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Discussione: Sincronicità

  1. #1
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    Gli Arya seggono ancora al picco dell'avvoltoio.

  2. #2
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    Predefinito Re: Sincronicità

    Julius Evola e Guenon rivolgono critiche molto acute nei confronti della psicologia di Jung... il processo analitico junghiano non porterebbe ad una integrazione, ma ad una vera e propria regressione: “lo scopo vero della via iniziatica è la realizzazione come supercoscienza di ciò che si è chiamata la subcoscienza cosmico-metafisica. Per venire a tanto…invece di aprirsi all’inconscio atavico-collettivo, bisogna sciogliersi da esso, neutralizzarlo, perché proprio esso è il ‘guardiano della soglia’, la forza che preclude la visione, ostacola il risveglio e la partecipazione a quel mondo superiore, cui va ricondotta la vera nozione di archetipo"....il metodo dell'immaginazione attiva dice Evola, citando un testo taoista, è nefasto perché conduce verso “la regione dei demoni (cfr Gruppo di Ur, Introduzione alla Magia quale scienza dell’Io)

  3. #3
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    Predefinito Rif: Re: Sincronicità

    Citazione Originariamente Scritto da GNU-GPL Visualizza Messaggio
    Julius Evola e Guenon rivolgono critiche molto acute nei confronti della psicologia di Jung... il processo analitico junghiano non porterebbe ad una integrazione, ma ad una vera e propria regressione: “lo scopo vero della via iniziatica è la realizzazione come supercoscienza di ciò che si è chiamata la subcoscienza cosmico-metafisica. Per venire a tanto…invece di aprirsi all’inconscio atavico-collettivo, bisogna sciogliersi da esso, neutralizzarlo, perché proprio esso è il ‘guardiano della soglia’, la forza che preclude la visione, ostacola il risveglio e la partecipazione a quel mondo superiore, cui va ricondotta la vera nozione di archetipo"....il metodo dell'immaginazione attiva dice Evola, citando un testo taoista, è nefasto perché conduce verso “la regione dei demoni (cfr Gruppo di Ur, Introduzione alla Magia quale scienza dell’Io)
    Sulla prima parte del discorso siamo d'accordo, la seconda non saprei, ma cosa c'entra con la sincronicità?
    Gli Arya seggono ancora al picco dell'avvoltoio.

  4. #4
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    Predefinito Re: Sincronicità

    Citazione Originariamente Scritto da GNU-GPL Visualizza Messaggio
    Julius Evola e Guenon rivolgono critiche molto acute nei confronti della psicologia di Jung... il processo analitico junghiano non porterebbe ad una integrazione, ma ad una vera e propria regressione: “lo scopo vero della via iniziatica è la realizzazione come supercoscienza di ciò che si è chiamata la subcoscienza cosmico-metafisica. Per venire a tanto…invece di aprirsi all’inconscio atavico-collettivo, bisogna sciogliersi da esso, neutralizzarlo, perché proprio esso è il ‘guardiano della soglia’, la forza che preclude la visione, ostacola il risveglio e la partecipazione a quel mondo superiore, cui va ricondotta la vera nozione di archetipo"....il metodo dell'immaginazione attiva dice Evola, citando un testo taoista, è nefasto perché conduce verso “la regione dei demoni (cfr Gruppo di Ur, Introduzione alla Magia quale scienza dell’Io)
    Disamina profonda e pertinente, si avvicina al mio modo di vedere i problemi esistenziali. Condivido pienamente!

  5. #5
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    Predefinito Re: Rif: Re: Sincronicità

    Citazione Originariamente Scritto da Malaparte Visualizza Messaggio
    Sulla prima parte del discorso siamo d'accordo, la seconda non saprei, ma cosa c'entra con la sincronicità?
    Quella era una considerazione su Jung nel contesto della Tradizione.

    Circa gli studi di Jung sulla sincronicità segnalo questo interessante articolo.

    Prima di Jung la sincronicità era già stata presa in considerazione da Schopenauer, e prima ancora da Alberto Magno, Avicenna e accennata da Leibniz.

    L'osservazione clinica e l'esperienza personale indussero Jung a supporre l'inconscio come depositario di un sapere anteriore ad ogni elaborazione cosciente, concordando con la posizione dello scienziato vitalista Hans Driesch

    Nel suo saggio "La sincronicità", del 1952, Jung afferma che i cinesi sono i veri precursori di questa idea, in quanto da tempo immemorabile la loro filosofia si fonda su un concetto centrale denominato Tao (che i gesuiti hanno tradotto in Dio).

    Nello studio della sincronicità Jung si avvalse della collaborazione di un geniale scienziato, il fisico quantico Wolfang Pauli, per elaborare una teoria che affiancasse quindi al principio di causalità quello finalistico, introducendo così, anche in campo psicologico, le teorie e i pensieri che già cominciavano a scardinare le basi della scienza moderna e della chimica in particolare.

    Tutti gli avvenimenti vengono così inquadrati in modo da consentire collegamenti significativi fra di loro sia in senso verticale (causali) che orizzontale o, se si preferisce, trasversale, cioè sincronici.

    Il concetto di casualità viene quindi ad essere rivisto e ridimensionato fino a poter essere anche radicalmente eliminato dal contesto.

    I collegamenti sincronici si vengono infatti a situare in uno spazio-tempo che implica una sorta di unicità del Tutto, che richiama la filosofia di Bruno e degli alchimisti alessandrini, e senza cui l'intera teoria sembra priva di senso: in questa dimensione "il caso" e "il destino" sono parole da ridefinire.

    Tutto questo ebbe un'enorme rilevanza teorica per le scienze esoteriche: finalmente venne data una spiegazione moderna, scientifica, del funzionamento delle tecniche mantiche, escludendo l'ipotesi di poco verificabili e non meglio definiti "fluidi" astrali. Non è un caso che sia stato proprio Jung ad introdurre e a tradurre l'I Ching in occidente.

    E che sempre Jung si sia cimentato fin dal 1952 in verifiche statistiche sugli aspetti Sole-Luna-Ascendente delle coppie sposate, così come erano riportati dalla tradizione tolemaica.

    Questo approccio così razionale alla metafisica è alla base di tutta la moderna psicosomatica (come rapporto sincronico fra corpo e psiche), anche se, in fondo, non è che un recupero di un antico pensiero iniziatico di origine orientale che, almeno fino al XVIII secolo, non era ancora stato sconfitto dal positivismo scientista europeo.

    David Richo, nel suo libro Quando le cose non accadono per caso, definisce il principio di sincronicità come "fenomeno della coincidenza significativa":

    "E' una rassomiglianza, una congiuntura, una corrispondenza o connessione tra qualcosa presente fuori e qualcosa che ha luogo dentro di noi. In qualsiasi normale coincidenza, gli eventi sono correlati tra loro grazie al significato più che a una legge di causa-effetto, e tuttavia ciò può non considerarsi ancora una manifestazione di sincronicità, bensì puro e semplice sincronismo. L'evento diventa sincronistico allorché stabilisce un nesso significativo con gli scopi dell'esistenza o favorisce il progresso del destino personale in modo da consentirci di mostrare amore, vedere con saggezza e risanare noi stessi e il nostro mondo. Tutte le coincidenze sono collegate dal significato, ma la sincronicità si palesa quando tale significato attiene all'evoluzione personale. E' uno sprone improvviso, insito nell'attimo cruciale, nel senso che ci incita a proseguire e si verifica senza preavviso. Inoltre si presenta al momento giusto - giusto non solo nel senso di tempestivo, ma anche perché fa parte della giustizia dell'Universo inviarci esattamente ciò di cui necessitiamo per foggiare il nostro destino, o esserne foggiati."

    Riassumendo, possiamo individuare tre tipi di sincronicità:

    1) Coincidenza di uno stato psichico con un evento esterno contemporaneo corrispondente allo stato o contenuto psichico stesso. Per esempio, a livello astrologico, il transito di un pianeta può esplicitare all'esterno, tramite un accadimento oggettivo, una situazione psicologica interiore. Ciò è evidentemente spiegabile non certo con il principio della causalità (nel senso che non è "colpa" del pianeta), ma con quello del sincronismo.

    2) Coincidenza di uno stato psichico con un evento esterno corrispondente, il quale però si svolge al di fuori della sfera di percezione dell'osservatore e quindi, distanziato nello spazio, come tale può essere verificato solo successivamente.

    3) Coincidenza di uno stato psichico con un evento corrispondente non ancora esistente, futuro, quindi distante nel tempo.

    JUNG

  6. #6
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    Predefinito Re: Rif: Re: Sincronicità

    Wolfgang Pauli: la scoperta della sincronicità nella fisica quantistica


    Wolfgang Ernst Pauli, Nobel per la fisica 1945 - Foto: Wikipedia

    Il concetto moderno di sincronicità nasce dall’incontro di un Premio Nobel della fisica, Wolfgang Pauli, con uno dei padri della psicologia del profondo, Carl Gustav Jung. Pauli sostiene che a livello di fisica quantistica la realtà è coinvolta in una "danza astratta" senza alcuna causa materiale; sostiene, inoltre, che tutte le particelle possono essere divise in due gruppi a seconda della danza che eseguono. Fermioni, elettroni, protoni, neutroni e neutrini formano il gruppo che compie una danza antisimmetrica. Mesoni e bosoni (tra cui i fotoni) compiono una danza simmetrica.

    Nel caso delle particelle antisimmetriche, risulta che questa danza astratta ha l'effetto di tenere sempre separate le particelle con la stessa energia. Nel caso del principio di esclusione, due elettroni non possono danzare sullo stesso orbitale atomico a meno che non abbiano spin (rotazione, polarità) opposta. Proprio come gli uomini danzano solo con le donne. Questa esclusione tra particelle uguali non è il risultato di una forza, cioè non è un atto causato, ma il risultato di quel movimento astratto delle particelle prese nel loro insieme, che chiamiamo antisimmetria. La danza collettiva ha un effetto profondo sulle singole particelle. Questo principio di esclusione permette agli elettroni di un atomo di disporsi su differenti orbitali (livelli di energia), e rende gli atomi stessi differenti tra loro per proprietà e caratteristiche. Pauli contribuisce alla comprensione delle leggi armoniche della realtà con la scoperta di una struttura astratta che si nasconde dietro la superficie della materia atomica e determina il suo comportamento in maniera non-causale.

    È così creato il presupposto sperimentale alla legge di sincronicità sul piano della fisica quantistica.

    La vita di Pauli, nonostante il suo interesse per la simmetria interiore, era tuttavia caduta in un grave stato di disordine. Nel 1928, parallelamente alle sue grandi scoperte nel mondo razionale della fisica quantistica, la sua vita psicologica venne gravata dal suicidio della madre a cui seguì un disastroso matrimonio con una cantante di cabaret che lo abbandonò poche settimane dopo. Alcool e depressione accompagnarono un crollo nervoso, che lo portò ad incontrare Jung. Il lavoro sul profondo fu di grande aiuto: Pauli produsse più di mille sogni e impressioni visuali da cui emergevano simboli e figure archetipiche marcatamente simili a quelle degli alchimisti medioevali. Questi sogni culminarono nella visione di un orologio cosmico della più sublime armonia, che Jung definì sintomatico di un'avvenuta conversione. La rinascita di Pauli seguiva una profonda logica di simmetria e di equilibrio che, dal mondo dei quanti, si proiettava in quello della psiche.

    La legge della sincronicità aveva ancora una volta manifestato la sua potenza sottile.


    LA SINCRONICITA'
    Ultima modifica di GNU-GPL; 22-08-12 alle 18:18

  7. #7
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    "Ciò che può essere pensato non è vero"

  8. #8
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    Predefinito Rif: Re: Rif: Re: Sincronicità

    Citazione Originariamente Scritto da Pirrone Visualizza Messaggio
    L'evoluzione di un fenomeno sincronico è simile alla progressione spaziotemporale che può essere evidenziata in un sistema ontologico dinamico, segnatamente come da equazione vettoriale μ, x = f x. Aggiungo in misura di funzione non lineare la relazione s, u, x = g, x.
    Parla cristiano
    Gli Arya seggono ancora al picco dell'avvoltoio.

  9. #9
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    Predefinito Re: Rif: Re: Rif: Re: Sincronicità

    La legge dell'unità di Paul Kammerer

    Onnipresente e continua nella vita, nella natura e nel cosmo. E’ il cordone ombelicale che connette pensiero, sentimenti, scienza e arte al grembo dell’universo che li ha partoriti. Paul Kammerer

    Sii qui. Questo è il momento presente, tu stai leggendo quello che è scritto... ma chi sei? Fermati un istante e sentiti... sei un tutt’uno, miliardi di atomi si muovono... e tu sei parte integrante di un'immensa esistenza... questa è la dimensione della sincronicità.

    La sincronicità rappresenta una delle colonne più importanti del paradigma olistico; quando la si comprende, sembra di averla sempre conosciuta e di non poterne più fare a meno. Quanti eventi, importanti o meno, nella nostra vita sono accaduti per quello strano caso, per quella particolare coincidenza fortuita... incontri, sogni, dejà-vu, premonizioni, fortune. Qualsiasi ordine di eventi implicitamente significativo, che accade senza apparente causa o programmazione, rientra nel vasto fenomeno chiamato sincronicità, la silenziosa legge dell’unità e della coevoluzione.

    È la logica che sottostà alla legge dei simili, alla legge del karma e del destino. È la legge polare che bilancia il principio di causa-effetto. Agisce là dove la mente razionale, con la sua limitata conoscenza, non può giungere, nei fenomeni che la mente non comprende e che, con superba ignoranza, stabilisce essere dovuti al caso. Usa il vuoto là dove la mente razionale usa il pieno. Per la scienza ufficiale la nascita della vita sul nostro pianeta e la sua progressiva evoluzione in complessità è dovuta al caso! Ma se il "caso" ha portato a questa vita e alla nostra coscienza, allora conviene rivalutarlo, e considerarlo una delle forze più potenti e intelligenti del nostro universo. La legge che unisce le cose simili è al centro del processo di unione e co-evoluzione. È la forza che porta miliardi di atomi a ritrovare una loro unità formando una cellula... o la forza di miliardi di cellule quando si sincronizzano nelle loro comunicazioni e informazioni e creano un animale multicellulare.

  10. #10
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    Predefinito Re: Rif: Re: Rif: Re: Sincronicità

    Sincronicità nel mondo della fisica quantistica
    di Emanuele De Benedetti

    Il mondo della fisica, in particolare quello della meccanica quantistica e della cosmologia, è quello che, forse, più di ogni altro ramo della scienza, mette continuamente in crisi sia la visione che l'uomo ha della "realtà oggettiva" che di quella soggettiva. Basti pensare al principio di indeterminazione (nota 1) che pone un limite alla capacità dell'uomo di misurare con precisione assoluta alcune quantità del mondo fisico. La realtà da deterministica si fa vaga, probabilistica, il mondo sembra essere fatto di cose che sfumano tra l'essere e il non essere sconvolgendo l'aspettativa della mente di una realtà definibile con contorni precisi.

    E il soggetto, l'osservatore dell'esperimento, viene coinvolto, dalla logica del principio di indeterminazione, nell'esperimento stesso: l'azione dell'osservatore altera inevitabilmente la realtà osservata, l'osservatore non può osservare una realtà oggettiva indipendente da lui, quello che osserva dipende dal suo modo di osservare, dall'atto stesso dell'osservare.

    Un altro punto abbastanza sconvolgente per l'interpretazione del reale nasce con il teorema e la diseguaglianza di Bell. Questo teorema, verificato sperimentalmente da Aspect e Al, mette fine alla lunga diatriba tra Bohr e Einstein sulla validità e interpretazione della meccanica quantistica.

    Il teorema di Bell pone l'accento sulla non separabilità di certe entità fisiche suggerendo una visione del reale che sconvolge in modo drammatico l'attitudine analitica e riduzionista della mente occidentale. Esso si può esporre come segue: due sistemi quantistici che hanno interagito almeno una volta non possono essere più separati. Alcune delle variabili fisiche che ne definiscono lo stato saranno sempre connesse tra di loro (per esempio gli spin) anche se i due sistemi quantistici vengono separati agli estremi opposti dell'universo.

    Quello che qui ci interessa a proposito della validità dell'ineguaglianza di Bell è che dimostra che nell'universo esistono delle connessioni significative che possono essere definite come sincroniche e che potrebbero addirittura avere connessioni con la sincronicità umana (che richiede la presenza di un soggetto 'generatore' di significato per essere definita).

    Come ho descritto, due particelle accoppiate con gli spin opposti mantengono questa opposizione anche quando vengono separate e portate a grande distanza l'una dall'altra (non separabilità). Quando un polarizzatore (osservatore) misura uno spin in una certa direzione automaticamente e simultaneamente lo spin della seconda particella si orienta nella direzione opposta. Questo avviene in modo istantaneo (quindi senza possibilità di una connessione di causa ed effetto che richiederebbe la trasmissione di un segnale (forza causante) che non può, per il principio di relatività, superare la velocità della luce).

    L'accadere simultaneo dei due eventi, orientamento dello spin di una particella per effetto della misura e cambiamento della direzione dello spin dell'altra può essere definito come un caso di sincronicità dove il 'significato' viene fornito dal fatto che le due particelle sono state in precedenza e sono tuttora connesse da un rapporto di coppia. Le implicazioni di questo fenomeno possono essere enormi se si tiene presente che:

    Tutta la materia, inclusa quella dotata di coscienza, è fatta di particelle elementari che seguono le leggi della meccanica quantistica

    La materia di tutto l'universo era inizialmente, alla sua nascita, situata in una piccola zona di spazio (Universo inflazionario, Big Bang). Ci sono delle buone probabilità che tutta la materia esistente nel cosmo fosse, una volta, connessa e quindi, per la inseparabilità del teorema di Bell, sia tuttora connessa.

    Questo può avere anche degli effetti sui campi di coscienza che si fondano sui campi biofisici (elettromagnetici), in particolare nella:

    trasmissione e percezione di informazione in modo istantaneo (intuizioni folgoranti, chiaroveggenza ecc.)

    partecipazione e connessione a tutto quello che avviene nell'intero universo (per una proposta analoga che utilizza in modo non ortodosso il principio di indeterminazione. Vedi, per esempio, "Stalking the wild pendulum" di Ithzak Bentov, edito dalla Destiny Books).

    Tutto ciò potrebbe avere anche un parallelo coi concetti di ordine implicato ed esplicato di David Bohm ( Wholeness and the implicate order, editore Routledge & Kegan Paul) e la sua teoria di un universo olografico.

    nota 1. Il principio di indeterminazione di Heisenberg afferma che non è possibile conoscere (misurare) contemporaneamente con assoluta precisione i valori di particolari coppie di variabili che descrivono lo stato del moto di una particella elementare, per esempio la posizione e la quantità di moto, il tempo e l'energia, ecc. Le incertezze delle misure dei valori di due variabili 'accoppiate' sono legate dalla relazione di indeterminazione: il prodotto delle incertezze è sempre maggiore o uguale alla costante di Planck diviso due pigreco. Una delle interpretazioni del principio è che è l'atto stesso dell'osservare che altera lo stato di una particella e quindi impedisce di conoscere quali fossero i valori dei parametri del moto prima della misura. Per esempio per determinare la posizione di un elettrone bisogna 'vederlo' colpendolo con un raggio di luce che, colpendo l'elettrone, ne cambierà la quantità di moto in modo non prevedibile. Ne risulta che la posizione sarà ben determinata ma non la sua quantità di moto. Altri modi di misurare la posizione che tentino di ovviare a questo inconveniente provocheranno la manifestazione della natura ondulatoria della particella impedendo così la misura di caratteristiche corpuscolari. In una interpretazione meno riduttiva al solo atto della misura, che propone ancora una certa visione 'classica' della realtà, le particelle elementari hanno sì delle proprietà analoghe alla velocità e alla posizione, ma più "luide", e queste non prendono consistenza che all'atto della misura. Che cosa sia una particella elementare prima della misura non è noto. Questa fluidità deriva anche dalla coesistenza della natura corpuscolare e ondulatoria che impedisce di definire le particelle elementari in termini di una sola delle due realtà.

 

 
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