sanno o non riescono a fare.

    L’ISIS avanza in Europa?
    L’Isis non avanza in alcun modo perché semplicemente non esiste così come ce lo raccontano. Questo spauracchio serve ad un sacco di cose, tra le quali – non ultima – un’esigenza estrema di tenere lontani gli occidentali dalla spiritualità tradizionale islamica. La quale, come si stanno sforzando di provare anche alcuni rari onesti commentatori che hanno accesso alla stampa più o meno ufficiale, è assolutamente inserita in quel filone sapienziale che origina dalla notte dei tempi e sul quale s’innestano tutte le tradizioni ortodosse. Tra queste ed ogni fenomeno modernista esiste un’inconciliabilità di fondo, perché ogni “riformismo” altro non è che concessione all’errore, anche se a questi sedicenti “fondamentalisti” piace tantissimo affibbiare ai musulmani tradizionali l’accusa di bid‘a (“innovazione”, cioè “eresia”), se non addirittura quella di kufr (“negazionismo”, ovvero il misconoscimento dei fondamentali dell’ortodossia).
    L’Islam, nella sua accezione più ampia, ovvero quella di fenomeno anche politico e sociale, ha inoltre molto da insegnare agli occidentali per quanto riguarda problemi che li attanagliano e che non trovano soluzione. Penso a quelli della rappresentanza politica o della corruzione, per non parlare della politica monetaria e fiscale, dato che le indicazioni dottrinali al riguardo sono assai chiare sull’assenza di una moneta emessa “a debito” (o moneta-merce) e la tassazione dei soli patrimoni fermi anziché dei redditi. Gli occidentali, invece, vengono ammaestrati ad impietosirsi per il Charlie Hebdo, solo perché vengono raggirati di continuo e non sanno più distinguere quale abisso di degrado rappresenti certa “libertà di satira”, che peraltro prende di mira i simboli più sacri della tradizione religiosa cristiana. La quale, secondo una certa retorica “neo–crociata”, costituirebbe un caposaldo della “civiltà occidentale”!
    In altre parole, gli europei devono smetterla di concepirsi “occidentali” se vogliono ritrovare se stessi e, diciamocelo chiaramente, vivere una vita meno disanimata e più a misura d’uomo. In questo, l’Islam può essere per l’Europa un esempio ed una valida fonte d’ispirazione. L’alternativa è quella di sprofondare nel nichilismo che travolge alla fine anche la stessa religione prevalente, mentre se gli europei riscoprissero una loro religiosità autentica non potrebbero essere stretti nella tenaglia dell’occidentalismo (americanismo) e del fondamentalismo islamico. I quali si affrontano sul ring ma si somigliano parecchio, mentre nel mezzo ci finiamo noi.

    Quelli dell’ISIS sono strumenti di un ‘meccanismo’ ormai senza controllo?
    No no, credo invece che, fatti salvi i sempre possibili “cani sciolti”, questi individui rispondano a precise catene di comando, altro che “fuori controllo”!
    Affermare che gli attentatori sono elementi “fuori controllo” significa ammettere che essi colpiscono mossi unicamente dall’“odio per l’Occidente”, il che è esattamente ciò che vuol farci credere la propaganda occidentale stessa. Questi atti terroristici, che seminano morte tra persone intente nelle loro abituali attività, puntano al contrario ad obiettivi studiati molto freddamente. Sono, sotto un certo aspetto, atti di una guerra che, altrove, ha visto e vede ancora famiglie intere straziate da armi sofisticate che fanno meno orrore di una cintura esplosiva solo perché con la tecnologia i moderni hanno un rapporto che li ha resi insensibili ai suoi esiti più distruttivi. A Gaza o a Baghdad, a Kabul o a Beirut, le persone hanno fatto il callo alle bombe che dovevano portare la “democrazia” ed invece hanno solo ampliato i cimiteri ed aumentato il desiderio di vendetta di chi, poi, viene considerato “pazzo” se poi, un giorno, sceglie di fare il “terrorista”.
    Il discorso non si esaurisce qui, ma anche questi sono aspetti che andrebbero considerati. Perché non è serio pubblicare prime pagine con titoli come “Israele ha fatto bene” mentre su Gaza piovono razzi da ogni parte e poi fare gli offesi con altri titoli “scandalosi” come l’ormai celebre “Bastardi islamici”. Poi si meravigliano se un giorno qualcuno, esasperato, fa una strage in redazione, ma sinceramente chi s’imbarca in una guerra, anche solo dell’informazione, quando l’informazione è un’arma che fa le sue vittime, deve prendersi le sue responsabilità.
    Insomma, un conto è “Charlie Hebdo”, che in un certo senso – se è vero che s’è trattato di un “commando jihadista” eccetera – se l’è cercata, mentre ovviamente dei turisti o degli spettatori d’un concerto non hanno alcuna responsabilità, ed anzi tra essi si potrebbe trovare anche chi è molto critico nei confronti delle stesse dirigenze occidentali che questi “terroristi” vorrebbero punire (mentre ammazzano solo gente innocente).
    Tutto questo, ovviamente, non tiene conto della possibilità che in alcuni casi si tratti di totale manipolazione e malafede, perché sotto un “jihadista” che colpisce in una città europea si può celare qualsiasi cosa, tra cui elementi eterodiretti che non sanno alla fine a quale mulino portano acqua e addirittura soggetti che di arabo ed islamico hanno ben poco, tanto nessun tele-suddito saprà mai nulla davvero sulla reale identità degli attentatori (l’11 settembre 2001, sotto quest’aspetto, è emblematico).

    ISIS solo ‘braccio’ armato dell’Islam, oppure niente di questo?
    Al riguardo dell’Isis come ultima incarnazione di una tendenza modernista ed antitradizionale mi sono già espresso in vari scritti, ai quali rimando il lettore di quest’intervista [Il “Grande Medio Oriente” e il momento islamico dello “scontro di civiltà” (il caso italiano); Da Bin Laden al “Califfo”. La guerra finale contro l’Islam (per colpire l’Eurasia); Chi manovra i “modernisti islamici”?]. Non è possibile comprendere questo fenomeno se non lo s’inquadra storicamente (specialmente dalla metà del XVIII secolo) e se non si fa lo sforzo di coglierne l’intima natura “sovversiva” di tutto ciò che è stato l’Islam tradizionale per oltre quattordici secoli. È una china che, con esiti in parte simili, ha vissuto anche il Cristianesimo, con la nascita della cosiddetta “Riforma”, in tutte le sue varie declinazioni. Ovunque essa s’è imposta, fin dall’inizio, ed ovunque si sono affacciati i prodromi di essa, i risultati sono stati “guerre di religione” e una concezione del sacro impoverita e ridotta ad un freddo moralismo, che nell’Islam, così come nel fondamentalismo ebraico, si associa ad un “legalismo” altrettanto freddo e sterile.

    L’ISIS in Italia? Sono già presenti nel nostro territorio e pronti a tutto?
    Questo non lo devo sapere io, ma gli apparati preposti alla sicurezza di tutti e che tra l’altro paghiamo per questo servizio. Con questo intendo anche dire che ogni volta che si verificano gravi attentati come quelli di Parigi sono innanzitutto i servizi di sicurezza e di spionaggio a fare una figura barbina. Capisco che è praticamente impossibile controllare tutto e tutti, ma proprio per questo sarebbe importante smetterla di fare le pulci a cosa scrive un pincopallino qualsiasi su Facebook e concentrarsi su chi, perché e per come entra in un paese. Mentre mi pare che al riguardo la situazione sia parecchio preoccupante, se è vero – com’è stato documentato – che entrano “siriani” con passaporti taroccati che anche dei giornalisti d’inchiesta si sono procurati con una cifra relativamente contenuta.
    Quanto ai giovani di famiglie musulmane nati e cresciuti qua, il problema è irrisolvibile, perché ci sarà sempre chi tenderà ad autoghettizzarsi pensando di aver subito, a torto o a ragione, una grave ingiustizia, che risale al momento in cui i suoi genitori o i suoi nonni sono emigrati e che poi è proseguita con una storia di emarginazione e sradicamento. L’emigrazione, volenti o nolenti, si porta dietro anche percentuali di persone che, in un misto di rivalsa e frustrazione, assieme al desiderio di sentirsi finalmente “qualcuno”, abbracciano qualche ideologia – e ribadisco “ideologia” – nella quale la religione è un puro pretesto per sfogarsi.
    Certi giornalisti si sbalordiscono nel constatare che un ex “rapper” possa dedicarsi al taglio di teste in nome di un delirante “islam” (la minuscola, qui, è voluta), ma ciò non è affatto strano perché è proprio l’aver reciso i ponti con la tradizione autentica che conduce a certi gravi fraintendimenti, sui quali andranno poi a lucrare gli apparati d’intelligence di mezzo mondo che non vedono l’ora di attivare un “attentato islamico”.

    Quest’attentato è una svolta?
    Non saprei proprio, ma di sicuro qualche decisione la Francia dovrà prenderla, perché non fare nulla significa dare il segnale sbagliato che le si può combinare di tutto. Vede, la Francia è un paese che non è del tutto “occidentale”, nel senso che non è affatto conquistata all’americanismo e al suo modello. Parigi è una “città globale”, e come tutte queste città rappresenta la vetrina nella quale inscenare la finzione di una “classe media globale” che vuole solo divertimenti e bella vita.
    La Francia vera la si vedrà presto al voto, quando, se non interverranno manipolazioni e forzature, il Front National, che non è un partito “regionale” come la Lega Nord, sbaraglierà l’attuale pariglia d’inetti. La Francia vera non può digerire a cuor leggero un’abnormità come il TTIP, il trattato di “libero scambio” tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea. La Francia vera si ribella contro i matrimoni omosessuali e la cancellazione, dall’alto, dell’identità sessuale.
    O la Francia ritrova se stessa, rigetta l’occidentalismo, smette di omaggiare il “Charlie Hebdo” e si rimette ai suoi eroi come Giovanna D’arco, oppure merita di vagolare nell’angoscia indotta da questo “terrorismo” ufficialmente “islamico” ma in realtà senza volto perché così lo vuole chi l’ha coltivato e foraggiato.
    Adesso pare di capire che la Francia s’impegnerà di più in Siria. Ma che vuol dire? È dall’inizio che la Francia è intenta a sovvertire la Siria, quindi? Vogliamo credere che questa famosa “terza guerra mondiale” nominata anche dal Papa vedrà da una parte l’Isis e dall’altra tutto il “mondo civile”? Suvvia, sarebbe come credere che una partita di calcio dal risultato incerto si giocasse tra una squadra di amatori e una selezione dei migliori campioni mondiali!
    Allora si abbia il coraggio (e soprattutto la creanza) di parlar chiaro e si dica a chi si vuol fare la guerra. La si vuol fare ai paesi islamici che sostengono il cosiddetto “Stato islamico”? E come la vogliamo mettere quando questi stessi sponsor sono partner più che appetiti per fare affari? Per quanto tempo racconteranno la favola della “cellula” composta da “reduci della Siria”? E che atteggiamento vogliamo tenere con il famoso “grande alleato” a sua volta alleato dei finanziatori “islamici” dell’Isis?

    Gli italiani convertiti all’Islam si sentono in qualche modo vicini all’ISIS?
    “Convertiti italiani all’Islam” vuol dire ben poco. Ci sono italiani che si sono avvicinati alla religione islamica vedendovi un ideale di giustizia sociale, e questi sono quelli più “politicizzati”. Non dico che necessariamente debbano sviluppare una visione che conduce ad una simpatia per l’Isis, ed anzi bisogna riconoscere in costoro un forte impegno a migliorare le società nelle quali vivono. Fatto sta che in qualche caso ci sono quelli che tendono a fanatizzarsi ad un punto tale che tutto ciò che non è “islamico” (e cioè non collima con la loro particolare ideologia religiosa) è da sopprimere con la violenza. Tra questi possono allignare gli elementi oggettivamente pericolosi (in combutta con altri immigrati), ma credo che gli apparati di sicurezza li tengano già tutti d’occhio. Così come dovrebbero tenere d’occhio altri ambienti frequentati da teste calde, o, peggio ancora, che si dimostrano “amici” ed “alleati” e poi tramano per crearti continuamente problemi. Ripeto: o l’intelligence lavora nell’interesse del suo paese o è una burla che sta alle calcagna di qualche “imam fai da te” ma non vede che altrove si tessono trame assai pericolose per l’incolumità di tutti i cittadini.
    Poi vi sono anche “convertiti italiani all’Islam” che hanno un atteggiamento alieno da ogni politicizzazione e pertanto vivono questa loro esperienza come un’occasione di rigenerazione spirituale. Senza voler dare patenti di “musulmano buono” o “cattivo”, credo di poter dire che quest’atteggiamento sia quello in grado di dare i migliori frutti, perché senza fare troppo clamore agisce come una provvidenziale influenza rettificatrice di un ambiente – quello occidentale – che ha un nemico più insidioso di ogni altro: il nichilismo, che tutti questi “nostri valori” per i quali dovremmo andare a combattere un fantomatico “califfo” non riescono in alcun modo a mascherare.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  8. #2718
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    Predefinito Re: Geopolitica

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    E nuova gente che scrive...
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  9. #2719
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    Predefinito Re: Geopolitica

    Il link dell'articolo sopra, che pare non sia venuto bene.

    DOPO PARIGI È ?GUERRA? ALL?ISLAM? INTERVISTA AD ENRICO GALOPPINI | eurasia-rivista.org
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  10. #2720
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    Predefinito Re: Geopolitica

    Il terrorismo semantico in atto sul concetto di "terrorismo"








    Natalino Balasso sul "Non tutti i musulmani sono terroristi, ma tutti i terroristi sono musulmani"

    Notizia presa dal sito L'Antidiplomatico visita L'Antidiplomatico

    In un post Facebbok, Natalino Balasso affronta il luogo comune semantico che sta invadendo le nostre sfere di libertà in questi giorni: "Non tutti i musulmani sono terroristi, ma tutti i terroristi sono musulmani". E trova le parole migliori che abbiamo letto nel fiume di inutili "editoriali" ed inutili "approfondimenti" di questi giorni.

    Dal post Fb di Natalino Balasso

    Per capire il senso di questa frase bisogna entrare in due ordini di ragionamento.

    Il primo riguarda la parola terrorismo. È terrorismo sparare all'impazzata sulla folla esattamente come sorvolare con l'elicottero un villaggio africano e abbassarsi per far scoperchiare i tetti delle capanne col risucchio per puro divertimento. È terrorismo bombardare un funerale allo stesso modo di lanciare sassi da un cavalcavia o entrare in una casa isolata per rapinarla imbavagliandone gli abitanti. Così come è terrorismo massacrare un omosessuale per dare una lezione alla comunità. Immaginiamo quindi che chi ha coniato questa frase alludesse al terrorismo legato a gruppi di matrice religiosa o pseudoreligiosa che operano in medioriente. In verità se ci spostiamo di poco abbiamo gesti terroristici che fanno capo ad altro rispetto al musulmanesimo, ma non stiamo a sottilizzare troppo.


    La seconda questione riguarda il fatto che, visto che tutti i terroristi sono musulmani, bisognerebbe fare qualcosa contro i musulmani. Dal momento che molti dei terroristi in Europa sono nati in Europa, è difficile parlare di rimpatrio, l'azione quindi dovrebbe riguardare la chiusura di moschee o edifici affini e il controllo di chiunque si dichiari musulmano.

    A parte l'enorme difficoltà o meglio, l'impossibilità dell'operazione e l'ingiustizia sociale di mettere sotto torchio milioni di persone che non c'entrano nulla con l'antagonismo all'Europa, non dobbiamo dimenticare le comunità islamiche sane, che prendono le distanze da Is e quant'altro e che invece sarebbero utilissime per isolare i terroristi, comunità che invece noi mortifichiamo con un'approssimazione primitiva.

    L'insulsaggine della frase presa in esame salta subito agli occhi se noi la riferiamo a noi stessi. L'esempio è molto facile: non tutti gli italiani sono mafiosi, ma tutti i mafiosi sono italiani; ergo, bisogna fare qualcosa contro tutti gli italiani. Il primo scopo del terrorismo è creare terrore nei deboli i quali vanno in paranoia, a leggere quel che si dice da noi, il piano è perfettamente riuscito.
    Notizia presa dal sito L'Antidiplomatico visita L'Antidiplomatico
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

 

 
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