Oggi al capranica di roma, ha sciolto la riserva e si è candidato a capo degli arancioni.
Il discorso è stato un po' deludente. mancava di brillantezza e spessore politico. I momenti più "alti", quando parlava della sua professione e del suo dissidio con Dell'Utri.
Perché non era brillante. Mi ha ricordato il discorso iniziale di De Magistris nella ricerca ossessiva di fantomatici avversari ai quali poi contrapporre le proprie argomentazioni. Né De Magistris né Ingroia avevano argomenti sufficientemente sentiti o attuali da essere abbastanza evocativi.
Il cliché consisteva nel cercare un nemico/avversario, citarlo, come ha fatto con l'on.Orlando del PD (che io neppure avevo mai sentito), citare i suoi attacchi per poi rispondergli ed affermare le sue convinzioni.
Quando si hanno argomenti forti, non c'è bisogno di fare tutti questi voli pindarici, basta una parola o una mezza frase per evocare l'avversario che scatta automatico l'applauso e infatti di applausi ce ne sono stati pochini nonostante la sala fosse gremita.
Ingroia come Fassino. Per rispondere alle critiche di chi non lo voleva candidato come Padellaro, è dovuto ricorrere all'esperienza di Falcone quando venne denigrato dai suoi amici che non lo volevano al ministero della giustizia sotto il controllo dei politici.
Posto che Falcone non si è mai candidato ma andò a lavorare nella superprocura antimafia, questa evocazione del passato mi ha ricordato Piero Fassino, quando parlava di Trentin (segretario della CGIL) in relazione al suo SI del referendum di Mirafiori FIAT.
Anche Fassino ha cercato di ripercorrere le orme del suo maestro, illudendosi che il presente vivesse delle esperienze del passato, ma Fassino ha sbagliato clamorosamente con Marchionne perché come diceva Marx, la storia si ripete sempre due volte: la prima volta in tragedia la seconda in farsa.
Il passo indietro di Di Pietro. a metà del discorso, un coup de theatre: "vedo in sala gli amici segretari, Di Pietro, Bonelli, Ferrero, Diliberto... affinché la società civile possa fare un passo avanti, io vi chiedo cari amici, un passo indietro..."
GELO TRA I PRESENTI :sofico:
poi specifica che vuole solo creare un listone unico, per superare la soglia di sbarramento.
Ma in tutta questa marmellata, il caro Bonelli segretario dei verdi che provocò una scissione nel partito durante il congresso, contro la Francescato per volersi dissociare dalla sinistra rifondarola e rivendicare l'autonomia del partito da destra e da sinistra, ora ritorna di nuovo insieme a rifondaroli e comunisti??
L'appello alla Fiom Secondo Ingroia ci sono suoi sostenitori che dietro le quinte lo inciterebbero ad andare avanti, ma poi non avrebbero il coraggio di metterci alla faccia, quindi decide di fare OUTING e di nominarli uno ad uno:
Landini, Don Ciotti, Borsellino, Santoro.
Argomenti di politica economica nessuno. Nessuna ricetta alla crisi, ma critiche feroci al governo monti inizia col solito elenco dei dati negativi dell'ultimo anno: -produzione industriale; -crescita; +disoccupazione, ecc ecc.
Lo spread non è merito di monti, ma di Draghi. Insomma la riedizione del discorso di Alfano alla camera.
Finale: "noi non saremo un movimento Arcobaleno". Nefasta auto-profezia avverante.