Gang scatenate, a Malmoe è Far West

Tensioni etniche, biker impuniti, troppe armi. I sei omicidi di Natale scuotono il modello svedese



Gang scatenate, a Malmoe è Far West- LASTAMPA.it

STOCCOLMA - Ormai qualcuno la definisce la «Murder City» svedese basandosi sulla serie di omicidi che in questi ultimi mesi hanno fatto di Malmoe la metropoli più pericolosa di Svezia. Soltanto durante le feste natalizie sei persone, in età dai 15 ai 48 anni, sono state freddate, in occasioni diverse, con colpi di pistola al viso e al petto, in pieno giorno, in strade cittadine frequentate, da assassini che hanno agito con fredda decisione, rendendosi quindi imprendibili. E, come succede spesso in situazioni del genere, soprattutto in quartieri notoriamente segnati dalla malavita, dall’omertà e dalla paura di rappresaglie, hanno messo il bavaglio agli eventuali testimoni.

In una città in cui le minoranze etniche ribollono di rabbia non sempre soppressa e dove i tentacoli di bande criminali si allungano, invadendo ogni settore lucrativo come il commercio di droga, il traffico di armi e la prostituzione, la presenza sovrabbondante di armi di ogni genere porta facilmente a scontri e a rese di conti fatali per l’una o l’altra parte.

Ma il modo in cui si sono susseguiti gli ultimi omicidi ha sparso il terrore anche fra i pacifici cittadini, molti dei quali evitano di uscire nelle ore serali e si guardano bene dal frequentare quartieri «pericolosi», come quello di Rosengarden, dove le autorità svedesi hanno stipato gli immigrati, facendone un ghetto in cui la disoccupazione giovanile arriva al 30 per cento, contribuendo a far affluire gli adolescenti nelle schiere di coloro che vogliono «arrangiarsi» in qualche modo, non importa se violando la legge. E tutti si armano. Per proteggersi da eventuali aggressori, dicono. Ma in realtà per commettere omicidi, spesso su commissione. L’infermiera Jacqueline Nilsson, per esempio, racconta angosciata: «Mi preoccupa l’ondata di violenza omicida che ha investito Malmoe e sono in pensiero per mio figlio di undici anni. Non lo lascio più giocare da solo, né allontanarsi da casa. Non si sa mai che cosa gli possa accadere, con tutte queste armi in mano a individui spregiudicati».

E proprio sulle armi si stanno concentrando gli sforzi della polizia nel tentativo di ridurre un’ondata di terrore che si protrae ormai da un paio d’anni e sembra assumere aspetti sempre più atroci. «Dobbiamo disarmare tutti gli individui sospetti - suggerisce il giudice Sven-Erik Alhem - con perquisizioni a sorpresa nelle loro abitazioni e con visite corporali, se necessario». «Occorre tenere sotto controllo tutti i malviventi, studiandone i movimenti legati al traffico di armi anche con intercettazioni telefoniche», aggiunge il sindaco di Malmoe, Ilmar Reepalu.

Il ministro della giustizia, Beatrice Ask, è perfettamente cosciente della gravità della situazione che si è venuta a creare a Malmoe e ha già provveduto a inviare una mezza dozzina di agenti speciali per rinforzare la polizia locale. Ask mette anche in dubbio il tradizionale garantismo svedese: «Forse dovremo forzare la nostra riluttanza a invadere la privacy di certi elementi, in nome della sicurezza dei cittadini che ne subiscono l’agire violento. D’altra parte, è difficile controllare le quantità impressionanti di armi che giungono in Svezia dalla vicina Copenhagen, dove le bande di malviventi, più o meno camuffate da associazioni motociclistiche e da biker, dispongono di arsenali impressionanti e passano con estrema facilità il confine».

Negli ambienti della polizia svedese si è convinti che un inasprimento della legge riguardante le pene previste per il porto abusivo di armi può fare da freno alla criminalità più grave. Si propongono almeno due anni di reclusione, e a questo proposito il giudice Sven-Erik Alhem dice: «Accettare la scusa che ci si arma per difendersi è semplicemente ridicolo. C’è chi si tiene in casa mitragliatori Kalashnikov da quaranta colpi. Eh no, applichiamo una legge severa per chiunque sia in possesso di armi. Chi ha un regolare porto d’armi è stato esaminato e registrato dalla polizia. Gli altri sono tutti malintenzionati». La direzione della polizia di Malmoe teme che, dopo la tregua seguita agli omicidi di questi ultimi giorni, si scatenino le vendette, con una «escalation» della guerra fra i vari gruppi di elementi criminali e, di conseguenza, con crescente apprensione per gli abitanti di Malmoe.